novembre
Addio Veronesi, milanesi in coda alla camera ardente a Palazzo Marino Il figlio: alla fine non volle più le cure
Posted by Ileana Argentin at 11:03 AM. Placed in Rassegna stampa category
Il figlio Alberto ha ricordato gli ultimi giorni del padre: «Si era anche schierato per il referendum costituzionale». Tante le persone che hanno voluto rendere omaggio all’oncologo in Sala Alessi in Comune. Venerdì la cerimonia laica
Erano già in coda prima dell’apertura della camera ardente, giovedì mattina alle 11, i cittadini che hanno voluto portare l’ultimo saluto a Umberto Veronesi, l’oncologo scomparso all’età di 91 anni. Alle 16 erano già più di mille. La camera ardente è stata allestita a Palazzo Marino sede del Comune di Milano. In coda in piazza della Scala anche alcuni pazienti dell’ex ministro che hanno ricordato in particolare la sua «umanità e la sua sensibilità» nel rapporto con i malati. La camera ardente rimarrà aperta giovedì fino alle 22.30, per riaprire venerdì mattina alle 8.30 Alle 11 sono previste le esequie, con una cerimonia laica, sempre a Palazzo Marino di Milano. Per l’occasione il sindaco Sala ha proclamato il lutto cittadino. Tante le attestazioni di solidarietà rivolte ai figli dell’oncologo. Alberto Veronesi, nella camera ardente di palazzo Marino, ha poi ricordato uno degli ultimi momenti del padre: «In fondo lui che ha sempre predicato l’eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine. Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto nessun prolungamento, ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile. Se n’è andato in maniera naturale – ha aggiunto -. Nessuno pensava che ci sarebbe stato un decorso così rapido, pensavamo addirittura di festeggiare i suoi 91 anni il 28 novembre, invece, adesso, ricordiamo l’ultimo compleanno in cui ha raccontato tutta la sua vita».
Omaggio in musica
Ci sarà anche un omaggio musicale venerdì in occasione della cerimonia laica di saluto a Umberto Veronesi. Lo ha detto ai giornalisti sempre il figlio Alberto, che è musicista e direttore d’orchestra, a margine della camera ardente. «Domani (venerdì, ndr.) faremo un piccolo omaggio musicale prima dei discorsi ufficiali del sindaco e dei miei fratelli», ha spiegato. Alla cerimonia per volere della famiglia è previsto anche un intervento di Emma Bonino. «Purtroppo mio fratello Paolo non è qui oggi (giovedì, ndr.) perché sta operando – ha aggiunto Alberto Veronesi – e come sapete operare non è una cosa a cui si deroga, perché ha a che fare con la vita delle persone».
La colonna sonora
I brani che saluteranno Umberto Veronesi alla cerimonia laica al Comune di Milano, scelti dal figlio, sono ‘Il chiaro di luna’ di Beethoven e ‘Tu che di gel sei cinta’, «la canzone di Liù prima di ammazzarsi nella Turandot», ha concluso. Alberto veronesi ha poi ricordato le battaglie del padre: «Si è schierato per la liberalizzazione della droga e per tutte le battaglie, dall’eutanasia alla fecondazione eterologa, oltre alle unioni civili, il divorzio e l’aborto – ha spiegato – Ultimamente anche per il referendum costituzionale. Non voglio fare campagna, ma lui ci teneva molto perché pensava che tutto ciò che fa progredire il Paese debba essere sposato e portato avanti».
