Camera, interpellanze seduta 18 maggio: Argentin

ileana-argentin.jpg2_(askanews) – La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, per sapere – premesso che: in data il 14 giugno 2016 è stata approvata in via definitiva la legge 22 giugno 2016, n. 112, «Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare», lungamente attesa e che promuove un processo concreto di deistituzionalizzazione, aprendo una nuova prospettiva esistenziale per le persone con disabilità e per i loro familiari; il 10 novembre 2016 Stato e regioni hanno approvato il riparto dei fondi (90 milioni di euro per il 2016). Il decreto attuativo è stato firmato il 23 novembre 2016 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 febbraio 2017 ed entro il 20 aprile il Ministero ha esaminato tutti i piani regionali e versato i fondi alle regioni che hanno visto approvato il piano, mentre alle altre ha inviato delle raccomandazioni; Ad oggi circa due terzi delle regioni hanno ottenuto i fondi previsti dalla legge e si confida di poter procedere all’erogazione di tutte le risorse entro la fine del mese; a undici mesi dall’approvazione della legge tutti gli strumenti attuativi richiesti per renderla operativa sono stati approvati, compreso il necessario chiarimento sulle agevolazioni fiscali e tributarie previste all’articolo 6 della legge, a cominciare dal fatto che i beni e i diritti conferiti in trust o gravati da vincoli di destinazione, o destinati a fondi speciali disciplinati da contratto di affidamento fiduciario, istituiti in favore delle persone con disabilità grave, sono esenti dall’imposta sulle successioni e donazioni;  Secondo gli ultimi dati dell’Istat, si stima che il fenomeno della disabilità riguardi circa 3,2 milioni di individui, di cui 2 milioni e 500 mila anziani. Più alta la quota tra le donne, circa il 70 per cento contro il 30 per cento circa tra gli uomini. Un milione 800 mila persone sono disabili gravi. Circa 540 mila hanno meno di 65 anni. Circa la metà dei disabili gravi con meno di 65 anni grava completamente sui familiari conviventi. Rispetto alle circa 52 mila persone che vivono sole, una quota del 19 per cento – pari a circa 10 mila persone – non può contare su alcun aiuto. La platea dei potenziali beneficiari della legge «Dopo di noi» è di circa 127 mila disabili con meno di 65 anni privi di sostegno familiare, di cui circa 38 mila mancanti di entrambi i genitori e 89 mila con genitori anziani; La legge ha l’obbiettivo di favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità grave e soprattutto, la deistituzionalizzazione, l’autonomia e l’indipendenza una volta cessato il supporto familiare, o quando già si tratta di disabili soli. Per questi ultimi è previsto il fondo pubblico di assistenza, con una dotazione triennale di 90 milioni di euro per il 2016, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni di euro dal 2018, che è gestito dagli enti locali. Per chi invece può ancora godere di un supporto familiare sono previsti alcuni strumenti di tutela del patrimonio, con l’obbiettivo di mettere a disposizione i fondi necessari a garantire il mantenimento dello standard di vita e di assistenza, una volta persi i genitori;  Sicuramente quello che è mancato fino ad oggi è una campagna d’informazione nazionale che informi in modo completo ed esauriente le famiglie sulle caratteristiche degli strumenti messi a disposizione al fine di poter fare una scelta consapevole. È infatti necessario individuare in maniera chiara e univoca i soggetti coinvolti nella gestione dei fondi e i rispettivi ruoli e stabilire le attività da mettere in atto in funzione del progetto di vita delineato dai genitori per il futuro dei propri figli; inoltre, l’assenza di un’anagrafe delle disabilità costantemente aggiornata che consenta di comprendere quante e quali persone siano affette da queste patologie al fine di meglio gestire le risorse erogate e per avere una maggiore contezza dei diversi bisogni dei beneficiari sicuramente rallenta la non già facile applicazione di questa legge lungamente attesa:  Quale sia ad oggi lo stato di applicazione della legge, quali siano le regioni che abbiano già avviato i progetti, in cosa essi consistano nel dettaglio e quali siano le regioni ancora non operative e per quali motivi; se il Governo non ritenga necessario assumere iniziative per istituire una banca dati costantemente aggiornata e diversificata per avere un quadro sempre reale e completo della situazione al fine di predisporre misure appropriate alla realtà della situazione; se non si ritenga urgente predisporre delle campagne informative, anche attraverso i sistemi audiovisivi, sulle opportunità offerte dalla legge.