ottobre
Calcio donne: razzismo e ricatti in Nazionale. Bufera in Inghilterra
Posted by Ileana Argentin at 10:23 AM. Placed in Rassegna stampa category
Il licenziamento del c.t. per comportamento discriminatorio nei confronti di due giocatrici di colore, travolge tutti i vertici. Lo scandalo è finito in Parlamento
Il c.t. della nazionale inglese maschile, Sam Allardyce, è stato cacciato poco più di un anno fa per aver consigliato (dietro pagamento) come truccare la proprietà dei cartellini dei calciatori. Quello della nazionale inglese femminile, Mark Sampson, è stato invece licenziato un mese fa per «inappropriato comportamento». E ora a rischiare di andare a casa sono tutti i vertici della Football Association coinvolti in uno spinoso caso di razzismo e ricatti che ha già prodotto due inchieste interne e una parlamentare.
Doppia accusa
A mettere sotto accusa il 35 coach gallese Sampson, sono state Eni Aluko, 30enne attaccante inglese del Chelsea femminile, nata in Nigeria e trasferitasi con la famiglia nel Regno Unito quando era bambina (il particolare è rilevante), e Drew Spence, 24enne centrocampista, sempre di colore e sempre del Chelsea.
Sampson arriva alla guida dell’Inghilterra donne (le Leonesse) nel dicembre 2013, dopo quattro anni alla guida della squadra femminile Bristol Academy. Prima di assumerlo, la Football Association fa i dovuti controlli. Emerge che Sampson ha avuto «comportamenti non appropriati» con alcune giocatrici del Bristol. Niente di penalmente perseguibile, ma una macchia non indifferente. Viene comunque ingaggiato dal direttore tecnico della FA Dan Ashworth e il rapporto scottante finisce dimenticato. Nel 2015 alla Football Association arriva come amministratore delegato Martin Glenn che ha il grande torto di non consultare neppure il rapporto su Sampson.
Battute pesanti
Lo scandalo scoppia quando la Aluko, giocatrice simbolo con 102 presenze in nazionale e laureata in legge, racconta una chiacchierata con Sampson. Il tecnico le dice: «Se a Wembley vengono i tuoi parenti dalla Nigeria raccomandagli di non portare l’ebola». Il particolare emerge nell’agosto scorso, ma è già da maggio 2016 che Aluko non è più convocata in nazionale. Si viene a sapere che alcuni dello staff le si rivolgono di proposito con un inglese con accento africano. Sampson è uno da battute pesanti e ne fa un’altra a Spence, ragazza di colore. «Quante volte sei già stata in prigione tu?».
Inchiesta aperta
La FA già dopo la denuncia della Aluko aveva aperto un’inchiesta, assolto Sampson, ma comunque risarcita Aluko con 100 mila euro, a patto che mantenesse il segreto sull’accaduto. «Sempre che nessuno te lo chieda», fu l’assurda, ma reale, condizione posta alla Aluko. Qualcuno chiede, la storia esce. La FA deve riaprire una nuova inchiesta interna, vengono fuori pure le battute su Spence. Glenn, l’ad della Football Association, legge finalmente il rapporto su Sampson e fuori tempo massimo decide l’esonero che arriva dopo il 6-0 dell’Inghilterra alla Russia, il 20 settembre. La cacciata non chiude il caso che finisce in parlamento, dove i vertici della FA vengono messi sotto accusa e costretti a scusarsi con le giocatrici. Ora rischiano tutti il posto, la faccia è già persa.
Tratto da: http://www.corriere.it/sport/17_ottobre_20/calcio-donne-razzismo-ricatti-nazionale-bufera-inghilterra-b694f960-b4fd-11e7-aa01-fc391f169342.shtml