Capotreno picchiato e condannato, è allarme aggressioni sui convogli

Capotreni

Bufera sulla decisione del tribunale di Belluno. I sindacati: «Ormai non denunciamo neanche più»

VENEZIA Un capotreno che scopre un biglietto non timbrato, la lite con un pendolare sfociata in aggressione. Un episodio come tanti, se non fosse che stavolta a ritrovarsi con una condanna è il capotreno stesso. Andrea Favaretto, 51 anni di Selvazzano (Padova), è stato infatti condannato a 20 giorni di carcere per violenza privata nei confronti di un passeggero di origine nigeriana, Anyanwu Festus Amaechi.

Il fatto

Era il 12 novembre 2014: Favaretto, che era in servizio su un treno regionale della tratta Padova-Belluno, stava controllando i biglietti dei passeggeri. Tra questi, appunto, anche Amaechi, che era già stato segnalato al capotreno da un collega in quanto in possesso di un biglietto irregolare. Arrivati quindi alla stazione di Santa Giustina, nel Bellunese, Favaretto gli ha intimato di scendere dal treno e, alle sue resistenze, ha preso lui stesso i bagagli e li ha scaricati sulla banchina. A questo punto, però, il viaggiatore ha estratto dalla tasca un biglietto. Peccato solo che risultasse obliterato dopo la partenza del treno dalla stazione. Sospettando quindi che fosse stato alterato, Favaretto si è rifiutato di far tornare a bordo Amaechi. La situazione si è scaldata, sono volate parole pesanti e poi calci in direzione del capotreno.

In tribunale

Da una piccola stazione di provincia alle aule di tribunale il passo è stato breve. Solo che le denunce sono state due: da una parte quella di Favaretto nei confronti di Amaechi per lesioni e minacce; dall’altra quella del passeggero che ha portato a processo il capotreno per violenza privata. Trenitalia è rimasta vicino al suo dipendente e ha fornito l’assistenza legale con gli avvocati Giorgio Azzalini e Jenny Fioraso. E nonostante Amaechi, che è imputato anche per aver aggredito un altro capotreno, sia stato espulso dall’Italia, il processo è andato avanti. Fino a due giorni fa, quando il giudice di Belluno Domenico Riposati non solo ha condannato a 20 giorni di carcere Favaretto per violenza privata, ma ha anche rinviato gli atti al pm con la richiesta di valutare un’eventuale abuso di ufficio.

Dopo la condanna

E se Favaretto, all’indomani della condanna «dice solo di essere stupito e addolorato» e si chiude a riccio, parlano i suoi legali. «Non ci aspettavamo la condanna – commentano -, lo stesso pm aveva chiesto l’assoluzione. Aspettiamo le motivazioni e faremo appello».

Le reazioni

La sentenza ha suscitato un nugolo di polemiche. Il primo ad intervenire è stato il governatore Luca Zaia che ha espresso solidarietà non solo nei confronti del capotreno, ma di tutta la categoria. «Il fatto che il viaggiatore sia straniero o italiano – aggiunge Zaia – non ha rilevanza. Di fatto viaggiava senza aver pagato od obliterato il biglietto. La vera questione da affrontare sono le leggi colabrodo di questo Paese». Nel solo 2017, infatti, sono state 28 le aggressioni a personale di Trenitalia nel Veneto, di cui 10 fisiche. Un dato in calo rispetto al 2016, quando erano state 37. «Ma questo solo perché sono scese le denunce – sottolinea Alessandro Piras, coordinatore regionale Filt-Cgil -. Per i controllori spesso è solo una perdita di tempo». Sono stati invece circa 1,7 milioni i «portoghesi» scoperti, il 4 per cento dei quasi 43 milioni di passeggeri.

I sindacati

Intanto, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, i sindacati si schierano in difesa del collega condannato. «Ci guardiamo bene dall’esprimere giudizi su una sentenza – si legge in una nota della Filt-Cgil -. Chiediamo però che tutele dia il legislatore a chi svolge il proprio lavoro, alzandosi a tutte le ore del giorno e della notte, e che tutele abbiano questi lavoratori sottoposti quotidianamente a critiche e aggressioni che con il loro operato garantiscono sicurezza e servizio».

«Un pericoloso precedente»

«Il giudice ha applicato le regole in modo molto restrittivo – aggiunge Kiami Emilio Brindisi dell’Ugl Venezia -. Il capotreno forse non avrebbe dovuto scaricare sul binario i bagagli e avrebbe dovuto aspettare la polfer, ma la sentenza costituisce un rischioso precedente. In ogni caso restiamo vicini a Favaretto e ci prepariamo per iniziative in suo sostegno».