In difesa del volontariato di montagna: compie 20 anni il primo Csv italiano

 

XXXIl Centro di servizio di Belluno non sarà interessato dall’accorpamento previsto dalla riforma del Terzo settore per le strutture di altri territori. A fine settembre una festa con la città concluderà le celebrazioni di una storia nata dalle intuizioni di quattro decenni fa. “Il volontariato puro sta scomparendo”.
BELLUNO – La provincia di Belluno si sta spopolando. A marzo di quest’anno contava poco più di 205 mila abitanti, solo nel 2013 erano quasi 210 mila (l’anno d’oro è stato il 1981 con oltre 220 mila). In una recente analisi pubblicata sul quotidiano “Il Corriere delle Alpi” il sociologo Diego Cason ha manifestato forti preoccupazioni per il futuro della montagna veneta. “Attenzione, – ha ammonito, – perché la diminuzione dei giovani (le nuove statistiche parlano di un calo di 8 mila residenti di età compresa tra 0 e 30 anni) e l’aumento dell’età pensionabile rischiano di far sparire il volontariato, a sostegno soprattutto degli anziani”.
A pochi giorni dalla grande festa finale per i suoi 20 anni (30 settembre-1 ottobre), la riflessione dei dirigenti del CSV di Belluno – il primo a nascere dei 71 oggi esistenti in Italia – parte proprio da quella analisi. “Viviamo in un territorio depauperato (demograficamente), dove lo spopolamento pesa sui diversi settori e provoca allarmi quotidiani circa la mancanza di volontari attivi, soprattutto giovani, – dice il direttore Nevio Meneguz. – Ecco perché abbiamo attivato di recente uno sportello di orientamento ai volontariati (al plurale). L’attività volontaristica pura sta scomparendo. A fianco di azioni ormai consolidate (come il programma ‘CSV… volontario anche tu!’), una parte sempre più consistente di giovani si avvicina oggi al volontariato grazie al programma Erasmus+ e al Servizio volontario europeo (SVE), coordinati dal Centro studi ricerca e progettazione, che permettono loro di conoscere associazioni e volontari di tutta Europa. Ma dalla stampa e dai media locali riscontriamo quotidianamente come il volontariato sia sempre più soggetto a erogare beni e servizi di interesse collettivo, che assoggettano l’associazionismo a norme e prassi sempre più complesse e articolate, tipiche di una gestione pubblica dei servizi. Questo ha un impatto anche sulle nostre attività, perché ci viene richiesto di gestire un sempre più approfondito livello di problematiche”.
Il cambio di pelle avverrà presto e sarà fortemente condizionato dalla riforma del Terzo settore, che “rimetterà in gioco il volontariato e il nostro ruolo di gestione non potrà prescindere dagli effetti analizzati da Cason, aggiunge Giorgio Zampieri, presidente del Comitato d’Intesa, ente gestore del CSV di Belluno. – Non sappiamo ancora quanti e quali spazi di manovra siano possibili per cambiare direzione. Sappiamo che è necessario farlo partendo da noi. Cominciare da queste domande e dalla voglia di cambiare, con creatività e libertà. Ecco ciò che ci aspetta. E da parte nostra c’è il fermo proposito di continuare ad operare per il bene comune”.
La stessa riforma del Terzo settore ha intanto confermato che – in quanto riferimento di una provincia montana e confinante con paesi esteri – il CSV di Belluno non sarà interessato dall’accorpamento previsto per i Centri in altri territori. La festa che animerà la città sarà dunque fortemente proiettata al futuro, ma anche celebrativa di una storia durata esattamente il doppio dei 20 anni ufficiali del Centro di servizio per il volontariato.
Tutto ebbe inizio infatti nel 1975, con vari contatti avvenuti spesso per strada o al bar fra alcuni dei principali rappresentanti del mondo volontaristico provinciale. Il primo appuntamento informale risale al 21 marzo del 1976, proposto da Renzo Stefano Mattei che tanto sollecitava un coordinamento avendo intuito per primo il bisogno di innovare la presenza del volontariato nel territorio bellunese. Il Comitato d’Intesa nacque ufficialmente nel febbraio del 1977 con 9 associazioni aderenti e la presidenza affidata a Valentino Dal Fabbro; oggi ne fanno parte oltre 170.
Il progetto di gestione del CSV di Belluno si basò sull’esperienza del progetto Helios della Commissione Europea, che dal 1989 al 1996 aveva coinvolto il volontariato e le istituzioni bellunesi grazie al lavoro svolto dall’associazione Centro studi Prisma. Il CSV di Belluno – nato il primo febbraio 1997 – aveva obiettivi ambiziosi: promuovere la partecipazione attiva delle organizzazioni di volontariato; incentivare lo sviluppo delle aree scoperte; creare sinergia e collaborazione anche con gli enti locali. Tra il 1999 ed il 2014 il CSV ha aperto sportelli territoriali nei Comuni di Feltre, Cencenighe Agordino, Calalzo di Cadore e Puos d’Alpago. È stato inoltre fra i promotori del Coordinamento dei CSV regionali e di CSVnet.
“In controtendenza rispetto alla volontà legislativa avevamo deciso di sostenere direttamente le attività delle associazioni erogando finanziamenti per i progetti nella misura di quasi l’80 per cento delle somme disponibili e destinando solo il 20 per cento a sostegno dei servizi e la gestione del CSV, – ricorda il già direttore Angelo Paganin. – Questa azione ha permesso una crescita del volontariato provinciale che di sicuro saprà far fronte alle sfide future”.
“In questi vent’anni di gestione del CSV è aumentato il ruolo politico del Comitato, – conclude Zampieri – quale interlocutore privilegiato con le istituzioni non solo locali e a nome della solidarietà organizzata provinciale. Oggi ricordare è dare testimonianza e riconoscere che la forza propulsiva iniziale è ancora viva e sempre più necessaria”.

TRATTO DA: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/547036/In-difesa-del-volontariato-di-montagna-compie-20-anni-il-primo-Csv-italiano