DAL TERRORISMO AL CYBERCRIME, E’ ALLARME PER LA PRIVACY

sicurezza-siti-webMonito Garante su intercettazioni. Regole Ue bussola post-Brexit

(ANSA) – ROMA, 28 GIU – Sorvegliati, profilati, connessi anche con il corpo. Nel mondo digitale dominato dai colossi del web, in cui proliferano sistemi sempre piu’ sofisticati di analisi dei social network e app intelligenti che anticipano le nostre richieste, si moltiplicano all’infinito i rischi per la privacy. Un “diritto universale”, non smette di ripetere il Garante, Antonello Soro, che nella Relazione annuale al Parlamento accende un faro sui mille fronti che rischiano di ridurre i nostri spazi di liberta’: dalla lotta al terrorismo e dalla raccolta massiva di dati al crimine informatico e alla profilazione online, dalla tecnologia applicata al lavoro alle intercettazioni, alla sanita’ elettronica.

Nel pieno del ciclone Brexit, Soro apre la sua riflessione nella sala Koch del Senato con un richiamo al nuovo Regolamento europeo sulla protezione di dati personali come “bussola nel pianeta connesso”, modello da proporre “su scala mondiale”, proprio mentre si fanno piu’ forti “le spinte anacronistiche a creare ‘barriere’ alla libera circolazione di beni e persone”. E spiega poi che il Regno Unito, che ha condiviso le nuove disposizioni, “avra’ necessita’ di fare riferimento a quella normativa per avere rapporti con l’Europa e il resto del mondo. Anche da questo punto di vista per l’Europa scommettere sulla difesa dei valori delle grandi liberta’ diventa la forma per reagire a questa difficolta’”.

La disamina del Garante mette a nudo tutte le nostre vulnerabilita’. Nel mirino la reazione alla minaccia terroristica, che “deve essere efficace ma rispettosa dei diritti e delle liberta’ fondamentali”, anche perche’ “non tutte le limitazioni delle liberta’ sono effettivamente utili nella prevenzione del terrorismo o di gravi reati”. Ben vengano dunque tecniche di indagine potenziate, da utilizzare pero’ “nella maniera piu’ utile in termini di prevenzione e piu’ sostenibile sotto il profilo democratico, avendo ben chiaro quale sia il grado di liberta’ cui si puo’ rinunciare senza divenire schiavi del terrore e senza neppure abdicare a ogni diritto in nome della logica emergenziale”.

Connotati di emergenza ha sicuramente il cybercrime, una “minaccia reale”, con un peso sull’economia mondiale “stimato in 500 miliardi di euro all’anno, poco al di sotto del narcotraffico nella classifica dei guadagni illeciti”. Nel 2015 in Italia i crimini informatici sono aumentati del 30%, specialmente nel settore delle imprese: e’ dunque “inspiegabile”, ammonisce Soro, la “refrattarieta’” di molte aziende a “proteggere il loro patrimonio informativo”.

Il Garante ne ha anche per i media, ai quali chiede un “supplemento di responsabilita’” contro i “rischi di accanimento informativo” e il “sensazionalismo” e punta ancora una volta il dito sulla divulgazione degli atti processuali e sulla cronaca giudiziaria, auspicando che “non siano riportati interi spaccati di vita privata – delle parti e, soprattutto, dei terzi – privi di reale rilevanza pubblica”. Una strada piu’ volte indicata dall’Autorita’, anche al legislatore.

A governo e parlamento Soro ricorda che i controlli dei datori di lavoro “sono ammissibili soltanto se strettamente proporzionati”, “limitati nel tempo e nell’oggetto, previsti da preventive policy aziendali, mirati, mai massivi e fondati su precisi presupposti”, tornando sui punti piu’ discussi del Jobs Act, ribadisce alcune criticita’ del decreto trasparenza e chiede nuove norme sul telemarketing, per far fronte alla “incontenibile aggressivita’” degli operatori.  (ANSA).

MAJ