Pakistan: il reato di blasfemia colpisce musulmani, ahmadi e cristiani

444Asia Bibi è il caso più noto tra le persone accusate per il reato di blasfemia in Pakistan. Alla fine la donna è stata liberata, ma altre centinaia rischiano la prigione a vita o la condanna a morte per aver profanato il Corano o offeso Maometto. La maggior parte delle vittime è musulmana.

Quello di Asia Bibi è probabilmente il caso più conosciuto legato al reato di blasfemia in Pakistan. La donna – contadina cristiana, sposata e mamma di cinque figli – era stata arrestata proprio con questa accusa nel 2009, condannata a morte l’anno seguente e infine liberata (la sentenza definitiva è dello scorso gennaio). Dovrebbe lasciare presto il Paese, a causa anche di minacce di morte nei suoi confronti, ma fino ad allora non potrà essere considerata fuori pericolo.

Molte vittime tra i musulmani. La legge sulla blasfemia colpisce in Pakistan più gli stessi musulmani che qualunque altra confessione. Secondo la National Commission for Justice and Peace, infatti, tra il 1987 e il 2017 sono stati accusati e arrestati per questo reato 774 musulmani, 501 ahmadi (una comunità nata in India sotto l’impero britannico e da sempre vittima di discriminazione), 219 cristiani, 29 induisti e 11 di altre religioni. Per quanto riguarda i cristiani, poi, la stessa Commissione, fondata nel 1985 dai vescovi cattolici del Paese asiatico, ha fatto sapere ad Acs-Italia e all’Agensir che ad oggi sono 187 i cristiani costretti ad affrontare l’accusa di blasfemia.

Storia del reato. Il reato di blasfemia in Pakistan affonda le proprie radici una quarantina d’anni fa. Le pesanti leggi in materia, infatti, sono state introdotte sotto il regime del generale Zia ul-Haq (1980-1986). In dettaglio, nel 1982 è stato previsto l’ergastolo per chi osava dissacrare o offendere il Corano. Quattro anni dopo, poi, è stata introdotta anche la possibilità della pena di morte per tutti coloro i quali insultano Maometto, anche utilizzando internet.

Manifestazione in sostegno di Asia Bibi (via Flickr)
Blasfemia, Asia Bibi 2
In pericolo. Ad oggi, stando alla Human Rights Commission for Pakistan (Hrcp), ci sono come minimo 40 persone arrestate per blasfemia che rischiano la condanna a morte o il carcere a vita. Nessuna esecuzione è mai stata eseguita fino ad ora, ma questo non vuole dire che non ci siano mai state vittime. Dal 1990 ai nostri giorni, infatti, si calcola che oltre 60 persone sono state uccise dai fanatici senza neppure poter arrivare ad essere giudicati regolarmente da un giudice. «Sia lo Sato che la società civile hanno bisogno di un’autoanalisi», ha sottolineato l’Hrcp commentando l’ultima sentenza favorevole ad Asia Bibi.

L’articolo integrale di Giulia Cerqueti, “Blasfemia: in Pakistan il reato colpisce musulmani, ahmadi e cristiani”, può essere letto su Osservatorio Diritti. (foto HazteOir.org via Flickr).

Tratto da: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/626740/Pakistan-il-reato-di-blasfemia-colpisce-musulmani-ahmadi-e-cristiani