Scuola. Disabili in aula, l’inclusione si farà assieme alle famiglie

ttttCambia radicalmente l’approccio, nel segno indicato dalle Nazioni Unite, secondo cui la disabilità è tale in relazione al contesto in cui è inserito lo studente
Nascono i Gruppi per l’inclusione territoriale (con la partecipazione di esperti selezionati), mentre il Gruppo operativo scolastico prevede la presenza dei genitori dei soggetti con difficoltà e degli stessi ragazzi, una volta diventati maggiorenni Una delle numerose attività che impegnano i ragazzi disabili a scuola
Nascono i Gruppi per l’inclusione territoriale (con la partecipazione di esperti selezionati), mentre il Gruppo operativo scolastico prevede la presenza dei genitori dei soggetti con difficoltà e degli stessi ragazzi, una volta diventati maggiorenni Una delle numerose attività che impegnano i ragazzi disabili a scuola.

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Lo studente e le sue necessità al centro del sistema e un maggiore coinvolgimento delle famiglie e dell’intera comunità scolastica. Cambia nel senso della «corresponsabilità educativa» la legge 66 del 2017 sull’inclusione degli alunni disabili, modificata l’altra sera dal Consiglio dei ministri. Le norme entreranno in vigore con il nuovo anno scolastico e andranno a incidere sulla vita in classe (e non solo) di 245mila studenti disabili.

Prendendo a riferimento il principio riconosciuto dalle Nazioni Unite, per cui la disabilità è tale in relazione al contesto, la riforma va nella direzione di offrire opportunità specifiche ai ragazzi con diverse abilità, condizione indispensabile per garantire una maggiore autonomia e una qualità della vita più elevata. Alla base di tutto questo processo, c’è un Piano didattico individualizzato, strettamente legato alle caratteristiche del singolo studente, a cui dovranno guardare sussidi, strumenti e metodologie di studio. «Con questo provvedimento facciamo davvero un grande passo avanti – sottolinea il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti –. Abbiamo lavorato in accordo con le associazioni di settore e l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Il governo ha dimostrato di dare attenzione concreta a questi temi. Siamo passati dalle parole ai fatti.

Appena insediato – prosegue Bussetti – ho subito voluto far ripartire l’Osservatorio sull’inclusione, che era rimasto fermo. Per mesi abbiamo lavorato per raggiungere questo risultato. Ringrazio anche il ministro Lorenzo Fontana che ha collaborato fattivamente per raggiungere questo importante obiettivo in un clima di costante collaborazione. Tutti i nostri giovani, nessuno escluso, devono essere protagonisti della loro crescita e devono essere messi in con- dizione di esprimere tutte le loro potenzialità». Un obiettivo al cui raggiungimento collaborerà, l’intera comunità scolastica, che sarà coinvolta nel suo insieme nei processi di inclusione. La riforma, che va a modificare nella sostanza il decreto legislativo 66 del 2017, prevede anche la revisione della composizione delle commissioni mediche per l’accertamento della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica: saranno sempre presenti, oltre a un medico legale che presiede la Commissione, un medico specialista in pediatria o neuropsichiatria e un medico specializzato nella patologia dell’alunno.

«Un cambio di passo – si legge in una nota del Miur – che punta ad assicurare la presenza di uno specialista nella patologia dell’alunno». Inoltre, anche i genitori e, dove possibile, nel caso di maggiorenni, gli stessi alunni con disabilità, potranno partecipare al processo di attribuzione delle misure di sostegno, per superare l’attuale impostazione che prevede una meccanica associazione tra la certificazione data ai sensi della legge 104 e il supporto offerto all’alunno. Tra le novità del decreto, ci sono i Gruppi per l’inclusione territoriale (Git) su base provinciale, composti da docenti esperti che affiancheranno le scuole nella redazione del Piano educativo individualizzato (Pei) e nell’uso dei sostegni previsti nel Piano per l’inclusione. «I Git – spiega un comunicato del Ministero – avranno anche il compito di verificare la congruità della richiesta complessiva dei posti di sostegno che il dirigente scolastico invierà all’Ufficio scolastico regionale».

A livello delle singole scuole sarà attivato, invece, il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori dell’alunno con disabilità, delle figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con l’alunno stesso, nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare e con un rappresentante designato dall’Ente locale. Il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione avrà il compito di redigere il Piano educativo individualizzato, compresa la proposta di quantificazione di ore di sostegno e delle altre misure di sostegno, tenuto conto del profilo di funzionamento dell’alunno.

Soddisfazione per la riforma uscita dal Consiglio dei ministri è stata espressa anche dal sottosegretario all’Istruzione, Salvatore Giuliano. «L’inclusione si realizza con il contributo di tutti. Per questo abbiamo voluto sottolineare il concetto di “corresponsabilità educativa” per valorizzare e dare centralità al ruolo della comunità scolastica».

Tratto da: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/disabili-la-scuola-pi-inclusiva