Dal Brasile alla Siria, passando per l’Ungheria: la mappa dei diritti violati

444Human Rights Watch pubblica il report annuale. Presi in esame 100 paesi: spiccano le violazioni in Brasile, Venezuela, Birmania, Yemen. Ma il direttore Kenneth Roth sottolinea: “La novità non è la continuazione di tendenze autoritarie, ma la crescente opposizione alle stesse”.
L’elenco di diritti umani violati nel mondo pubblicato oggi da Human Rights Watch è di quelli impossibili da riassumere. Sono oltre 100, infatti, i paesi considerati in questa 29esima edizione del World Report. Un volume di oltre 600 pagine che in ordine alfabetico parte dalla “a” di Afghanistan e arriva alla “z” di Zimbabwe. E c’è posto anche per l’Europa.
Sperare, nonostante tutto. Il report di Human Rights Watch, però, non è solo denuncia. Soprattutto in questa ultima analisi, come chiarisce il direttore esecutivo, Kenneth Roth: “La novità non è la continuazione di tendenze autoritarie, ma la crescente opposizione alle stesse. Questo respingimento potrebbe essere visto negli sforzi per resistere agli attacchi alla democrazia in Europa, prevenire un bagno di sangue in Siria, assicurare alla giustizia gli autori della pulizia etnica contro i musulmani rohingya in Birmania, fermare i bombardamenti guidati dai sauditi contro i civili yemeniti, difendere il divieto di armi chimiche”.
Foto tratta dal World Report 2019 di Human Rights Watch (dettaglio) © REUTERS/Mike Blake
Foto tratta dal World Report 2019 di Human Rights Watch (dettaglio) © REUTERS/Mike Blake
Una mappa. Il documento è anche, e soprattutto, una ricerca documenta e puntuale di diritti umani violati. Ci sono casi semisconosciuti, altri di cui si parla nei “momenti caldi” e altri ancora che sono più spesso sulle prime pagine dei giornali. E la carrellata è fatta a 360 gradi: carcerati, diritti civili, diritti sociali, razzismo. E ancora guerra, migranti, discriminazione, violazioni del diritto umanitario. Fino ad arrivare a tortura e genocidio. Insomma, un elenco di situazioni che chiedono l’intervento della comunità internazionale.
Jair Bolsonaro – Foto: Fabio Rodrigues Pozzebom / Agencia Brasil (via Flickr)
Jair Bolsonaro – Foto: Fabio Rodrigues Pozzebom / Agencia Brasil (via Flickr)
In America Latina spiccano i casi di Brasile e Venezuela. Nel gigante sudamericano, oggi guidato da Jair Bolsonaro, si segnala una violenza diffusa, che nel 2017 ha fatto registrate la cifra record di 64 mila omicidi. E poi ci sono le inumane condizioni carcerarie (726 mila adulti in prigioni che dovrebbero ospitarne la metà), la libertà d’espressione in pericolo e i diritti delle donne calpestati tra le mura domestiche. Il Venezuela di Nicolás Maduro invece continua nella sua caduta economica e sociale, dove oltre 3 milioni di cittadini sono già scappati.
In Asia emerge lo Yemen, considerata dall’Onu la maggiore crisi umanitaria del Pianeta. Si contano 14 milioni di uomini e donne a rischio fame e periodiche epidemie di colera. Il tutto in un contesto di guerra: quasi 7 mila civili uccisi, soprattutto da attacchi della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. E in Asia c’è anche la Siria, dove dall’inizio della guerra si stima che sia morto oltre mezzo milione di persone e 5,6 milioni sono state costrette a fuggire. O la Birmania, dove la minoranza musulmana dei rohingya continua a subire gravi violazioni dei diritti umani. Oppure, ancora, i Territori Palestinesi, dove il report segnala discriminazioni ai danni soprattutto dei palestinesi.
Anche l’Europa ha il suo spazio. A partire dall’Ungheria di Viktor Orban, dove una pesante campagna diffamatoria di Stato ha colpito chi lavora a favore dei migranti. Ma dove si registra anche la forte presa di posizione del Parlamento europeo, che minaccia sanzioni politiche se Budapest non ripristinerà le fondamentali libertà democratiche.
Viktor Orban – Foto: European People’s Party (via Flickr)
Viktor Orban – Foto: European People’s Party (via Flickr)
L’articolo integrale di Felicia Buonomo, “Diritti umani violati: il mondo secondo Human Rights Watch”, dove trovano spazio approfondimenti e un video-commento del direttore esecutivo di Human Rights Watch, può essere letto su Osservatorio Diritti.

Tratto da: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/615535/Dal-Brasile-alla-Siria-passando-per-l-Ungheria-la-mappa-dei-diritti-violati