I medici in sciopero, domani saltano 40mila operazioni

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I sindacati dei camici bianchi protestano per il definanziamento del sistema sanitario e il mancato rinnovo dei contratti.

Ambulatori chiusi o aperti solo in parte, interventi programmati rinviati, esami diagnostici fermi. Domani i medici e dirigenti sanitari italiani, strutturati e precari, scioperano e l’adesione si preannuncia molto alta. Ovviamente saranno assicurate tutte le attività di urgenza, chirurgiche come di pronto soccorso, quindi chi ha bisogno di prestazioni sanitarie di emergenza non si accorgerà di niente. Per gli altri invece ci potrebbero essere problemi, tra code e appuntamenti saltati.

Praticamente tutte le sigle sindacali dei camici bianchi aderiscono alla protesta. Secondo l’Anaao, il principale sindacato degli ospedalieri  verranno sospesi “40.000 interventi chirurgici, centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti”. La sanità chiude un giorno per non chiudere per sempre, è lo slogan.

“Si tratta di uno sciopero molto più sentito dell’ultima volta che c’è stata un’astensione nazionale, cioè circa due anni fa. Faremo varie manifestazioni nelle città”, dice Carlo Palermo di Anaao. A Roma è previsto un sit-in in via XX Settembre di fronte al ministero dell’Economia. Il motivo principale dell’astensione è il definanziamento del sistema sanitario. “L’aumento del fondo nazionale di un miliardo l’anno, quindi già piuttosto basso – dice Palermo – è azzerato da una serie di misure previste in questa manovra e attese pure per il 2018. Per questo chiediamo che vengano approvati gli emendamenti alla Finanziaria che danno un po’ di soldi alle casse della sanità”.

Secondo i sindacati, il sistema è sostenuto dal sacrificio di medici e dirigenti e le Regioni hanno garantito i Livelli essenziali di assistenza a spese dei professionisti, che hanno saltato ferie e subito abusi dell’orario di lavoro. “La diminuzione del perimetro della tutela pubblica sta provocando tra i cittadini attese più lunghe, maggiori diseguaglianze territoriali, crescita del divario tra chi può curarsi pagando e chi no. Ormai si declina il diritto alla salute in base alla residenza e la distanza tra Bolzano e Napoli si può esprimere in 700 km o in 4 anni di aspettativa di vita. E la situazione, che la legge di bilancio 2018 nemmeno prende in considerazione persa come è dietro bonus di ogni genere, è avviata a peggiorare”.

I medici attendono da 8 anni il rinnovo del contratto collettivo di lavoro (che è triennale) e denunciano il largo utilizzo del precariato per supplire alle carenze di organico. Altro problema segnalato è quello dello scarso numero di contratti di specializzazione rispetto alla necessità di dottori da parte del sistema sanitario. Il tutto rischia di mettere a rischio il servizio pubblico.

“Nonostante i numerosi tentativi da parte delle aziende sanitarie di ostacolare un diritto sancito dalla Costituzione Italiana – dice il presidente del sindacato degli anestesisti Aaroi, Alessandro Vergallo – prevediamo un’ampia adesione allo sciopero per il diffuso malessere della categoria, esasperata da diritti violati, salari bloccati, carriere represse, carichi lavorativi eccessivi e assunzioni mancate. In Italia esiste una carenza di 4.000 Anestesisti Rianimatori con conseguenze evidenti: i giovani medici in formazione sono sfruttati al posto degli specialisti e gli stessi specialisti sono costretti a condizioni di lavoro massacranti”. La Cgil medici aggiunge che lo sciopero si fa “per la sanità pubblica, il diritto dei cittadini alla cura, il diritto dei medici a curare. Per un contratto che riconosca il valore del nostro lavoro e ne migliori le condizioni per la qualità e la sicurezza dei servizi per i cittadini. Per una civile e forte difesa delle nostre professioni, della loro autonomia, dei livelli retributivi, del loro ruolo di garanzia per i cittadini. Per la fine della precarietà in tutti i settori della sanità pubblica e per la creazione di nuova occupazione. Per l’aumento dei contratti di formazione specialistica per i giovani laureati». Infine, «contro le fallimentari scelte politiche del governo sul sistema sanitario nazionale e sui nostri destini professionali”.

“Sono assolutamente a fianco dei medici italiani”, ha detto la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. In questa questione, ha detto, “ci sono due problemi. Uno è quello dello sblocco del turn over. Che credo abbiamo seriamente contribuito a risolvere”. Infatti, ha spiegato, “con i piani ospedalieri presentati dalle Regioni abbiamo dato il via a migliaia di assunzioni nuove; ovviamente le Regioni ora devono fare i concorsi. Li devono fare in tempi brevi, perché, altrimenti,  questo lavoro rischia di appesantire e rallentare. Poi c’è il tema del rinnovo del contratto che non è un tema che gestisce il ministero della Salute, ma spero riusciremo a dare una mano. E a sostenere la buona causa dei medici ospedalieri in primis”.

Tratto da:http://www.repubblica.it/salute/2017/12/11/news/i_medici_in_sciopero_domani_saltano_40mila_operazioni-183765366/