L’integrazione arriva dal lavoro: nuova sfida per i ragazzi della locanda sociale

La Locanda del Terzo Settore di Spinetoli, nelle Marche, dove lavorano ragazzi con disabilità, presenta il progetto “Professione Centimetro Zero”: specializzazione nel lavoro per spendere sul mercato le proprie capacità e competenze

OMA – Cinquanta coperti, per più di 200 presenze settimanali, 27 persone coinvolte, 100 per cento di risultati. Sono i numeri della Locanda del Terzo Settore “Centimetro zero”,  nel comune di Spinetoli (Ap), a un centinaio di metri dall’uscita della superstrada Ascoli Mare. Un modello di locanda sociale in cui l’attività di ristorazione è il punto d’arrivo di un progetto molto più ampio che coinvolge la disabilità, l’autoproduzione e il recupero creativo. Il nome – “Centimetro Zero” –  rimanda alla filiera corta dei prodotti (che arrivano dall’orto e da aziende locali) ma anche alle “distanze annullate tra ‘noi’ e ‘loro'”rispetto ai ragazzi con disabilità che ci lavorano. Sei giorni di apertura su 7, dal martedì alla domenica quando le porte si spalancano anche per il brunch. E per abbinare salute e buon gusto, si bruciano le distanze anche con la genuinità proponendo una cucina “zero zucchero, zero sale e zero conservanti”.

La Locanda offre un’opportunità di lavoro e percorsi formativi a ragazzi con diverse disabilità, che hanno in media 30 anni e in prevalenza una disabilità intellettiva, che frequentano il centro diurno di Spinetoli.Hanno contribuito ai lavori della Locanda, seguendo specifici percorsi formativi e per 10 mesi hanno lasciato il centro e raggiunto il casolare per ristrutturare tavoli, credenze e madie, decorare lampade, confezionare tendaggi e biancheria per la cucina.Ognuno ha un ruolo: camerieri, cuochi, addetti all’ospitalità e all’orto, dove le barriere architettoniche sono abbattute grazie a una serie di passerelle tra una fila di coltivazioni e l’altra “per consentire anche a chi è sulla carrozzina di partecipare e dare il suo contributo ai lavori agricoli”, sotto la guida esperta degli anziani del luogo.

Oggi la presentazione di un nuova sfida – che punta sulla formazione – per “consegnare ai ragazzi con disabilità una ‘patente’ spendibile all’esterno”. Un nuovo progetto  “Professione Centimetro Zero realizzato insieme alla Fondazione Carisap, che, come sottolinea Roberta D’Emidio, responsabile del progetto sociale (cooperativa Ucof) che gestisce la Locanda, “prevede una intensa fase di specializzazione per il lavoro che i ragazzi svolgono sia in sala che in cucina, coadiuvata da borse lavoro e tirocini”. “Dal lavoro all’integrazione, inizia adesso un importante percorso di formazione – spiega Emidio Mandozzi, responsabile della Locanda (cooperativa Ucof) – affinché i giovani possano spendere sul mercato non solo la propria disabilità ma anche esoprattutto le loro capacità e competenze. Crediamo che la vera integrazione consista proprio in questo”.

Lo staff della cucina è composto da 4 persone (cuoco senior, cuoco junior, aiuto cuoco, tirocinante aiuto cuoco), quello di sala da 5 unità (responsabile di sala, 3 camerieri, 2 dei quali provenienti del centro diurno, un operatore socio assistenziale). Il cuore pulsante della Locanda sono i 6 ragazzi del centro diurno che si impegnano in tutte le attività che la locanda promuove. Oggi i ragazzi sono soci della cooperativa che gestisce il progetto. “Da quest’anno – annuncia Mandozzi – lavorano con noi come tirocinanti, per 2 mesi, anche gli studenti con disabilità che hanno frequentato l’istituto Alberghierodi San Benedetto del Tronto (Ap). E’ un modo per dare continuità al percorso intrapreso e per sviluppare le potenzialità di ognuno”.

 

Il progetto Locanda del Terzo Settore è sostenuto dalla Fondazione Carisap di Ascoli Piceno e realizzato dalla cooperativa sociale Ucof con la collaborazione operativa dell’associazione Fruit. Tra i partners ci sono la cooperativa sociale Ama Aquilone, la Caritas di Spinetoli, l’Ambito Territoriale Sociale XXIII, la Cooperativa Sociale Service Coop, il Bim, Bacino Imbrifero Montano del Tronto. “La marcia in più che vogliamo dare ai nostri ragazzi – conclude Roberta D’Emidio – è la possibilità di toccare con mano il frutto del proprio lavoroe di essere parte concreta, attiva, del progetto. Sotto la guida dei nostri operatori hanno ristrutturato gran parte dei mobili, hanno decorato le lampade, hanno scelto i colori delle seggiole, ci hanno scritto sopra i propri nomi: ognuna è diversa dall’altra, perché ognuno di noi è una persona unica, con la sua fantasia, i suoi limiti e i suoi punti di forza. Abbiamo pensato la Locanda come un punto di aggregazione a doppio binario, rivolto soprattutto all’esterno, perché le distanze si accorciano solo se si compiono piccoli passi da entrambe le direzioni. Era il nostro principale obiettivo. E siamo felici di averlo centrato”.

Tratto da: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/547636/L-integrazione-arriva-dal-lavoro-nuova-sfida-per-i-ragazzi-della-locanda-socialelocanda sociale