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L’impatto del Covid-19 sui lavoratori con sclerosi multipla: 2 su 3 hanno avuto difficoltà e paure
Posted by Ileana Argentin at 3:25 PM. Placed in Rassegna stampa category
I dati del Dossier di Aism. Un lavoratore dipendente su 5 e 2 lavoratori autonomi su 3 hanno subito un forte impatto economico. Un lavoratore autonomo su 3 segnala il rischio di perdere il lavoro; solo 1 persona con Sclerosi multipla su 3 ha avuto accesso allo smart working. Le richieste dell’associazione.
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7 giugno 2020
ROMA – L’emergenza della pandemia Covid-19 ha avuto un forte impatto sull’attività lavorativa delle persone con Sclerosi multipla. In sintesi: 2 persone con Sclerosi multipla su 3 hanno avuto difficoltà e paure sul lavoro; 1 lavoratore dipendente su 5 e 2 lavoratori autonomi su 3 hanno subito un forte impatto economico. Un lavoratore autonomo su 3 segnala il rischio di perdere il lavoro; solo 1 persona con Sclerosi multipla su 3 ha avuto accesso allo smart working. Ed ancora: il 42% delle persone con Sclerosi multipla ha avuto difficoltà con le procedure medico legali da cui dipendono le tutele in ambito lavorativo; il 60% dei caregiver di persone con Sclerosi multipla gravi presentano un livello di stress eccessivo. Il 47% delle persone con Sclerosi multipla sono sfiduciate rispetto al futuro e il 59% si sente isolato. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel Dossier SM e COVID-19, l’anteprima del Barometro della sclerosi multipla 2020, che verranno presentati nei webcast promossi da AISM. Uno dei tanti appuntamenti della Settimana di informazione sulla sclerosi multipla (1-7 giugno).
Diritto al lavoro durante e dopo la pandemia. “L’emergenza Covid non è stata l’habitat ideale all’interno del quale far crescere valori come l’inclusione sociale e il diritto al lavoro. Un periodo fatto di paure, ansie, incertezza, perdita di fiducia”, afferma Aism. Il lavoro risulta così uno degli ambiti più colpiti nella vita delle persone con Sclerosi multipla: per il 46%, tra chi ha una disabilità minima, e dal 36% tra chi ha disabilità lieve. “Negli ultimi 100 giorni molte persone hanno dovuto scegliere tra il rischio di contagio e la perdita di reddito. Ma trovare soluzioni, insieme, è possibile – afferma ancora l’Aism -. Sono troppe le persone con SM che hanno dovuto decidere tra continuare a lavorare o proteggersi dai rischi di contagio. Per molti la “scelta” obbligata è stata quella di esporsi al contagio e lavorare, talvolta senza adeguati dispositivi di protezione. Per altri è stato possibile restare a casa, con diverse formule, ma con grandi difficoltà ed un senso generale di isolamento”.
Solamente 1 persona su 3 ha ottenuto lo smartworking, “prevalentemente si tratta di lavoratori con SM nel pubblico impiego (nei fatti applicato come lavoro domiciliare) dove il lavoro agile è diventato la modalità ordinaria di esecuzione dell’obbligazione lavorativa per il periodo emergenziale”. Molte le difficoltà di accesso riscontrate nel comparto privato, “dove il diritto al lavoro agile, comunque condizionato dalle caratteristiche della prestazione, è stato previsto per i titolari di 104 grave mentre per le persone con rischio da immunodepressione è stata prevista una semplice priorità di accesso”. Tra coloro che non hanno potuto accedere al lavoro agile o accomodamenti vi sono operai, lavoratori nel commercio al dettaglio, lavoratori del comparto dell’assistenza e dei servizi sanitari. Chi lavora in piccole attività imprenditoriali.
Alcuni hanno goduto dell’estensione dei giorni di permesso previsti dalla Legge 104/92; altri (il 40%) hanno fatto ricorso a ferie; il 30% si è messo in malattia. Molte chiamate pervenute al Numero Verde di Aism e agli sportelli territoriali dell’associazione hanno avuto come oggetto il tema delle assenze dal lavoro per rischio da immunodepressione e la possibilità di presentare richiesta di aggravamento o ricorso per ottenere il riconoscimento utile ad accedere alle varie agevolazioni previste per l’emergenza. “Il tema del lavoro durante la pandemia è infatti strettamente intrecciato a quello dell’accertamento medico-legale – ricorda Aism -: il poter accedere a misure e benefici introdotti per i lavoratori con disabilità, gravi patologie e per i loro familiari è collegato al possesso di riconoscimenti e attestazioni. Tuttavia la generale sospensione delle attività delle commissioni medico-legali ha creato difficoltà ad accedere ai diversi istituti di tutela lavorativa collegati al possesso di attestazioni e verbali, nonostante i centri clinici abbiano rilasciato con velocità le certificazioni specialistiche neurologiche. E’ così che si arriva al 42% delle persone con SM che segnalano di aver avuto difficoltà con le procedure medico-legali”.
E’ stato inevitabile che la situazione lavorativa abbia avuto riflessi sulla situazione reddituale, in modo molto più accentuato per gli autonomi: se fra i dipendenti 1 su 5 ha perso reddito, il dato sale a quasi 2 lavoratori su 3 nel caso degli autonomi con SM. “La condizione di svantaggio delle persone con SM che lavorano in modo autonomo si rileva anche a proposito dei timori e delle aspettative per il futuro, tra questi gli sfiduciati superano il 50%. Un lavoratore autonomo su 3 (32%) teme di perdere il lavoro a causa dell’assenza, dato più contenuto per i lavoratori dipendenti (22%)”.
La pandemia ha prodotto anche forti effetti di sofferenza emotiva nelle persone con SM: sono le persone con disabilità lieve e moderata a manifestare il maggior livello di solitudine. Dagli esiti della Survey di Aism emerge che 2 persone su 3 si sentano isolate, e 1 su 2 convive con uno stato di ansia a causa della pandemia. Non solo: come detto, la situazione di incertezza portata dalla pandemia ha determinato che il 47% delle persone si senta sfiduciato rispetto al futuro. Dato che arriva al 57% tra le persone con livello di disabilità lieve.
Le richieste. Nuove politiche per il lavoro per andare oltre l’emergenza: diritto al lavoro agile, contrasto all’impoverimento, tutele contro i licenziamenti e attenzione alle donne, semplificazione e garanzie negli accertamenti medico legali, sostegno ai caregiver. Sono le istanze che ha presentato Aism in occasione della Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla.
“Il futuro deve essere costruito insieme – afferma l’Aism -. Da questi dati del Dossier COVID-19 e SM, da queste istanze, dobbiamo ripartire per costruire risposte e soluzioni concrete, per dare certezza al diritto al lavoro, con un approccio calato sul futuro, oltre l’emergenza, imparando la lezione di questi mesi. Nel dialogo con gli stakeholders, come avvenuto in occasione di Giornata Mondiale della SM che si è tenuta il 30 maggio, andremo a capire come ripensare, assieme, norme, politiche, processi organizzativi, soluzioni contrattuali, modelli culturali, partendo dall’Agenda della SM 2020 con uno sguardo già rivolto agli obiettivi dell’Agenda della Sclerosi Multipla 2021 -2025. Con un approccio esteso all’intero mondo della disabilità e delle persone con gravi patologie e in condizioni di fragilità e un orizzonte fatto di diritti, innovazione, sostenibilità calato nella visione dell’Agenda Onu 2030”.
Tratto da: https://www.superabile.it/cs/superabile/salute-e-ricerca/20200607-covid-e-sclerosi.html