8 marzo, Spagna, al via il primo sciopero delle donne

People attend the anti-government, pro-abortion demonstration in front of Polish Pariament in Warsaw, Poland, Saturday, Oct. 1, 2016. (AP Photo/Czarek Sokolowski)

(askanews) – “Se ci fermiamo noi, si ferma il mondo”: questo lo slogan per l’8 marzo delle donne spagnole, celebrato per la prima volta con uno sciopero generale – anche dell’istruzione e del consumo – e numerose manifestazioni previste in tutte le principali città del Paese. Uno sciopero inedito che per motivi di copertura legale viene considerato come lavorativo, ma senza picchetti o serrate dal momento che, come ricorda il quotidiano spagnolo El Diario, gli uomini dovrebbero lavorare normalmente e non tutte le donne possono permettersi nelle proprie aziende di aderire all’iniziativa. Iniziativa peraltro che avrà modalità diverse a seconda anche delle sigle sindacali: la maggior parte dei sindacati di base e indipendenti ha infatti proclamano lo stato di agitazione per 24 ore, mentre le due principali organizzazioni confederali, Ugt e Comisiones Obreras, si sono “accontentate” di due ore per turno dato il carattere inedito e in qualche modo sperimentale dello sciopero. L’iniziativa ha provocato reazioni polemiche anche all’interno del mondo politico, dal quale è arrivato un sostegno tutt’altro che unanime, specie da parte del blocco conservatore del Pp e di Ciudadanos: il premier Mariano Rajoy ha assicurato che l’esecutivo nutre il massimo “rispetto” per lo sciopero, dopo però che due membri del Pp, la titolare dell’Agricoltura, Isabel Tejerina, e la governatrice della comunità autonoma di Madrid, Cristina Cifuentes, avevano proposto uno “sciopero alla giapponese”, ovvero lavorare più ore. Lo stesso ministro per le Pari opportunità, Dolors Montserrat, ha preso le distanze dicendosi soddisfatta che una parte delle donne aderisse all’iniziativa ma che un’altra scegliesse di lavorare normalmente, definendo il femminismo come “una semplice etichetta” e lanciando un appello a evitare una “guerra dei sessi”. Al momento lo sciopero sta causando notevoli problemi nei trasporti delle principali città: difficoltà e sospensioni del servizio si registrano a Madrid, Barcellona e Valencia, mentre diversi programmi televisivi e radiofonici sono stati cancellati o vanno in onda senza la partecipazione delle giornaliste.