Pancalli, sogno sorrisi 3.000 bambini a centro paralimpico

(ANSA) – ROMA, 28 SET – ”Spero di vederlo colorato ogni giorno dei sorrisi di 3mila bimbi disabili, ma il mio sogno e’ che fosse utilizzato anche per la riabilitazione”: cosi’ il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, intervenendo ai microfoni della trasmissione “Sport Academy” su Radio Cusano Campus parlando del Centro di preparazione paralimpica del Tre Fontane inaugurato nei giorni scorsi. “Cittadella mi sembra un diminutivo, noi parliamo di centro di avviamento e preparazione allo sport paralimpico -ha affermato Pancalli-. L’errore che non si deve commettere e’ ritenerla un corpo avulso rispetto alle politiche del comitato paralimpico. Deve essere parte integrante della nostra azione politica. Spero che la costruzione della foresteria con 96 posti letto e il palazzetto per le attivita’ indoor possano avvenire quanto prima. Io mi auguro di vedere queste strutture colorate dei sorrisi di 3000 bambini disabili tutti i giorni. Ma il mio sogno e’ che attraverso la foresteria si possa rivendicare un altro pezzo: rappresentare nel Paese una sorta di fase 2 dei percorsi riabilitativi. Molti di noi, dopo incidenti o patologie, passano il periodo acuto della riabilitazioni in locali in dimensione protetta e sanitarizzata. A me piacerebbe che alla fine di questo percorso si riuscisse a dare la possibilita’ ai ragazzi di passare un mese nel nostro centro per fare un altro tipo di riabilitazione attraverso lo sport. Finche’ continueremo a sognare questa struttura continuera’ a vivere”. Pancalli ha sottolineato che ”la sfida del comitato paralimpico e’ allargare sempre di piu’ il numero dei praticanti, rispondendo al diritto allo sport di tanti ragazzi disabili nel Paese. Tanti rimangono esclusi perche’ non esistono infrastrutture sportive accessibili, per presenza di barriere architettoniche e sensoriali. Bisogna anche pensare ad una cultura dell’accoglienza, serve personale qualificato e formato per accogliere la sacrosanta domanda di diritto allo sport dei disabili”. “La scuola e’ fondamentale – ha aggiunto poi Pancalli -, e’ un momento di passaggio che coinvolge soprattutto tanti ragazzi con disagio intellettivo e con disabilita’ di tipo fisico e sensoriale. Anche nella scuola bisogna passare da una cultura dell’esonero della persona disabile durante l’educazione motoria ad una cultura dell’accoglienza, adattando le attivita’ sportive anche alle esigenze del bimbo disabile. Ad esempio, normalmente alle famiglie dei bimbi disabili viene chiesto di presentare l’esonero, ma in questo caso non e’ il bimbo che perde, sono la scuola e il Paese che perdono, e’ la scuola che diventa handicappata”.luca-pancalli