novembre
Rischia di restare senza figli il 22% delle donne italiane oggi 40enni
Posted by Ileana Argentin at 5:48 PM. Placed in Rassegna stampa category
Effetti strutturali, calo della facondità e calo dei matrimoni, sono tra le cause principali della diminuzione del numero di nascite nel 2017 (-15mila rispetto al 2016). Calano anche i figli degli stranieri e aumenta il numero di donne senza figli. Sono i dati contenuti nel Repot Istat ‘Natalità e fecondità della popolazione residente’, presentato oggi a Roma
Effetti strutturali, calo della facondità e calo dei matrimoni. Sono tra le cause principali della diminuzione del numero di nascite nel 2017 (-15mila rispetto al 2016), in particolare dei primi figli – il -25% rispetto al 2008 – registrata dall’Istat nel report ‘Natalità e fecondità della popolazione residente’, presentato stamattina a Roma nella sede dell’istituto di statistica da Sabrina Prati, dirigente Servizio Statistiche, Demografiche e Sociali dell’Istat, e da Vittoria Buratta, direttore Statistiche Sociali dell’Istat.
Le coppie italiane fanno meno figli. Il calo dei nati registrato per il 2017 dal report è particolarmente accentuato per le coppie di genitori entrambi italiani, che scendono a 358.940 nel 2017, ben 14mila in meno rispetto al 2016 e oltre 121mila in meno rispetto al 2008. A pesare su questo e sugli altri dati è anche l’effetto posticipazione, che risente soprattutto di fattori congiunturali ed economici e fa spostare in avanti la fase di transizione all’età adulta e la possibilità di crearsi una famiglia.
Calano anche i figli degli stranieri. Sono 8mila in meno i nati con almeno un genitore straniero dal 2012 al 2017, mille unità in meno solo nell’ultimo anno. Per la prima volta dal 2008, infatti, scendono sotto i 100mila (99.211, il 21,7% sul totale dei nati). Tra questi sono in calo soprattutto i nati da genitori entrambi stranieri, per la prima volta sotto i 70mila nel 2016, con un ulteriore calo nel 2017 (67.933). A contare su questo dato è l’invecchiamento della popolazione straniera e la dinamica migratoria che si è attenuata con la crisi degli ultimi anni (Istat, Bilancio demografico nazionale, statistica Report, 13 giugno 2018).
Tra i nati stranieri in Italia iscritti in anagrafe nel 2017 si confermano al primo posto i bambini romeni (14.693), seguiti da marocchini (9.261), albanesi (7.273) e cinesi (3.869), per un totale di nati rappresentato da queste comunità del 51,8% del totale. “L’incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri- si legge nel report- è notoriamente molto più elevata nelle regioni del Nord (circa 20,9%) dove la presenza straniera è più stabile e radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (17%). Nel Mezzogiorno- continua il rapporto- l’incidenza è molto inferiore rispetto al resto d’Italia (6,1% al Sud e 5,5% nelle Isole). Nel 2017 è di cittadinanza straniera circa un nato su quattro in Emilia-Romagna (24,3%), quasi il 22% in Lombardia, circa un nato su cinque in Veneto, Liguria, Toscana e Piemonte. La percentuale di nati stranieri è decisamente più contenuta in quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, con l’eccezione dell’Abruzzo dove supera l’11%”.
Meno figli da coppie sposate, aumentano quelli fuori dal matrimonio. Rispetto al 2008 diminuiscono sensibilmente i nati da coppie sposate: nel 2017 sono 316.543, ben -147mila in soli nove anni. Il dato è dovuto anche al calo dei matrimoni, che nel 2014 ha raggiunto un record negativo con 189.765 nozze celebrate (-57mila rispetto al 2008) per risalire lievemente nel 2016 (200mila). Aumentano invece i figli nati fuori dal matrimonio, quasi 29mila unità in più rispetto al 2008 per un totale di 141.608. Aumenta il loro peso relativo (30,9% nel 2017).
Aumenta il numero di donne senza figli. Aumenta la quota di donne senza figli. Si stima che il 22% delle quarantenni, in particolare delle donne nate nel 1977, a fine vita riproduttiva resterà senza figli, contro l’11% della generazione del 1950 e il 13% della generazione del 1960. Tra la diminuzione di circa 900mila unità della popolazione femminile tra 15 e 49 anni e la riduzione del numero medio di figli per donna (1,32 nel 2017), sta anche il fatto che le cosiddette baby boomers, nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta, stanno uscendo dalla fase riproduttiva, mentre stanno entrando le generazioni che scontano l’effetto del cosiddetto baby-bust, cioè la fase del forte calo della fecondità del ventennio 1976-1995, che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995. L’età media in cui le donne fanno il primo figlio è di 31 anni contro i 29,4 della Germania, in cui la fecondità è aumentata anche grazie alle azioni di sostegno alla natalità. (DIRE)
Tratto da: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/608777/Rischia-di-restare-senza-figli-il-22-delle-donne-italiane-oggi-40enni