Ad un anno dal «Dopo di noi» il primo via libera di un giudice ad un «trust»

dopodinoi

 

 

Ci sono storie che si concludono con la formula di rito “e vissero felici e contenti”,poi ce ne sono altre che con quella stessa frase iniziano. Come quella di Gabriele (nome di fantasia ndr) che ha 30 anni, ama il mare e la sua famiglia vive per lui. Gabriele, però, è una persona con grave disabilità e da tempo i genitori, ormai sessantenni iniziano a preoccuparsi per il futuro del loro ragazzo. Cosa farà dopo? Quando loro non ci saranno più chi si prenderà cura di lui? Chi potrà accompagnarlo in estate nella casa di Ostia, quella dove Gabriele ti fa capire che è felice con quel suo sorriso rumoroso?

Da tempo cercano aiuto e lo trovano poco più di due anni fa in via Silone, nono municipio della città capitolina, dove in un pomeriggio di primavera varcano la soglia dello sportello informativo dedicato alla disabilità. Ad accoglierli c’è un avvocato, Francesca Romana Lupoi, che due volte a settimana presta gratuitamente la propria consulenza. Francesca, però, è un avvocato del tutto particolare. Per descriverla, senza perdersi tra righe di narrativa, basta una parola: fiducia. E’ quella che ti ispira quando la incontri ed è la stessa parola buona a spiegare l’oggetto del suo lavoro, si perché si occupa di trust e lo fa dal 1999.

IL TRUST, UNO STRUMENTO ALLA PORTATA DI TUTTI

Ai meno esperti questo termine richiama grandi operazioni finanziarie. E invece no. Dallo scorso Novembre, con l’entrata in vigore della Legge sul Dopo di Noi, il trust che letteralmente tradotto significa appunto fiducia, entra di diritto tra gli strumenti a disposizione delle famiglie per mettere al riparo il futuro di persone con gravi disabilità. «La vicenda di Gabriele – spiega l’avvocato Lupoi – è il primo caso in Italia di piena applicazione della legge». Lo scorso 10 Ottobre, infatti, allo studio Lupoi è arrivato l’ok da parte del giudice tutelare del tribunale di Roma che aveva in carico la vicenda di Gabriele che autorizza la mamma del giovane a istituire un trust in suo favore che ne tuteli gli interessi anche futuri.

«E’ una buona notizia doppia, sia per l’autorizzazione ricevuta dalla famiglia – racconta Lupoi – e anche perché nel caso di Gabriele il fratello maggiore, che è anche il soggetto “fiduciario”, ha deciso di rinunciare alla sua quota legittima di eredità in favore di Gabriele».

Un gesto di generosità che aumenta quel rapporto unico che esiste tra i due fratelli e che ha spinto il maggiore e prendersi cura del fratello per tutta la vita. Sarà lui a permettergli di continuare a vivere le sue estati ad Ostia, dove la famiglia ha una delle due case oggetto del “trust”.

«Una garanzia certa per i genitori – spiega Lupoi che, oltre ad essere vicepresidente dal 1999 dell’associazione “Il trust in Italia”, è stata tra gli esperti voluti dalla parlamentare Ileana Argentin che hanno concorso proprio alla stesura della Legge sul Dopo di Noi – E nel caso in cui il fratello non potesse occuparsi più di Gabriele sarà la moglie a seguirlo poiché nel trust è lei ad essere stata indicata come “guardiano”».

Già perché questo strumento prevede, oltre al beneficiario, altre due figure centrali: quella del fiduciario, ovvero la persona che si occuperà di gestire i beni da cui si trae l’economia di sostenibilità per raggiungere l’obiettivo del trust, e la figura del guardiano che oltre a controllare l’operato del fiduciario concorre alle scelte connesse alla gestione del trust stesso.

COSTI BASSI E GARANZIE, UNA CERTEZZA PER IL FUTURO

«E’ uno strumento utilissimo -prosegue Lupoi – che non è pensato solo per grandi patrimoni ma serve invece ad assicurare che il beneficiario sia tutelato nel suo percorso di vita». E a guardare i costi connessi alla creazione del vincolo, in media attorno ai 2-3 mila euro, la strada sembra essere quella giusta.

«E’ uno strumento non revocabile, alla portata di tutti ed è garanzia di un’adeguata qualità della vita per il beneficiario, l’importante certo è scegliere con attenzione le figure del fiduciario e del guardiano. Sono certa che l’utilizzo del trust contribuirà in maniera sostanziale nei prossimi anni a fornire soluzioni per quanti sono chiamati a confrontarsi con il Dopo di Noi».

Per molti giovani con disabilità gravi si è appena disegnato un nuovo orizzonte e Gabriele con la sua storia ha scritto la prima pagina di un futuro che inizia ora e del dopo non ha più di che preoccuparsi.

NOTA:

Il trust rappresenta uno degli strumenti centrali introdotti dalla Legge sul Dopo di Noi e proprio per l’importanza che esso assume difficilmente potrà essere esaurito in un articolo. Ad esempio esistono considerevoli agevolazioni fiscali, inclusa la possibilità di stipulare un’assicurazione sulla vita del genitore, per chi individua in esso il giusto percorso per garantire un futuro sicuro ai propri figli, inoltre il trustee (fiduciario) non necessariamente dev’essere una persona fisica, oppure può divenire uno strumento condiviso da più famiglie che possono dare vita ad una casa-famiglia. A titolo non esaustivo si rimanda quindi a due guide sul tema proposte dal Consiglio del Notariato e dal sito di informazione specializzato Disabili.com

Tratto da: http://invisibili.corriere.it/2017/11/13/ad-un-anno-dal-dopo-di-noi-il-primo-via-libera-di-un-giudice-ad-un-trust/