La scalata di Salvini passa dal Friuli Venezia Giulia. “Basta Pd, via la Fornero”

rrrrViaggio a Monfalcone, la città operaia guidata dalla Lega
«Il Pd ha abrogato l’articolo 18. I leghisti e i grillini promettono di farci andare in pensione prima: ma secondo te gli operai da che parte stanno?». Davanti ai cancelli della Fincantieri capisci meglio le parole di Thomas Casotto, segretario provinciale della Cgil. «Qui la Lega va forte», ammette Antonio che ha appena staccato dal turno mattutino. «Dalle 7 alle 15, senza pause», precisa. Ha 21 anni, è originario di Castellammare di Stabia (Napoli) ma vive nella città dei cantieri da 12 anni. «Faccio il manutentore».

È uno dei circa 4 mila dipendenti indiretti, quelli che lavorano in appalto o sub-appalto, per la maggior parte stranieri. «Prendo otto euro l’ora. Ma c’è chi, come i bengalesi, viene pagato anche 4-5 euro», dice con in mano un volantino del Carroccio. A darglielo è stato il candidato al consiglio regionale Antonio Calligaris che ha spinto il camper elettorale fino ai tornelli dei cantieri navali. «Anche mio papà era un “cantierino”. Qualche anno fa sarebbe stato impossibile per noi leghisti avvicinarci qui. Adesso è cambiato tutto e Monfalcone è un laboratorio per la Regione anche a livello amministrativo».

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«Quando eravamo al 4%, per noi era un problema mettere il gazebo in piazza. Oggi c’è la coda per iscriversi», racconta Massimo Asquini, consigliere comunale leghista a Monfalcone (Foto Matteo Montaldo)

La «batosta storica»
Da circa un anno e mezzo a governare questa città di 28 mila anime è la leghista Anna Maria Cisint. Nel novembre del 2016 ha surclassato al ballottaggio la candidata del Pd, e sindaca uscente, Silvia Altran. Dal Dopoguerra mai era successo che la città avesse una giunta di centrodestra. «Una batosta storica», l’aveva definita l’ex segretario dem Bersani dicendo di «non dormirci la notte». Alle politiche del 4 marzo non è andata meglio. «Siamo stati travolti. Non è una questione personale, qualsiasi altro fosse stato al posto mio non ce l’avrebbe fatta», dice Giorgio Brandolin, già deputato, storico volto dei democratici nell’Isontino, ma questa volta non rieletto. Nel collegio uninominale il Pd è arrivato terzo (sotto il 20%), dietro al Movimento 5 Stelle (28%) e al candidato del centrodestra (37%). Con la Lega che, al 23 per cento, ha più che doppiato i consensi di Forza Italia (ferma al 10). Uno scenario che potrebbe essere confermato anche alle elezioni regionali del 29 aprile con il candidato del centrodestra, il leghista Massimiliano Fedriga, pronto a strappare la presidenza della Regione, alla governatrice uscente ed ex membro del direttivo Pd Debora Serracchiani. «Perché rischiamo di perdere anche la guida della Regione? La verità è che non ci siamo piegati alla demagogia e al populismo, come ha fatto la Lega che ha cavalcato la questione immigrazione in modo vergognoso e amorale, nonostante fosse un tema residuale in Friuli Venezia Giulia», spiega l’ex deputato Brandolin.

La sindaca di Monfalcone, la leghista Anna Maria Cisint, in carica dal novembre 2016 (Foto Matteo Montaldo)

Il laboratorio cittadino
Vista dal municipio di Monfalcone la questione sembra più complessa. «Guardi, io mi sono trovata ad affrontare una situazione di degrado sociale, una bomba pronta a esplodere», racconta la sindaca Cisint, anche lei figlia di un ex operaio Fincantieri. E indica il problema dell’integrazione della comunità straniera. «Sono il 20 per cento dell’intera cittadinanza, per la maggior parte bengalesi che lavorano nei cantieri e vivono in situazioni di sovraffollamento abitativo: in appartamenti per tre persone ne abbiamo trovati anche dieci», dice rivendicando con orgoglio il nuovo protocollo che prevede controlli a tappeto nei vari quartieri. «Siamo riusciti a ridurre il fenomeno del 60%». Il tema caldo in questi giorni, invece, è l’ipotesi di aprire un nuovo centro culturale islamico in città, dove prima sorgeva un supermercato. «La comunità musulmana non ha le autorizzazioni per farlo, dovremmo cambiare il piano regolatore della città ma non ho intenzione di cedere», taglia corto la sindaca.

3)I manifesti che pubblicizzano il comizio di Matteo Salvini, atteso domenica a Monfalcone (Foto Matteo Montaldo)

La piccola Embraco
Ma in una provincia, quella goriziana, che ha il tasso di disoccupazione più alto dell’intera regione (il 9,4 per cento nel 2017), il tema centrale, anche in vista della regionali, resta quello del lavoro. A Monfalcone la chiusura della Eaton, una storica attività specializzata nella produzione di valvole per motori, ha lasciato a casa 157 lavoratori. Da queste parti hanno ribattezzato il caso «una piccola Embraco», con riferimento alla società controllata da Whirpool che a febbraio ha annunciato 500 licenziamenti nel Torinese. «Fincantieri a parte, l’economia in questo territorio sembra non ripartire», denuncia il segretario provinciale della Cgil, Casotto. Che analizza anche un dato politico: «Gli unici ad andare a parlare ai lavoratori della Eaton sono stati i leghisti: Matteo Salvini e il candidato Fedriga. Se in azienda si fosse presentato qualche esponente del Pd, difficilmente ne sarebbe uscito». La rabbia verso l’establishment monta anche nel Nord-Est. Non a caso Salvini domenica sera sarà a Monfalcone, prima tappa dell’ultima settimana di campagna elettorale del suo fedelissimo Fedriga. Una vittoria che la Lega è pronta rivendicare in chiave nazionale.

Tratto da: http://www.lastampa.it/2018/04/20/italia/la-scalata-di-salvini-passa-dal-friuli-venezia-giulia-basta-pd-via-la-fornero-wu7NvS2TWYSVCIuZwqxtpL/pagina.html