Roma, apre la prima casa di accoglienza per vittime di omofobia

pRefuge lgbt, progetto in collaborazione di Croce rossa di Roma e Gay Center, con il sostegno dalla Regione Lazio, sarà la prima casa di ospitalità temporanea in Italia e servirà per dare protezione alle persone lgbt che subiscono violenze e discriminazioni
Roma, apre la prima casa di accoglienza per vittime di omofobiaUn luogo quasi d’altri tempi, nascosto in una bella periferia romana, dove sempre di stare quasi in un piccolo paese. Fuori dal caos della metropoli, dal troppo traffico e dalle sue “brutture”. È tutto pulito, nuovo, gli sgabellini sono color arcobaleno e le coperte degli otto letti, nelle quattro camere da letto, che possono diventare dodici all’occorrenza, sono di un bel verde mela. Poi ci sono due balconi illuminati dal sole (siamo al quarto piano), due salottini “per socializzare”, una cucina, quattro bagni e la stanza dell’operatore. Proprio un bel posto da dove poter ricominciare la propria vita. È stato inaugurato oggi pomeriggio, con il taglio del nastro (anzi tre tagli) con tre forbici diverse, da parte di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, Flavio Ronzi, presidente Croce Rossa di Roma, Fabrizio Marrazzo portavoce Gay Center il primo “Refuge Lgbt” una casa di accoglienza temporanea contro l’isolamento dei giovani Lgbt.
Roma, ‘Refuge Lgbt’: nasce la prima casa per giovani vittime dell’omofobia
È la prima volta a Roma, e in Italia, che apre una struttura di questo genere (su modello francese, dove ce ne sono 40, che ospitano oltre 2000 persone l’anno), il progetto è della Croce Rosa di Roma e di Gay Center, con il sostegno della Regione Lazio, della Città Metropolitana di Roma e della Chiesa Valdese (che con i fondi dell’8 x 1000 ha sovvenzionato la struttura) con Gay.it media partner. Ad aprire la porta al pubblico per la prima volta Daria Russo, coordinatrice Croce Rossa Refuge Lgbt. Tanti i ragazzi che si aggirano con le t-shirt con sopra il Gay Help Line (800 713713). E ci sono già tante domande in attesa per andare nella “casa protetta” (circa un centinaio per ora). Che diventeranno ancora di più e saranno selezionate sia dal Gay Help Line che dal network AndreA, una sorta di facebook rivolto al mondo Lgbt della Croce Rossa (www.networkandrea.ning.com). Zingaretti visita tutte le stanze del “rifugio” che sa ancora di nuovo e dice: “Mi è capitato di inaugurare tante cose ma qua c’è qualcosa di particolare, del quale essere molto orgoglioso. Non c’è bisogno di ringraziare chi in questo progetto ci ha messo l’anima, e si vede. Questo “rifugio” nasce da una chiacchierata tanti anni fa, quando ero ancora presidente della Provincia, con Fabrizio Marrazzo. Ci siamo chiesti “possibile che non ci sia niente per questo problema?” Bè facciamolo noi. Un luogo così ci permette di capire quanti casi ci siano in cui le istituzioni sono completamente assenti. Sono davvero contento che in questo il Lazio sia un’avanguardia italiana”.

“La testardaggine – prosegue Zingaretti – ci ha permesso di realizzare questa casa protetta per i giovani Lgbt ed è la dimostrazione che le cose possono cambiare. Sarebbe stato indecente non prendere coscienza dell’assenza di questo servizio. Abbiamo colmato un vuoto. Sono contento che questo luogo non è una parentesi nel nulla. Come era una barbaria lasciare le donne sole davanti ai casi di violenza. Sono orgoglioso di annunciare qui che come Regione Lazio abbiano aumentato le risorse per contrastare la violenza sulle donne. Prima investivamo 250mila euro all’anno per sostenere l’attività di contrasto alla violenza sulle donne. Ora mettiamo a disposizione 4 milioni di euro, (i bandi si faranno a settembre) con i quali realizzeremo una serie di strutture e case protette”.

Accanto a Zingaretti Flavio Ronzi aggiunge: “Questa casa per noi è un vero rifugio perché su Roma c’è una forte vulnerabilità, soprattutto nel panorama Lgbt, con giovani che si ritrovano in mezzo alla strada a causa di violenze domestiche o, come è successo, che per discriminazioni o altro, si tolgono addirittura la vita”. E Fabrizio Marrazzo sottolinea, commuovendosi: “Qui diamo ai giovani una possibilità di vita. Ho vissuto una situazione simile a 18 anni, e non sono più potuto tornare casa. Io c’è l’ho fatta, ma tanti miei coetanei no, e ora non sono più qui. Anche a 18 anni puoi finire a vivere sotto i ponti. Con questo rifugio possiamo aiutare tanta gente”.

I primi ospiti lgbt (dai 18 ai 26 anni) dovrebbero arrivare a settembre: si può rimanere nella casa

protetta pochi giorni – se si riesce a ricollocare il giovane presso familiari – o un tempo fra i sei ed i 12 mesi, in questo caso viene trovato all’ospite un lavoro da magazziniere o cameriere, per esempio, per ottenere un reddito. Nella struttura la Croce Rossa e Gay Center offriranno un servizio con operatori e volontari h24 con psicologi, supporto legale, orientamento scolastico, orientamento professionale, mediazione con i servizi sociali, mediazione culturale e mediazione familiare.

Tratto da: http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/07/13/news/roma_apre_la_prima_casa_di_accoglienza_per_vittime_di_omofobia-144019195/