febbraio
Embraco, Calenda a Bruxelles per fermare il trasloco in Slovacchia
Posted by Ileana Argentin at 9:39 AM. Placed in Rassegna stampa category
Incontro con la commissaria Vestager. Il ministro rilancia un Fondo contro le fughe all’estero: “Serve finanza per accompagnare i rilanci industriali, saremo un’economia in transizione permanente”
MILANO – I cinquecento licenziamenti alla Embraco di Riva di Chieri, in Piemonte, continuano ad agitare lo scenario politico ed economico di queste giornate pre-elettorali e il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, vola a Bruxelles per cercare di bloccare il progetto dell’aziena di spostare le linee produttive in Slovacchia. Ieri la società del gruppo Whirlpool – che si occupa di compressori per frigoriferi – ha confermato i tagli al personale, generando l’ira dello stesso Calenda, che ha spostato la palla nel campo europeo.
In Slovacchia, è il ragionamento dell’azienda, si troverebbero costi di produzione ben inferiori mantenendo comunque l’accesso al mercato unico europeo. Niente cassa integrazione per consentire di esaminare proposte di reindustrializzazione, hanno spiegato i legali dell’azienda presenti ieri all’incontro, di fronte alle proposte del Ministero.
Intervenendo a Radio Anch’io su Radio 1 proprio in collegamento da Bruxelles, dove incontrerà la commissario della Concorrenza Margrethe Vestager, Calenda ha parlato di una “competizione non leale” da parte della Slovacchia, accusata di attirare le multinazionali offrendo condizioni di gran vantaggio anche grazie ai Fondi strutturali europei, che teoricamente non potrebbero esser usati per blandire le multinazionali. “Hanno cinque milioni di abitanti e si sono da poco affacciati al mercato: è come amministrare una grande città con l’aiuto dei Fondi europei. Così è facile”, ha attaccato Calenda.
“Io non potrei – ha detto il ministro alla radio – fare una norma che dice che per Embraco il costo del lavoro è un pò più basso, perchè sarebbe un aiuto di Stato. Ma penso si possano interpretare i trattati nel senso di dire che in questo specifico caso, cioè di un’azienda che si muove verso la Slovacchia, verso la Polonia, questa normativa può essere derogata. Vedremo quale sarà la risposta della Vestager”. “La situazione sleale dell’est – aveva precedentemente spiegato il ministro in un’intervista – però è intollerabile. Se un lavoratore è pagato la metà di quello italiano, noi non possiamo competere ad armi pari visto che questi Stati hanno pari accesso al mercato europeo.