Gentiloni in centro e Orfini in periferia, il centrosinistra prova a espugnare la capitale grillina

PD

La sfida alla capitale grillina si combatte quartiere per quartiere. Solo due anni fa il Movimento Cinque Stelle ha conquistato il Campidoglio con percentuali che pochi immaginavano. Oltre 770mila voti al ballottaggio per Virginia Raggi, quasi il 70 per cento dei consensi. Nelle stesse strade, adesso centrodestra e centrosinistra cercano la rivincita. È una questione di orgoglio, Roma non può essere lasciata in mano ai grillini. Ma soprattutto di poltrone. Dalla Città Eterna passano gli equilibri del prossimo Parlamento. La circoscrizione Lazio 1, che corrisponde al territorio di Roma Capitale, mette in palio 38 seggi per Montecitorio. Ventiquattro saranno attribuiti con il metodo proporzionale, ma ben quattordici saranno assegnati in altrettanti collegi uninominali. Sono le sfide più attese, quelle da dentro o fuori. Nel centro storico e in periferia, dai rioni più antichi fino al lido di Ostia, i candidati si affronteranno faccia a faccia. Passa chi prende un voto in più degli avversari.

Nonostante i problemi dell’amministrazione grillina, alcune zone restano roccaforti a Cinque Stelle. Territori quasi impossibili da espugnare. Profonda periferia orientale, Tor Bella Monaca. Qui nel 2016 la sindaca Raggi ha conquistato il 79,2 per cento per voti. En plein. Oggi la zona è inserita nel collegio Collatino, insieme a Pietralata, Ponte Mammolo e Tor Sapienza. A un mese dalle elezioni, il risultato sembra già segnato. Il candidato grillino è Massimiliano De Toma, il presidente di Federmoda Roma. Proverà a contendergli il seggio un volto noto del centrodestra, l’ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini. La sfida è aperta: il Pd sceglie un docente universitario, Cesare San Mauro. Professore di diritto dell’Economia alla Sapienza. Ma in un territorio difficile anche la presenza di Casapound rappresenta un’incognita. Nelle periferie romane i fascisti del terzo millennio sono presenti da tempo e raccolgono consensi. Qui A San Basilio ci sarà uno dei leader della formazione: Mauro Antonini.

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Solo due anni fa il Movimento Cinque Stelle ha conquistato il Campidoglio con percentuali che pochi immaginavano. Oltre 770mila voti al ballottaggio per Virginia Raggi, quasi il 70 per cento dei consensi. Nelle stesse strade, adesso centrodestra e centrosinistra cercano la rivincita. È una questione di orgoglio, Roma non può essere lasciata in mano ai grillini. Ma soprattutto di poltrone

I big che scelgono di candidarsi nei quartieri romani sono numerosi. Ma come in un gioco di incastri, le sfide dirette sono pochissime. Le speranze del Partito democratico sono radicate in centro: i primi due collegi sono considerati a portata di mano. A Roma Trionfale corre il premier Paolo Gentiloni. Qui votano gli abitanti del rione Monti e dell’Esquilino. Ma nei confini disegnati al Viminale rientrano anche Testaccio e Trastevere, poi la zona nord fino al quartiere Flaminio. «È la zona dove vivo e lavoro da sempre» ha detto il presidente del Consiglio. Si dice che le sue possibilità di tornare a Palazzo Chigi passeranno proprio dal risultato all’uninominale. Una sconfitta rischia di precludere ogni possibile conferma. È fortunato: gli avversari non sembrano imbattibili. In questo collegio i Cinque Stelle scelgono una candidatura evocativa. A correre sarà il cinquantenne Angiolino Cirulli, piccolo imprenditore ed ex risparmiatore di Banca Etruria. «Contro il premier dei governi che hanno tutelato i banchieri – ha spiegato Luigi Di Maio – noi candidiamo chi non è stato tutelato». Il centrodestra si affida al democristiano Luciano Ciocchetti, esponente dell’Udc, Liberi e Uguali al vicepresidente Arci Filippo Miraglia. E poi c’è Simone di Stefano, leader di Casapound e candidato premier del movimento. Centro storico, Parioli, Nomentano… questi quartieri rappresentano gli unici argini che due anni fa hanno retto all’ondata grillina. Da queste parti al primo turno il candidato sindaco Roberto Giachetti era riuscito persino a prevalere sulla Raggi. Sono i quartieri bene della ricca borghesia romana. Molti di queste zone oggi rientrano nel collegio Roma Montesacro. Dalla Salaria a Tor di Quinto, passando per il quartiere Trieste. Ci sono circa 200mila abitanti, è il collegio meno numeroso della città. Qui il Partito democratico ha scelto di candidare la ministra della Pubblica Amministrazione Marianna Madia. Se la vedrà con Maria Teresa Bellucci, altra docente de La Sapienza, in corsa per il centrodestra. I Cinque Stelle puntano su Claudia Giacchetti, funzionaria dell’agenzia delle Dogane salita agli onori delle cronache per una denuncia di illeciti. Un derby tutto femminile.

