SOCIALE. ANIMATORI E AIUTO BAGNINI: SEMPRE PIÙ RAGAZZI DISABILI IN STAFF SPIAGGE

pIl progetto si chiama “Marina c’entro” e ha coinvolto 8 lidi riminesi. Obiettivo? Favorire l’ingresso nel mondo del lavoro delle persone con disabilita’, 2 i ragazzi assunti. Mazzotti: “Vogliamo coinvolgere ancora piu’ stabilimenti, poi andremo oltre la regione. L’obiettivo e’ assumere 35 ragazzi la prossima stagione” (RED.SOC.) RIMINI – Animatori, addetti all’infopoint, aiuto bagnini, impiegati in ruoli di contatto con i clienti e i turisti: tutti lavori non facili da svolgere, almeno apparentemente, se si convive con una disabilita’. E se fossero gli stabilimenti a doversi adattare alle persone con disabilita’, e non il contrario? E’ la scommessa che si sono posti 8 stabilimenti balneari di Rimini con il progetto “Marina c’entro”, partito la scorsa estate e in programma anche per la stagione turistica 2018. Far emergere potenzialita’ nascoste e uscire dagli stereotipi che la disabilita’ ancora porta con se’ sono gli obiettivi dell’iniziativa. Come raggiungerli? Coinvolgendo 11 disabili, con eta’ dai 19 ai 40 anni, nello staff degli stabilimenti balneari. Unico denominatore il contatto con il pubblico, per abbattere le barriere che separano disabili e normodotati. “Vorremmo che fosse l’inizio di un cambiamento culturale”, ha detto Stefano Mazzotti, gestore dello stabilimento numero 28 e coordinatore del progetto Marina c’entro. La difficolta’ di creare un consorzio tra alcuni stabilimenti di Rimini i cui rapporti, in passato, non erano sempre stati facili, e il comune accordo di realizzare un progetto che avesse una valenza sociale importante, slegata pero’ dalle dinamiche della concorrenza: cosi’ e’ nata l’iniziativa Marina C’entro, dall’accordo tra i gestori delle spiagge dal 19 al 28, le associazioni Crescere insieme e Rimini autismo, la cooperativa sociale Millepiedi, la Fondazione Enaip e il campus di Rimini dell’Universita’ di Bologna. Sono stati gli stabilimenti, una volta partito il progetto, a volersi adattare alle esigenze dei partecipanti, non il contrario: “Per prima cosa abbiamo creato mansioni su misura per i ragazzi – spiega Mazzotti – Abbiamo voluto sviluppare le loro capacita’ comunicative nei ruoli di contatto, come l’animatore, l’aiuto bagnino e l’addetto al punto informazioni dello stabilimento”. Il passo successivo e’ stata la formazione degli staff degli stabilimenti a cura di Enaip, che ha anche fornito i tutor in grado di affiancare i ragazzi e il personale sulle spiagge. E’ stato poi il turno della discesa in campo dei ragazzi disabili, indicati dalle associazioni Crescere insieme, Rimini autismo e Millepiedi. “Con i ragazzi, il lavoro negli stabilimenti e’ stato diverso per tutti. Loro hanno potuto crescere, sono stati estremamente produttivi – continua Mazzotti – anche noi siamo cambiati con loro, abbiamo avuto un approccio meno formale e piu’ amichevole”. Molto soddisfatti anche i bagnanti: “Non tutti si sono accorti subito di avere dei bagnini disabili, ma notavano che in loro c’era qualcosa di diverso. Qualcuno ci ha chiesto spiegazioni ma, una volta ricevute, si sono dimostrati entusiasti del progetto”. Non solo l’abbattimento delle barriere sociali che impediscono una completa accettazione della disabilita’ da parte di chi e’ normodotato: obiettivo di “Marina c’entro” e’ stato anche far acquisire ai ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa competenze sul lavoro, che potranno permettere loro di trovare un lavoro in questo settore. L’obiettivo e’ stato raggiunto: 2 ragazzi sono stati assunti a tempo pieno e confermati anche per la stagione estiva 2018. Ma il progetto non finisce qui. “Vorremmo coinvolgere ancora piu’ stabilimenti a Rimini e anche fuori regione – ha concluso Mazzotti – Il nostro obiettivo per l’estate prossima di triplicare il numero degli stabilimenti partecipanti e arrivare ad assumere 35 ragazzi”. (Simone Lippi Bruni) (www.redattoresociale.it) 12:40 30-09-17 NNNN