Roma, clienti chiamate «ciccione» sullo scontrino del «Jinja Parioli»

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L’appellativo rivolto ad un gruppo di turisti a pranzo nel ristorante giapponese: tre donne e un uomo. Ma alla richiesta di spiegazioni, il gelo. La denuncia su Facebook

Un pranzo fuori con gli amici nella Città Eterna. La scelta ricade su un ristorante giapponese ai Parioli. Tutto bene fino a che non arriva il conto. Ma stavolta la brutta sorpresa non era in agguato dietro ad un scontrino dal prezzo «pompato», bensì si nascondeva dietro all’appellativo con cui gli ospiti erano stati poco carinamente etichettati: «ciccione».

Il post di denuncia

Una delle protagoniste, Elisa Barbolini, di Sassuolo, lo denuncia subito sul suo profilo Facebook, citando esplicitamente il «Jinja Parioli», dove si sono svolti i fatti («Il Giornale» lo pubblica in un articolo): «Ieri a pranzo in 4 (3 donne ed 1 uomo). Questo è lo scontrino non fiscale che ci hanno portato. Alla cassa, in mia presenza (le altre 2 erano uscite a fumare), il mio amico ha fatto notare che qualcosa non andava ma nessuno ci ha chiesto scusa. Si sono solo affrettati a fare lo scontrino fiscale per toglierci questo dalle mani. Su Tripadvisor ho scritto una recensione che si ricorderanno, con tanto di foto, che sono ancora in attesa che pubblichino però. Bodyshaming ne abbiamo?».

L’aggiornamento

Elisa non demorde e il giorno successivo aggiorna i suoi amici virtuali, perché il suo amico voleva spiegazioni e ha chiamato di nuovo il «Jinja». «È stato risposto – scrive – che si tratta del nome dell’operatore, che vengono date sempre spiegazioni in merito alla cassa e che alla cassa (toh!) c’era proprio lui ieri al momento del fatto». Ma la spiegazione non la convince affatto.

Tratto da: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_dicembre_11/roma-clienti-chiamate-ciccione-scontrino-jinja-parioli-d420467e-de4c-11e7-b187-5e2bcfb79ac2.shtml