La croce dei lavori e dei (tanti) cantieri abbandonati a metà

Terremoto_LavoriParcheggi mai fatti, lavori annunciati e mai partiti. Il caso più eclatante in lungotevere Arnaldo da Brescia. Eppoi, stazioni importanti della metro chiuse per settimane. Le opere, grandi e piccole, in totale stagnazione.
Opere incompiute, interruzioni infinite, lavori annunciati e mai partiti. Nei giorni scorsi, su queste pagine, Lilli Garrone e Maria Egizia Fiaschetti hanno documentato alcuni episodi clamorosi d’immobilismo romano. Stazioni importanti della metro chiuse per settimane. Una strada popolosa della Balduina interrotta da mesi dopo la frana e la voragine. Il Passetto di Borgo interdetto ai pedoni in seguito al distacco dei frammenti di tufo dalle mura. La ristrutturazione incompiuta del ponte della Magliana.
Ma l’esempio forse più eclatante è il progetto di posteggio sul lungotevere Arnaldo da Brescia, a due passi da piazza del Popolo, lanciato nel 2005. Il piano originario prevedeva seicento posti auto sotterranei e una piazza con affaccio sul Tevere. Poi, tra imprevisti tecnici, ingorghi burocratici e altro, si è ridimensionato: ma, soprattutto, i lavori non sono mai iniziati. E l’area, uno dei tratti di lungofiume più belli, è da quattordici anni una distesa di erbacce, immondizie e giacigli improvvisati. Queste storie, già così, sarebbero impensabili in qualsiasi capitale europea. Ma ciò che le rende ancora più intollerabili è la mancanza di informazione associata all’inefficienza. Faccio due esempi. Nelle settimane scorse i viaggiatori della linea A si sono sentiti dire che le stazioni Repubblica, Barberini e Spagna della metropolitana erano chiuse per lavori alle scale mobili. La motivazione li ha lasciati perplessi.
Peggio si sono sentiti quando, alla fermata Flaminio, regolarmente aperta, hanno scoperto che le scale mobili erano in riparazione anche lì. Ma l’esempio più beffardo di «comunicazione alla cittadinanza» è il cartello posto, da anni, proprio sul lungotevere Arnaldo da Brescia. Dice: «Ci dispiace per il disagio, stiamo lavorando per migliorare la nostra città». In realtà quelli che lavorano per migliorare Roma sono i volontari delle varie associazioni, che si adoperano per fare ciò che spetterebbe ad altri. Sono loro che ripuliscono quel tratto di lungotevere. Oltre che prova d’impegno civico, il loro lavoro è il segno di un’esasperata volontà di non rassegnarsi al peggio.

Tratto da: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_gennaio_17/crocedei-lavoria-meta-937c9f7e-19c3-11e9-8af3-37b4f370f434.shtml