Venti viaggi organizzati solo in un mese per trasportare migranti dall’Italia verso i Paesi del Nord Europa. Con una organizzazione in contatto con gli scafisti in partenza dalle coste africane e base nella stazione Centrale di Milano, dove nel 2014 – quando sono partite le indagini – era allestito un punto di accoglienza per i profughi nei mezzanini dello scalo ferroviario: qui avvenivano le contrattazioni per il trasporto fuori dall’Italia, per continuare il viaggio con i trafficanti di uomini.

La Polizia di Stato ha eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di cittadini stranieri accusati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina. “Scafisti di terra” sono stati definiti dagli inquirenti che hanno ricostruito l’attività dell’organizzazione criminale “verticistica e piramidale”, composta da sei egiziani, tre albanesi, due romeni, un siriano e una brasiliana, tutti regolari sul territorio nazionale e di età compresa tra i 26 e di 45 anni.

Sono accusati di far parte di una organizzazione che provvedeva al trasporto di cittadini stranieri attraverso l’Italia nei paesi del Nord Europa. Gli arresti hanno interessato le province di Monza e Milano, Brescia e Venezia. L’operazione, denominata ‘Transitus’, condotta dagli agenti del commissariato di Monza, ha ricostruito il viaggio di un centinaio di migranti trasportati con i 20 viaggi in 30 giorni. Circa 70 mila euro il profitto per la banda. Le misure sono state chieste dal pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti ed emesse dal gip Teresa De Pascale. Dei 13 destinatari di misura cautelare in carcere solo tre sono risultati irreperibili. I poliziotti hanno anche sequestrato veicoli che venivano utilizzati per i viaggi.

L’indagine era stata aperta nel 2014 dalla Procura di Monza e trasmessa per competenza alla Dda di Milano. Aveva preso il via dalle dichiarazioni rese ai poliziotti del Commissariato di Monza da un egiziano avvicinato dal gruppo criminale che aveva tentato di assoldarlo come autista per i trasporti all’estero dei clandestini. L’uomo si era rifiutato di collaborare e si era rivolto alla polizia.