Commercio, sprint del Comune sul regolamento «Salva Tredicine»

Attribuendo alla riforma un’urgenza inaspettata, il presidente della Commissione Commercio Andrea Coia ha chiesto ai Municipi di mobilitarsi sulle cosiddette licenze «anomale», chiamate così perché incompatibili con le leggi sul commercio ambulante

Il Comune accelera sull’applicazione del nuovo regolamento sul commercio, soprannominato «salva-Tredicine» anche per l’importanza attribuita al peso dell’anzianità nell’assegnazione delle licenze, approvato a inizio giugno tra mille polemiche, di chi sperava nelle liberalizzazioni della direttiva europea Bolkestein (osteggiata dai Cinque Stelle).

Attribuendo alla riforma un’urgenza inaspettata, il presidente della commissione Commercio, Andrea Coia, firmatario del regolamento, già il 13 giugno (quindi con gaffe, perché il testo era stato pubblicizzato online in una versione non definiva e di conseguenza non valida fino alla pubblicazione del 19 giugno) ha chiesto agli uffici municipali di mobilitarsi sulle cosiddette licenze «anomale», chiamate così proprio perché incompatibili, ormai, con le leggi sul commercio ambulante: per esempio, posteggi troppo generici (piazza di Spagna sì, ma senza un civico preciso) oppure tipologie di vendita ampiamente superate, come le «ceste a terra». Nel 2003 il Comune tentò di fare ordine, stabilendo per tutte le anomale l’obbligo, entro 60 giorni, di presentare domanda di rinnovo del titolo autorizzativo, cioè chiedere una conversione in posteggi fissi oppure stagionali. Non è più successo nulla, fino all’ultima lettera di Coia.

«Si invitano le direzioni – scrive il consigliere grillino ai direttori dei 15 Municipi – a trasmettere a questa commissione un censimento delle autorizzazioni anomale presenti sul proprio territorio al fine di valutare l’accoglimento o il rigetto della domanda di conversione in posteggi fissi da individuare a seguito di Conferenza dei servizi». Un passaggio non scontato, la Conferenza dei servizi, assente nella prima versione del regolamento: «Inizialmente la sanatoria era totale – ricorda la consigliera del I Municipio Nathalie Naim che si è battuta sul punto -: si prevedeva che entro 90 giorni le anomale sarebbero automaticamente diventate posteggi fissi». Ora, almeno, c’è una valutazione preventiva, ma letteralmente le «anomalie» restano: «La maggior parte di queste autorizzazioni, 73 solo in centro storico, furono rilasciate da altri Municipi rispetto a quelli in cui operano – spiega Naim, eletta nelle liste Radicali – gli uffici non detengono e non seguono le pratiche di ogni postazione, certo non possono girovagare strada per strada per controllare le autorizzazioni, questa operazione dovrebbe avvenire a livello centrale». Anche perché, continua la consigliera, «il dipartimento Attività produttive, già nel 2004, tramite il gruppo di Ispettori annonari che oggi si vorrebbe ricreare, aveva perfezionato un censimento puntuale: perché buttare un lavoro di due anni?».

Senza convenevoli, infine, la conclusione della lettera di Coia: «La successiva individuazione da parte di organi di vigilanza di anomale non censite sarà considerata causa di responsabilità dirigenziale». «Fuori luogo – conclude Naim – far temere un danno e una responsabilità ai funzionari dei Municipi per autorizzazioni che magari non si trovano neppure sul loro territorio».

Tratto da: http://roma.corriere.it/notizie/politica/17_giugno_25/commercio-sprint-comune-regolamento-salva-tredicine-8f1c83a0-59d9-11e7-8109-77a9e9fc44b1.shtml?refresh_ce-cpPiazza_del_Campidoglio