“E’ evidente che si voleva affossare il ddl Zan, come ha dimostrato il presidente perché queste non sono proposte per una mediazione”, ha commentato Franco Mirabelli del Pd. “Siamo qui in Aula finalmente, ci guardiamo negli occhi e ci assumiamo le nostre responsabilità. Ora basta con i giochini, le tattiche, le furbizie. Si è deciso un percorso si faccia in Aula. Non ci sono state le condizioni neanche per aprire la discussione”. A quel punto ha preso la parola anche il senatore di Leu Pietro Grasso: “Abbiamo dovuto forzare per arrivare a questo punto e ora dobbiamo tornare indietro? Presidente, lei non lo deve consentire”. E sul brusio e le urla che si sentiva in sottofondo, ha aggiunto: “Si può rendere conto come non si può discutere? Qui non c’è la possibilità di parlare”. Casellati a quel punto ha ammonito: “Gli europei li abbiamo già vinti. Non voglio un clima da stadio”. Così anche la collega M5s Alessandra Maiorino: “La Casellati rispetti il voto sul calendario. Si è già capito quanto interessano alla destra i diritti degli omosessuali”.
L’ultima carta che giocherà il fronte del ‘no’ – con Lega e Forza Italia in testa – chiedendo più tempo per una mediazione (finora non riuscita), per limare il testo e blindarlo. Nel corso della riunione della commissione Giustizia del Senato infatti poco prima dell’Aula, Lega e Fratelli d’Italia avrebbero chiesto al presidente Andrea Ostellari di proporre in aula, alle 16.30, il rinvio in commissione del provvedimento sull’omotransfobia. Fuori dal Palazzo però associazioni e collettivi legate al mondo lgbt hanno organizzato un presidio per far sentire la loro voce, in contemporanea all’Aula, per chiedere la “legge Zan senza compromessi”. Intanto gli occhi sono puntati sulle presenze. Secondo fonti parlamentari sarebbero 3 i senatori assenti nelle fila di Italia Viva e 1 del Pd. Mentre tra i 5 Stelle, gli assenti sarebbero 9. “Si tratta di assenze motivate da vaccini o malattie. Questo è il momento della nostra fascia di età prevalente”, spiega una senatrice pentastellata.
Oggi in ballo c’è il rinvio della discussione e ritorno alla commissione Giustizia dove il provvedimento è da mesi, ‘ostaggio’ di centinaia di audizioni richieste e ammesse. Contro l’ipotesi del rinvio si sono scagliati in coro Pd, Leu e Movimento 5 stelle. “Assolutamente no”, ha risposto la senatrice 5 stelle Alessandra Maiorino. “Sarebbe ridicolo dopo tutta la fatica fatta per portare in Aula il disegno di legge”. In effetti solo una settimana fa la proposta di calendarizzazione in Aula, indipendentemente dai lavori fatti finora dalla commissione, è stata messa ai voti ed è passata a maggioranza. Sull’eventualità di uno slittamento, forte dei suoi 17 voti, Iv glissa e scommette tutto sull’intesa “ancora possibile”, ha detto chiaramente Matteo Renzi, evidenziando gli aspetti da ‘correggere’: “Con un accordo su gender e scuole, la legge Zan viene approvata”, ha detto l’ex premier a Napoli. E passa ai numeri: “Al Senato se ci sono 145 a favore e 134 contrari, la differenza è uguale a 11. Vuol dire che se si va a scrutinio segreto, ne bastano 6 per mandare sotto il provvedimento e 6 ci sono come minimo nel Pd”, sfidando i Dem sulle riserve più o meno esplicite espresse dalla corrente di Base riformista, i cosiddetti ex renziani, ma anche di altri 4-5 senatori del partito di Letta. In asse con la posizione di Iv è di fatto la Lega, che si mostra fiduciosa sulle modifiche ma pronta a combattere con “tutti gli strumenti possibili”. Non a caso oggi il senatore Matteo Salvini ha interrotto il suo tour al sud – pur non rinunciando ad un minimo di tappe tra Basilicata e Campania – per essere a Palazzo Madama: “C’è questo ddl da bloccare o quanto meno da cambiare in Parlamento”, annuncia in una conferenza stampa a Lamezia Terme.
Quindi in questo clima bollente la proposta di legge arriva ai blocchi di partenza. I tempi non si prevedono brevissimi. Sia per l’ostruzionismo, prevedibile e minacciato dal centrodestra, sia per il record di emendamenti che ad esempio un super esperto di regolamenti parlamentari, il vicepresidente Roberto Calderoli della Lega, potrebbe presentare. E proprio per evitarli o almeno ridurli – la mossa suona un po’ come una minaccia – potrebbe scattare l’opzione ‘rinvio’, che in realtà nasconde l’orizzonte più lungo di scavallare agosto e la pausa estiva del Senato riparlandone a settembre. Del resto per il presidente della commissione Giustizia e relatore del provvedimento, il leghista Andrea Ostellari, lo stato dell’arte è chiaro: “Avremmo bisogno di più tempo per arrivare a votare delle proposte emendative”, prima dell’approdo in aula. E fa intendere che potrebbe dirlo alla presidenza del Senato riferendo dell’esito del lavoro fatto finora, e chiedendo quindi più tempo. Non esclude la richiesta di una sospensiva nemmeno FI, visto che “la mediazione che ha tentato di fare Ostellari con un testo di sintesi è per noi un buon punto di partenza”, spiega il vicecapogruppo azzurro, Lucio Malan.
Tratto da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/13/ddl-zan-verso-linizio-della-discussione-in-senato-ma-fdi-e-lega-puntano-al-rinvio-in-commissione-giustizia/6260610/