Il sindaco
«In questa camera ardente ho visto Milano, quella sobria che soffre con dignità, silenziosa»: così il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha parlato a margine della camera ardente di Umberto Veronesi. «È proprio la rappresentazione della nostra città. Veronesi è sempre stato molto amato – ha ricordato il sindaco commentando la fila di cittadini che in modo silenzioso e ordinato portano l’ultimo saluto all’oncologo -. Di lui ho sempre ammirato la capacità di esprimere un’opinione anche originale ma sempre pensata, coraggiosa». «Sapevo che Umberto stava male, sapevo le difficoltà ma pochi giorni prima di morire ancora faceva interviste ed era in grado di lanciare messaggi – ha concluso -. Per tutta la vita non ha mai rinunciato a svolgere una funzione di guida coraggiosa». Anche il presidente della Regione Roberto Maroni è arrivato in Sala Alessi per tributare l’estremo saluto a Umberto Veronesi. Il governatore è rimasto pochi minuti ed è andato via senza rilasciare dichiarazioni.
I ricordi
Umberto Veronesi era «una persona di una tale cortesia e disponibilità, per me ha fatto qualcosa, ma preferisco tenerlo per me». Così la cantante Rita Pavone ha ricordato l’oncologo dopo la sua visita alla camera ardente a Palazzo Marino. Pavone ha ricordato che Veronesi era sempre disponibile, «c’era sempre per tutti», a qualunque ora lo si chiamasse». Tra le personalità arrivate a Palazzo Marino anche l’étoile Carla Fracci con il marito Beppe Menegatti: «Veronesi ha creato e lascia molto – ha spiegato – ha aiutato l’umanità. È stato così vicino a tutti e sempre sorridente. Questa è la cosa straordinaria di quest’uomo, la sua intelligenza, il suo genio. È una grande perdita».
Mentre lo scrittore Roberto Saviano, a «Radio anch’io» su Radio1, ha detto: «Veronesi è stato davvero un riferimento, scientifico innanzitutto. Riusciva a realizzare quella che era la sua filosofia da medico cioè parlare al paziente, interloquire con lui, non considerarlo un soggetto passivo e allo stesso tempo faceva questo anche con i cittadini. Sensibilizzarli, trasmettere sapere. Mancherà molto a me sul piano personale e mancherà molto al Paese una figura così autorevole, in grado di prendere posizioni coraggiose». «Veronesi è stato tante cose. Un grande uomo, innanzitutto, uno scienziato straordinario e uno straordinario ministro della Salute. Io l’ho conosciuto, è una persona con cui mi sono molto confrontata, una persona di una grandissima umanità e venire qui per me era naturale per rendere omaggio come ministro della Salute a un grande scienziato e per tutte le cose che lui ha cominciato e che dobbiamo portare avanti».
Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ricordato Umberto Veronesi all’uscita delle camera ardente allestita a Palazzo Marino. «Penso – ha aggiunto – alla grande battaglia per la prevenzione e per la ricerca scientifica, il pensiero che lui ha sempre avuto per le donne, per l’umanizzazione delle cure, per sconfiggere il cancro». «A me piace una frase che non piace a molti preti – ha detto don Antonio Mazzi, all’uscita della camera ardente – : la fede nasce laddove finisce la religione. Credo che quest’uomo di fede ne avesse tantissima, alla sua maniera. Appunto perché aveva poca religione. Lo reputo molto amico anche in questo. Molto diverso ma molto vicino».
Città della Salute
«Ho voluto porgere l’ultimo saluto a Umberto Veronesi. La partecipazione e la commozione della gente hanno fatto crescere ulteriormente in me la consapevolezza di quanto grande sia stato il suo contributo verso le persone che soffrono e per il progresso della scienza. Per questo ribadisco con ancora più forza l’idea di potergli rendere omaggio intitolandogli la Città della Salute che sta per sorgere a Sesto San Giovanni». Lo ha detto l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana Viviana Beccalossi, che giovedì mattina si è recata a Palazzo Marino. «Seguendo per competenza l’iter di realizzazione della Città della salute – ha concluso Viviana Beccalossi – mi impegnerò in modo concreto per far sì che il nuovo polo d’eccellenza che ospiterà l’Istituto nazionale dei tumori e l’Istituto neurologico Besta possa per sempre ricordare la figura di Umberto Veronesi».