In Italia 1 milione di persone con problemi di balbuzie. Gli esperti: “Importante parlarne”,

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Nella Giornata internazionale di consapevolezza sulla balbuzie, che si celebra oggi, arriva lo spot con la voce di Pino Insegno: “Non solo una disfunzione del parlare, ma un ostacolo a vivere pienamente. Superare la balbuzie è possibile, ma il passo fondamentale è quello di parlarne”.

ROMA – Nel mondo 70 milioni di persone hanno un problema di balbuzie persistente, con un rapporto maschi/femmine di 4 a 1. L’età di insorgenza si colloca per lo più tra i 2 anni e mezzo e i 4. Secondo questi dati pubblicati nel 2013 sul Journal of Fluency and Disorder, esiste anche una balbuzie evolutiva che è sperimentata dal 5-8 per cento di tutti i bambini in età prescolare e che tende e risolversi entro i 6 anni nel 75-80 per centro dei casi, con o senza terapia, specie quando si tratta di genere femminile. Il rischio di balbuzie persistente aumenta se la balbuzie è ancora presente un anno dopo che sono stati osservati i primi sintomi, mentre il trattamento entro i 15 mesi dopo l’insorgenza ha una più alta probabilità di recupero.

In Italia problemi di balbuzie interessano circa 1 milione di persone. “E’ una tematica delicata – avvertono gli esperti -, vista ancora come un tabù nella società, in famiglia e a scuola. Manca adeguata informazione e sensibilizzazione”. Proprio per questo è nata la Giornata internazionale di consapevolezza sulla balbuzie, che si celebra oggi 22 ottobre. Promuovere una maggiore comprensione della balbuzie è, di fatto, indispensabile per contribuire a ridurre i pregiudizi e i luoghi comuni che ruotano intorno a questo disturbo, il quale ha un forte impatto sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono e vivono ogni giorno la difficoltà nel comunicare, con la parola, ciò che hanno molto chiaro nel pensiero. “La balbuzie – dice Chiara Comastri, psicologa ex balbuziente – non è un fatto privato, di cui vergognarsi e tacere. E’ un problema che può essere risolto e il primo passo per fare questo è parlarne, far cadere il velo di impotenza che si crea in famiglia, a scuola o sul lavoro. Per una persona che balbetta – aggiunge – il silenzio può essere molto più preoccupante dell’eloquio, poiché è nel silenzio che può nascere la paura di bloccarsi e del giudizio altrui”.

L’emergenza sanitaria da COVID-19 ha contribuito ad accentuare le difficoltà nei bambini e nei ragazzi con problemi di linguaggio e di relazione. Il lockdown, prima, e il distanziamento sociale poi hanno segnato la brusca interruzione delle relazioni sociali, della routine quotidiana. “Ecco allora che questo 22 ottobre assume un significato ancora più forte, importante – come dicono da Psicodizione, cooperativa sociale e onlus nata nel 2012 e che opera nel trattamento della balbuzie e delle difficoltà di comunicazione. “Spesso ci si rassegna e si arriva a pensare di dover convivere con questo problema. Sapete cosa vuol dire questo? Vuol dire che bambini, ragazzi e adulti si rassegneranno a vivere una vita al di sotto delle proprie potenzialità”.

Per affrontare e a aiutare a superare questo problema Chiara Comastri, psicologa, nel 2004 ha fondato un metodo, “Psicodizione” appunto, attraverso il quale in questi anni ha supportato oltre 5.500 persone in tutta Italia. Di che si tratta? “La metodologia viene applicata sia in ambito prescolare che scolare e adulto – spiega -. In particolare, per i bimbi dai 2 ai 5 anni sono stati sviluppati dei percorsi specifici (gestiti in modalità online) grazie ai quali si interviene in modo tempestivo: vengono trasmessi alla famiglia degli strumenti che consentono di rieducare il modo di parlare del bambino attraverso il gioco e in maniera indiretta, senza che lui accusi la pesantezza di un trattamento “imposto”. Per i ragazzi dai 6 in poi e per gli adulti il percorso è strutturato in 7 giorni di corso intensivo (realizzato in modalità online o in presenza), durante il quale viene ricreato il micro-mondo che ogni persona incontra all’esterno, in cui bambini, ragazzi e adulti si relazionano gli uni con gli altri”. L’approccio è quello cognitivo comportamentale e gli insegnanti (psicologi e psicoterapeuti) lavorano su due piani: inizialmente sull’aspetto di rieducazione più tecnico, fornendo strumenti per far tornare la persona a creare i propri suoni, pronunciare ogni parola con la massima sicurezza e portare a termine la propria frase esattamente come lo desidera. Parallelamente si agisce sull’aspetto emotivo, di gestione del dialogo interno e delle considerazioni interne, quindi “su cosa io penso di me stesso”. Ciò avviene anche attraverso esposizioni graduali all’ansia, in cui le persone riabilitano le proprie competenze comunicative, vivendo situazioni reali di lettura in pubblico, conversazione con persone sconosciute, telefonate, ecc… guidate dai tutor interni di Psicodizione, che agiscono in modo personalizzato sulle esigenze (e le paure) del singolo che sia bambino, ragazzo o adulto.

Quest’anno, in occasione della Giornata, viene diffuso il video di sensibilizzazione con la voce di Pino Insegno che racconta dell’importanza di uscire dal silenzio ed iniziare a parlarne.

La onlus Psicodizione ha anche organizzato, per domenica 25 ottobre, un webinar (trasportando sul web gli incontri che nella Giornata di solito si svolgono in piazza) dal titolo “Balbuzie: possiamo parlarne”: dalle 16.00 alle 18.30 ci saranno psicologi e psicoterapeuti, pediatri, insegnanti, genitori, ex balbuzienti e, per concludere, uno spettacolo dal Perù. Per registrarsi gratuitamente al webinar cliccare qui.(ep)

Tratto da: https://www.superabile.it/cs/superabile/sportelli-e-associazioni/20201022-giornata-balbuzie.html