Accuse e recriminazioni. Niente intesa M5S-Lega ma la trattativa va avanti

ffff

Di Maio: non tratto con Forza Italia, solo appoggio esterno. La mossa di Salvini: “Se resta lo stallo, scendo in campo io”
ANSA

Accolta da sorrisetti, come se il Presidente della Repubblica l’avesse chiamata soltanto per impreziosire l’attesa del governo, Elisabetta Casellati sta scatenando fuochi d’artificio. La sua esplorazione ha dato l’illusione ottica, a un certo punto della giornata, che l’accordo tra Cinque stelle e centrodestra fosse a portata di mano, anzi cosa praticamente già fatta. Matteo Salvini, con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi accanto, si è spinto a profetizzare la caduta dei veti grillini contro Forza Italia e il suo leader. Perfino il Male Assoluto (copyright del duro e puro Alessandro Di Battista) si sarebbe seduto al tavolo programmatico, magari non proprio accanto a Luigi Di Maio ma quasi.

LEGGI ANCHE – Per i partiti la ricreazione sta finendo (F. Bei)

Festival di ipocrisia
Peccato che un’ora dopo, davanti alle telecamere, la delegazione pentastellata non abbia confermato affatto l’apertura preannunciata da Salvini. Per la prima volta, è vero, il capo politico del Movimento accetta un eventuale sostegno berlusconiano, però come al solito rifiuta di negoziarlo direttamente con l’ex premier; al massimo ne può parlare con chi rappresenta l’intero centrodestra, cioè con Salvini. Sul piano del costume e della moralità pubblica non è cosa da poco, in quanto il negoziato per interposta persona segnala che i perfino i grillini stanno imparando l’arte machiavellica dell’ipocrisia. Non sono più così ingenui come una volta. Però sul terreno politico non c’è molto di nuovo e di diverso dal solito. Certamente meno di quanto a destra si sarebbero aspettati. Difatti Fratelli d’Italia e Berlusconi non hanno perso un attimo per manifestare delusione. E lo stesso Salvini ha dovuto riconoscere che, in effetti, non ci siamo.

Consultazioni, Salvini: “M5s accetti di sedersi a tavolo”

Le due versioni
Il retroscena più gustoso, che aiuta a capire tante cose, è rappresentato dalle varie versioni contrapposte. Per esempio, verso l’ora di pranzo, alle lunghe antenne quirinalizie era giunta voce di un passo indietro berlusconiano. O meglio: i grillini erano stati avvertiti dalla Lega che Silvio, finalmente, era disposto a sostenere un governo Di Maio-Salvini senza chiedere nulla in cambio, completamente gratis, per puro spirito di servizio. Proprio mentre questa voce si diffondeva, e l’euforia grillina cresceva di pari passo, Salvini stava annunciando a Berlusconi l’esatto contrario: «Ci sono grandi novità per te, ho sentito Di Maio, finalmente accettano di far cadere i veti nei tuoi confronti, Forza Italia potrà sedere al tavolo programmatico». Non è dato sapere se l’ex premier abbia abboccato. Sta di fatto che, uscendo, è stato stavolta compostissimo: mentre Matteo rilanciava ai media la buona novella, Berlusconi non ha ripetuto l’ormai celebre sfottente un-due-tre con le dita.

Di Maio chiude: “Mai a un tavolo con Berlusconi, parliamo solo con la Lega”

LAPRESSE

Commedia degli inganni
È finita in un vortice di accuse e recriminazioni. I Cinque stelle sospettano di essere stati presi per il naso da Salvini (e non è la prima volta, aggiungono); i leghisti giurano invece che Di Maio si è rimangiato gli accordi (pure in questo caso, sostengono, ci risiamo). I più benevoli ipotizzano un qui-pro-quo, della serie «non si sono capiti» scommettendo che Luigi e Matteo comunque ci riproveranno. Però sono in pochi a crederci, specialmente in alto loco, dove si percepisce ormai una certa stanchezza per i teatrini, le recite, le commedie degli inganni. Sono trascorsi 49 giorni dalle elezioni, non è più tempo di proclami tipo quello serale di Salvini che si dichiara pronto a ricevere da Mattarella un incarico. Pare escluso che l’idea di conferirglielo sfiori il Capo dello Stato: dalle sue parti non si vede quali probabilità di riuscita avrebbe il leader leghista, in mancanza di rottura con Berlusconi e di accordi con Di Maio messi nero su bianco. Se nella notte nulla sarà cambiato, stamane l’esploratrice tornerà sul Colle. Casellati riferirà quanto di incredibile i suoi occhi hanno visto e le sue orecchie udito, dopodiché il Presidente dichiarerà chiusa l’esplorazione a destra. La prossima mossa del Quirinale difficilmente sarà decisa in giornata. Più probabile che Mattarella voglia annunciarla all’inizio della settimana nuova, quando saranno smaltite un po’ di tossine.

Tratto da: http://www.lastampa.it/2018/04/20/italia/accuse-e-recriminazioni-niente-intesa-mslega-ma-la-trattativa-va-avanti-koHDRptD5wb8gqMF4235dM/pagina.html