Rodotà, la figlia su Facebook: “Grazie ai medici, garantito il diritto a morire con dignità”

Maria Laura saluta chi ha dato l’ultimo addio al giurista scomparso venerdì e ringrazia i suoi dottori: “Sono arrivati nella nostra vita mentre cercavamo di sfuggire a personaggi della sanità romana che si ispirano ad Alberto Sordi-dottor Terzilli”

125556187-b02c7792-d3bf-48ba-9784-0f90d0fe8a0cRodotà, la figlia su Facebook: “Grazie ai medici, garantito il diritto a morire con dignità”
Maria Laura Rodotà insieme alla madre Carla e alla figlia Zoe, ai funerali laici del giurista (agf)
QUALCHE giorno per metabolizzare il tutto: il dolore, la tristezza, ma anche l’orgoglio per quanto fatto dal padre per il Paese e per il grande omaggio ricevuto da istituzioni, colleghi e amici di una vita. Maria Laura, la figlia di Stefano Rodotà, scomparso venerdì scorso a 84 anni, affida a Facebook il suo ringraziamento, il giorno dopo i funerali laici alla Sapienza di Roma, la sua università. Aprendo anche uno scorcio su quella che è stata l’ultima fase della vita del giurista.

“Grazie a tutti. A chi è venuto con millemila gradi a salutare Stefano, a chi ha scritto, a chi mi ha scritto al vecchio numero e non so che ha scritto e per questo non rispondo”, scrive Maria Laura, giornalista, chiamando il padre per nome. “E grazie, soprattutto, alle due persone che nell’ultima fase lo hanno aiutato a stare bene e ad andare via senza star troppo male, il dottor Giandominik Bossone e la dottoressa Alessandra Pieroni della fondazione Vita e Ricerca per le cure palliative”.

Maria Laura lascia dunque intendere che negli ultimi tempi Rodotà fosse stato sottoposto ad alcune cure per alleviare le sofferenze della malattia e migliorare la qualità della sua vita.

“Sono arrivati nella nostra vita – continua Maria Laura, riferendosi ai dottori che hanno curato il padre – mentre cercavamo di sfuggire a vari personaggi della sanità romana che all’Alberto Sordi-dott. Guido Tersilli chiaramente si ispirano”. Una non troppo velata critica alla sanità della Capitale, nel solco del dibattito sulla validità della terapia del dolore e delle cure palliative.

“Sono stati bravissimi, affettuosi, simpatici. E Stefano, che ha passato la vita a lavorare su e per i diritti degli altri, ha trovato chi garantisse a lui un diritto a cui teneva, quello a morire con dignità. Insomma grazie, se non si fosse capito”, conclude nel suo post.

TRATTO DA: http://www.repubblica.it/politica/2017/06/27/news/rodota_figlia_ringraziamento_cure_palliative-169255243/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P6-S1.8-T1