Legge elettorale, la settimana decisiva. Inedito incontro Pd-M5S. Rosato: “Tutto bene”

Rush finale, i Dem incontrano gli altri partiti a cominciare dai Cinque Stelle. Obiettivo: portare il testo in aula il 5 giugno

ROMA – È terminato l’incontro fra Pd e M5S sulla legge elettorale,  il primo degli incontri in programma per oggi e forse quello più inedito. È durato una ventina di minuti nella sala Berlinguer del gruppo dem alla Camera. Alla fine
dell’incontro la delegazione dei 5S, composta dal capogruppo alla Camera, Roberto Fico e dai parlamentari delle Commissioni Affari Costituzionali, il deputato Danilo Toninelli e il senatore Vito Crimi, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Nessun commento neppure dal Pd, anche se il capogruppo alla Camera Ettore Rosato, che ha ricevuto la delegazione M5s insieme all’omologo al Senato Luigi Zanda e al relatore della riforma Emanuele Fiano, alla domanda su come fosse andato l’incontro ha commentato: “Tutto bene”.

Sono iniziati, infatti oggi i colloqui del Pd con le altre forze politiche per trovare un’intesa sulle regole del voto. Mentre i grillini aprono al sistema tedesco con l’avallo dei loro iscritti, alla Camera il Rosatellum viene sommerso da più di 400 emendamenti, molti dei quali finalizzati a “tedeschizzarlo”.

Caduta l’ipotesi di “bilaterali” con i big dei partiti maggiori, questa mattina nella sede del Pd il segretario Matteo Renzi ha incontrato Riccardo Nencini, segretario del Psi e viceministro alle Infrastrutture. Questo pomeriggio, dalle 14 alle 16, il Pd vedrà a livello parlamentare, nell’ordine, i gruppi del M5S, di Mdp, i centristi. Domani, invece, toccherà a Forza Italia e Sinistra Italiana. E sempre domani si terrà anche la direzione dem, la prima della nuova segreteria uscita dalle primarie, dove Renzi porterà sul tavolo la proposta del partito.

Il punto di partenza è il testo base presentato in commissione Affari costituzionali della Camera, il cosiddetto Rosatellum, un sistema per metà proporzionale e per metà maggioritario. Ma il punto di arrivo è il “Tedescum”, un sistema misto (50% collegi uninominali e 50% circoscrizioni con il proporzionale) che però produce un effetto proporzionale e ha una soglia di sbarramento del 5%.

Se si trova un accordo sul tedesco, il testo base del Rosatellum verrà emendato in quella direzione. Come detto, oltre alle modifiche “tedeschizzanti” di Forza Italia, anche il relatore dem Emanuele Fiano ha già pronto un emendamento ad hoc in funzione del tedesco, la cosiddetta “carta di riserva” del Pd. Il punto che i Dem, Forza Italia ed M5S vogliono tenere fermo è lo sbarramento al 5%. Ridurlo, come vorrebbero i centristi e Sinistra italiana e tutti i partiti minori (dai verdiniani ai fittiani a Quagliariello), significherebbe snaturare l’impianto del tedesco e favorire la frammentazione partitica, che renderebbe più difficile la governabilità.

Il 5 giugno il testo dovrebbe approdare in aula alla Camera, con un’intesa che supera l’80% e lascia fuori di fatto solo la sinistra. I più ottimisti scommettono su un’approvazione a Montecitorio addirittura prima delle amministrative dell’11 giugno. In vista dell’accelerazione finale verso il voto anticipato. Che potrebbe essere il 24 settembre, come proposto dai Democratici, o addirittura il 10 come vorrebbe Beppe Grillo, due giorni dopo il decimo anniversario del V-Day e prima del 15 settembre, giorno in cui scattano le pensioni privilegiate di parlamentari.

Tratto da: http://www.repubblica.it/politica/2017/05/29/news/legge_elettorale_la_settimana_decisiva_si_punta_al_sistema_tedesco-166700777/camera