ottobre
L’omicidio pianificato di Zina, che aveva provato a lasciare il marito violento: oggi la convalida dell’arresto
Posted by Ileana Argentin at 12:33 PM. Placed in Rassegna stampa category
Erano sposati da 13 anni, la scorsa settimana la donna aveva chiamato i carabinieri dopo una lite con il marito, ma aveva deciso di non denunciarlo. Si era trasferita a casa della sorella, lui le aveva detto: “Ti ammazzo e poi mi uccido io”
Zinaida – Zina, così la chiamavano amici e parenti – aveva capito che suo marito poteva diventare pericoloso. Per questo la scorsa settimana si era rivolta ai carabinieri del suo paese, spiegando che l’uomo negli ultimi tempi aveva “crisi di gelosia”, minacciava gesti violenti, alzava la voce. Non l’aveva denunciato però, alla fine, forse pensando che allontanandosi da lui le cose sarebbero andate meglio. Invece non è andata così: nella notte tra sabato e domenica lui, Maurizio Quattrocchi, 47 anni, da poco licenziato da una ditta in cui faceva il muratore, pizzaiolo in passato e con piccoli precedenti per ricettazione e guida in stato di ebbrezza alle spalle, l’ha aspettata sotto casa della sorella, dove Zinaida Solonari, 36 anni, arrivata tanto tempo fa nella Bergamasca da Basarabeasca, un paesino della Moldavia al confine con l’Ucraina, si era rifiugiata da qualche giorno con le sue tre figlie. Due coltellate, una alla gola e una al torace: per Zina non c’è stato scampo, è morta nel cortile di una palazzina a Cologno al Serio, mentre le sue tre figlie dormivano a pochi metri di distanza. La fuga di Quattrocchi sulla sua vecchia Peugeot 207 è durata poco meno di 16 ore: mentre era in corso una imponente caccia all’uomo organizzata dai carabinieri con posti di blocco e controlli nei luoghi da lui frequentati, seguendo le tracce del suo cellulare arrivando così ad accerchiarlo tra Calcio e Martinengo, l’uomo stava per entrare nella caserma di Martinengo, ed è stato allora che alcuni militari in borghese lo hanno bloccato. Portato poi alla caserma di Treviglio è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato e portato in carcere a Bergamo. Oggi la pm di Bergamo Letizia Ruggeri chiederà la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere per omicidio aggravato.
La gelosia, ancora una volta, utilizzata come spiegazione di un femminicidio. La convinzione che la moglie avesse un altro uomo, e che questo fosse un oltraggio inaccettabile. “Se te ne vai ti uccido e poi mi ammazzo”, le aveva detto dopo l’ultima lite. Zinaida viveva da anni in Italia, qui c’erano altri suoi parenti, qui aveva sposato ormai 13 fa quell’uomo di dieci anni più grande di lei. Aveva già una figlia, che adesso ha 16 anni, insieme hanno avuto altre due bambine, di 12 e 8 anni, ma anche la più grande era stata riconosciuta da Quattrocchi, e tutte e tre le figlie, ancora bambine, sono tra le poche foto del profilo Facebook dell’uomo. Lui impieghi saltuari – e l’ultimo lavoro l’aveva perso per una lite con il titolare -, e lei cameriera in ristoranti e alberghi, ma con anche un secondo lavoro, quello di modella. Dall’appartamento al quarto piano di una palazzina di via Crema a Cologno al Serio era andata via la scorsa settimana, dopo che per la prima volta erano arrivati in casa i carabinieri, chiamati da Zina per una lite con il marito. I militari, vedendo anche la reazione dell’uomo, le avevano consigliato di allontanarsi e andare a vivere da qualche altra parte e lei lo aveva fatto: ma si era trasferita poco lontano, per non rendere difficile per le sue figlie continuare ad andare a scuola. Aveva trovato ospitalità a casa di sua sorella Oxana, sposata con il nipote di suo marito Maurizio: un doppio filo, un indirizzo che lui conosceva bene. “Non pensavamo potesse arrivare a questo”, è adesso quello che dice sua sorella, sotto choc.
Il coltello portato da casa, l’attesa in strada che Zina tornasse dal lavoro: quell’aggressione è stata pianificata, e sono un di più le parole riferite ai carabinieri ieri da diversi testimoni, che parlano di un uomo “litigioso” e “prepotente”. La donna ha fatto appena in tempo a parcheggiare la sua Jeep Cherokee alla sinistra del cancelletto e a fare tre metri prima che lui l’aggredisse con un coltello da cucina. Colpi violenti che però non le hanno fatto subito perdere conoscenza: le sue grida hanno svegliato i vicini e sua sorella, che hanno chiamato i soccorsi mentre il marito iniziava la sua fuga, forse questa sì, non pianificata, visto che non aveva un luogo dove nascondersi e ha vagato fino a quando non ha capito che era finita.
Tratto da:
https://milano.repubblica.it/cronaca/2019/10/07/news/femminicidio_zinaida_solonari_maurizio_quattrocchi_bergamo-237880354/?ref=RHPPLF-BH-I237811730-C8-P11-S1.8-T1