ottobre
Donne leader, carriere bloccate. Ma l’unione fa la forza: «lean circle» in 1 azienda su 3
Posted by Ileana Argentin at 2:42 PM. Placed in Rassegna stampa category
Sembra la solita storia, ma sì, le donne sono sottorappresentate a tutti i livelli aziendali. A ribadirlo è il report di Mc Kinsey e Leanln.Org svolto su 222 aziende americane che impiegano più di 12 milioni di persone. E le aziende non badano più di tanto alla rilevanza del problema, tanto che le donne continuano ad avere un percorso professionale rallentato o addirittura bloccato. Anche se si tratta di una questione importante, perché sono proprio le realtà che hanno migliori performance sul mercato a promuovere le donne e gli uomini a livelli manageriali quasi allo stesso tasso. Motivo in più per incentivare la carriera femminile invece di scoraggiarla.
Ma quali sono i principali ostacoli che incontrano le «signore»? Innanzitutto le manager terminano presto la loro scalata professionale: hanno infatti il 18% di probabilità in meno di essere promosse rispetto agli uomini. Una disparità di genere che porta a una scarsa rappresentazione femminile agli alti livelli dirigenziali. Ma l’unione fa la forza: se ne sono accorte anche le aspiranti leader: in un terzo delle aziende prese in considerazione si sono formati infatti i «Lean circle» dove piccoli gruppi di professioniste con lo stesso ruolo si incontrano una volta al mese per darsi sostegno reciproco, imparare nuove competenze ed essere più consapevoli del loro ruolo.
Mentre a livello settoriale nello studio si rileva che è nelle società healthcare che le donne dirigenti sono meglio rappresentate in cima alla piramide: vale a dire per il 35%, seguite dal retail (31%), dalle media e entertainement companies (27%), il punto più basso è invece toccato nel comparto automotive dove le dirigenti sono solo il 13%. Gli uomini poi hanno maggiori probabilità di ottenere quello che vogliono senza chiederlo, le donne invece devono negoziare aumenti e promozioni che siano simili a quelle dei colleghi. Anche se ci sono buone probabilità che i manager siano già soddisfatti delle proprie ricompense, tanto da non doverle nemmeno rinegoziare. Il genere femminile ha poi molto meno sostegno nell’ottenere un avanzamento di carriera perché non è abbastanza sostenuto dai consigli dei dirigenti senior e dei manager.
Una posizione di comando? Sicuramente c’è meno ottimismo sul fronte femminile sul fatto di poterla raggiungere. Oscillano tra il 33 e il 52% le donne che aspirano a una posizione dirigenziale contro la percentuale maschile che dal 47 al 65%. Gli uomini si impegnano meno a promuovere la diversità di genere e solo il 15% pensa che sia difficile per il fatto di essere maschi ottenere avanzamenti di carriera. Va detto poi che molte professioniste svolgono un doppio turno di lavoro. In media, infatti, il 54% di loro si occupa quasi integralmente dei lavori domestici rispetto al 22% degli uomini. E il divario cresce se ci sono anche dei figli. Anche nel caso in cui siano proprio le lavoratrici a essere la principale fonte di guadagno della famiglia.
Le soluzioni per superare le barriere di genere? Per McKinsey bisognerebbe rendere più evidente la differenza per affrontarla con impegno, investire nella formazione dei dipendenti, fornire ai manager gli strumenti per mettere in atto il cambiamento, assicurarsi che le promozioni, le assunzioni e le critiche siano giuste, offrire la flessibilità giusta per adattare il lavoro alla propria vita e concentrarsi sui risultati e le responsabilità.
Tratto da: http://27esimaora.corriere.it/17_ottobre_18/donne-leader-carriere-bloccate-ma-unione-fa-forza-lean-circle-1-azienda-3-17ddb4ae-b3f1-11e7-a74a-4f53ebf32041.shtml