Emiliano resta nel Pd: «Mi candido alla segreteria. Questa è casa mia, nessuno può cacciarmi»

Michele Emiliano resta nel Pd e sfiderà Matteo Renzi al congresso. Il governatore pugliese interviene alla direzione nazionale sulle regole al Nazareno, nella sede di via S. Andrea delle Fratte: «Questa è la mia casa, nessuno mi può cacciare – dice -. Mi candido nonostante l’intenzione evidente del segretario uscente di vincere con ogni mezzo. Ha gestito il potere politico, economico e mediatico. Ha fretta, perché non vuole rinunciare alla sua posizione dominante, perché non vuol dare tempo agli altri di girare il paese e mostrare i suoi limiti». Renzi, aggiunge, «si è inventato un congresso con rito abbreviato, da celebrare se facciamo i bravi a inizio di maggio» e avendo respinto le primarie in autunno, «tiene tutti sotto la spada di Damocle di andare ad elezioni anticipate». Emiliano parla di chi non c’è, chi ha deciso di lasciare: «Con Rossi e Speranza abbiamo condotto una riflessione comune, Enrico e Roberto sono persone perbene, di grande spessore umano che sono state offese e bastonate dal cocciuto rifiuto ad ogni mediazione. Renzi è il più soddisfatto per ogni possibile scissione». «Dalla Direzione Pd nessuna novità. Prendiamo atto della scelta assunta da Michele Emiliano- replica a distanza Roberto Speranza -. Noi andiamo avanti sulla strada della costruzione di un nuovo soggetto politico del centrosinistra italiano che miri a correggere quelle politiche che hanno allontanto dal nostro campo molti lavoratori, giovani e insegnanti. Occorre iniziare un nuovo cammino».

“Renzi elimina avversari e irride partito”

«Domenica in assemblea ho tentato, scuotendo negativamente l’animo di molti miei sostenitori, un’ultima mediazione che impedisse una scissione con l’area sinistra del partito – aggiunge Emiliano-. Sono intervenuto dopo Epifani, ho aspettato un gesto che avrebbe evitato la paventata scissione ma quel gesto non è arrivato, anzi il segretario non ha replicato in assemblea lasciando di stucco l’Italia intera. Oggi è arrivato al punto di irridere tutti noi non partecipando a questa direzione».

Rossi e Speranza disertano

«Chiedo a chi ha fatto una scelta diversa di ripensarci – sottolinea aprendo l’appuntamento il presidente Pd, Matteo Orfini, con riferimento ai bersaniani e a Rossi – penso ci siano condizioni per andare avanti insieme ed evitare addii. Il congresso serve a questo. Ci siamo dati un orientamento di massima: celebrarlo prima delle elezioni amministrative. Ringrazio chi è qui oggi. Ho sentito in queste ore Emiliano, Rossi e Speranza e ho chiesto loro di partecipare alla direzione e al congresso e continuerò a farlo non rassegnandomi alla scelta di chi ha deciso di non partecipare» dice Matteo Orfini. «C’è ancora tempo perchè la richiesta di una discussione programmatica che accompagni il congresso sia accolta. Può e deve essere accolta. C’è tempo per organizzare, in giro per l’Italia, una discussione che renda ricco e carico di contenuti il lavoro del nostro congresso». «In questo momento, da parte mia, non ci sono le condizioni per stare nel congresso», confessava in mattinata Speranza, mentre Rossi ha ammesso di sentirsi già «fuori dal Pd».

Cuperlo: “Scaduto il tempo della mozione degli affetti. Primarie a luglio”

«Io capisco che siamo oltre la linea delle decisioni, da una parte e da un’altra, il tempo degli appelli e della mozione degli affetti è scaduto ampiamente – dice Gianni Cuperlo parlando della scissione che si sta consumando nel partito-. Io chiedo qui se davvero noi tutti possiamo alzare le mani e dire che è finita almeno una parte della storia in comune», ha aggiunto. «Io continuo a ritenerlo un danno storico che restringe il sentiero di una vera alternativa del nostro Paese. Solo una carenza di spirito può impedirci di aprire l’ultimo spiraglio evitando un esodo che condizionerebbe la vita del Paese nei prossimi anni e forse anche di più». Cuperlo propone di avviare il congresso, affrontare con il partito unito le amministrative e chiudere questo percorso per le primarie, entro la prima parte del mese di luglio. «Chiedere le primarie a luglio a norma di statuto non è possibile ma non voglio parlare a norma di statuto. Io proporrei che i vari odg e proposte giunte oggi non siano votate ma li affiderei alla commissione che non è un luogo per piantare bandierine ma per trovare soluzioni». Così Matteo Orfini in direzione, assicurando che la commissione sarà integrata alla luce della candidatura di Michele Emiliano.

Fassino, margini stretti ma da percorrere per unità

«Dobbiamo trovare spazi necessari per una scelta che sarà un danno per tutti, sia pure i margini siano stretti, dobbiamo ancora tentare di vedere se sono percorribili»ha detto l’ex sindaco di Torino, Piero Fassino.

“Commissione garanzia di pluralismo”

«La commissione che abbiamo composta, con criteri di pluralismo e rappresentanza, fotografa lo stato attuale del Partito Democratico. Avevo invitato alcuni aspiranti candidati al congresso a partecipare a questa discussione, hanno deciso di non partecipare, ma abbiamo lo strumento per integrare la commissione» in futuro. Lo ha detto il presidente del Pd, Matteo Orfini, alla direzione. «La commissione è composta da Fregolant, Nardi, Del Barba, Carbone, Lo Sacco, Bini, Ginoble, Di Marzio, Piccione, Morassut, Montanari, Mancini, Campana, Bordo, De Maria e Acunzo. Più Lorenzo Guerini», ha annunciato Orfini.

Renzi negli Usa

Cuperlo, che non fa parte degli scissionisti, lo aveva anticipato: «Sarebbe un altro errore» da parte di Renzi non partecipare alla direzione oggi, «dopo quello di domenica quando il segretario non ha sentito il dovere di alzarsi e replicare». L’ex premier infatti è partito alla volta degli Usa: «Mentre gli organismi statutari decidono le regole del Congresso, io sono in partenza per qualche giorno per gli Stati Uniti. Vi racconterò sul blog.matteorenzi.it il mio diario di bordo dalla California dove incontreremo alcune realtà molto interessanti. Priorità: imparare da chi è più bravo come creare occupazione, lavoro, crescita nel mondo che cambia, nel mondo del digitale, nel mondo dell’innovazione» ha annunciato sull’e-news. «Se qualcuno vuole lasciare la nostra comunità, questa scelta ci addolora, ma la nostra parola d’ordine rimane quella: venite, non andatevene. Tuttavia è bene essere chiari: non possiamo bloccare ancora la discussione del partito e soprattutto del Paese. È tempo di rimettersi in cammino». Tratto da: http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2017/02/22/ASXLfNMG-emiliano_segreteria_cacciarmi.shtml

 

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