Si sale a Nord, Castel Giubileo. Il terzo collegio è enorme. Tra Cassia e Flaminia: Prima Porta, Labaro, La Storta, Tomba di Nerone. Ci rientra anche la zona di Ottavia, dove abita la sindaca Raggi. A girare queste strade per conquistare voti e rielezione saranno tre deputati di prima fascia. La berlusconiana Annagrazia Calabria, la dem Lorenza Bonaccorsi e l’esponente di sinistra Alfredo D’Attorre. Per i grillini in campo Riccardo de Angelis. Nel collegio Gianicolense, invece, i Cinque Stelle hanno fatto un pasticcio. Siamo nella zona ovest della città, quartieri Portuense e Aurelio. È il quadrante di Tor di Valle, dove sorgerà il nuovo stadio della Roma. Per questo territorio i pentastellati avevano scelto l’ammiraglio Rinaldo Veri. Ma il militare è stato costretto a fare un passo indietro, dopo la scoperta di una sua recente candidatura a Ortona con il sostegno del centrosinistra. Al suo posto era stata chiamata Carla Ruocco, deputata uscente e tra volti più noti dei parlamentari grillini. Ma ieri sera il nuovo colpo di scena: a correre per i grillini sarà il giornalista Dino Giarrusso, celebre volto del programma Le Iene. Giancolense doveva essere anche il collegio di Roberto Giachetti, che all’ultimo è stato dirottato dal partito in Toscana (in un collegio ben più abbordabile, raccontano). Per il centrosinistra corre allora Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani ed esponente della lista +Europa. Già consigliere capitolino e promotore del referendum per la messa a gara del trasporto pubblico romano. Completano la sfida l’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina e Olimpia Tarzia. Già consigliera regionale del Lazio, tra i fondatori del Movimento per la vita e presidente del comitati per la Famiglia.

Senato: particolarmente interessante il collegio uninominale di Roma Gianicolense. A giudicare dai protagonisti, sarà una sfida sui temi etici. Per il centrosinistra corre Emma Bonino, già ministro degli Esteri, leader radicale e volto noto della lista +Europa. Le contende il seggio Federico Iadicicco, dirigente di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento Vita e Famiglia del Partito. Uno degli organizzatori del Family day

Il presidente del Pd Matteo Orfini accetta di correre nel difficile collegio di Torre Angela, periferia orientale della città. Il quartiere Tiburtino e Prenestino, Centocelle e Torre Spaccata. È anche uno dei pochi collegi dove la Lega esprime il candidato di centrodestra. Si tratta di Barbara Mannucci, già parlamentare di Forza Italia, da qualche tempo arruolata alla causa salviniana. Per i Cinque Stelle ecco Lorenzo Fioramonti, trentanove anni, professore di Politica economica all’Università di Pretoria. Uno degli economisti più ascoltati dal Movimento. Da seguire lo scontro al Tuscolano. Fabio Rampelli, il capogruppo alla Camera di Fratelli di Italia che in un primo momento sembrava destinato a correre per la presidenza della regione, se la vedrà con la deputata dem Ileana Argentin. Curiosa la scelta dei pentastellati. Dopo aver rinunciato alla candidatura olimpica di Roma, qui schierano Felice Mariani: medaglia di bronzo nel judo a Montreal 1976. Sfida aperta nel collegio Ardeatino, che comprende anche il quartiere Ostiense e il Torrino. I Cinque Stelle scelgono l’avvocato penalista Daniele Piva, centrodestra e centrosinistra puntano su due candidati del territorio. C’è Davide Bordoni, coordinatore di Forza Italia a Roma e Patrizia Prestipino, esponente dem, renziana della prima ora, già presidente del municipio dell’Eur. Spostandosi sul litorale ecco il collegio Roma Fiumicino. È il più numeroso, oltre 303mila abitanti. Qui c’è il Lido di Ostia, feudo grillino. Al ballottaggio del 2016 da queste parti Virginia Raggi prese il 76 per cento dei voti. Risultato confermato, seppure con minore ampiezza, alle amministrative dello scorso autunno. Non è un caso se i grillini scelgono di candidare uno dei nomi più in vista: il giornalista Emilio Carelli, ex direttore di SkyTg24. Il giovane Tobia Zevi rappresenterà il centrosinistra, ma è da seguire la sfida di Carlotta Chiaraluce, giovane esponente di Casapound. Trentatré anni, alle elezioni di Ostia dello scorso novembre ha conquistato il record di preferenze (e il partito di Di Stefano ha sfiorato il 9 per cento).

Non solo Camera, però. In tutto il Lazio sono in palio altri ventotto seggi per il Senato. Dieci saranno attribuiti in altrettanti collegi uninominali, diciotto con metodo proporzionale. Particolarmente interessante la sfida a Roma Gianicolense. Il territorio unisce i primi due collegi uninominali della Camera – Trionfale e Montesacro – più i quartieri Gianicolense e Aurelio. A giudicare dai protagonisti, sarà una sfida sui temi etici. Per il centrosinistra corre Emma Bonino, già ministro degli Esteri, leader radicale e volto noto della lista +Europa. Le contende il seggio Federico Iadicicco, dirigente di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento Vita e Famiglia del Partito. Uno degli organizzatori del Family day. Per i grillini ci sarà Claudio Consolo: docente universitario specializzato in procedura civile. E poi c’è Roma Tuscolano. Mappa alla mano, unisce i collegi uninominali della Camera Torre Angela e Tuscolano. Qui corre per confermare il seggio a Palazzo Madama la grillina Paola Taverna. Il centrosinistra doveva candidare Marco Miccoli, esponente della minoranza ed ex segretario romano del Pd. All’ultimo, però, gli è stato chiesto di fare un passo indietro. Il posto finisce al socialista Oreste Pastorelli.

Quartiere per quartiere, la partita romana è appena iniziata. Per tutti i big in corsa, il sogno di un seggio in Parlamento. Ma senza troppi rischi. Anche chi verrà sconfitto nei collegi uninominali, infatti, potrà rientrare dai listini proporzionali. Sono già stati individuati numerosi paracaduti di emergenza, come ampiamente previsto dalle pluricandidature del Rosatellum.

Tratto da: http://www.linkiesta.it/it/article/2018/01/31/gentiloni-in-centro-e-orfini-in-periferia-il-centrosinistra-prova-a-es/36969/