Giubileo, chiudono le porte sante. Ma il grande business non c’è stato

Venti milioni di pellegrini in visita a Roma, molti meno i soldi incassati. Chiuse le porte sante in tutto il mondo, domenica prossima anche quella di San Pietro

ROMA. Il Papa lo dedica ai poveri e gli operatori economici mugugnano: chiudono i battenti le porte sante diocesane del Giubileo straordinario della Misericordia, e Roma si fa i conti scoprendo che di fede ce n’è stata tanta, visto che i pellegrini in visita sono stati circa 20 milioni, ma di soldi molti meno.

Mentre domenica prossima sarà il Papa a chiudere la Porta Santa della basilica di San Pietro, atto finale del Giubileo, l’Anno Santo si è concluso in tutte le diocesi del mondo, con la chiusura delle Porte Sante nelle cattedrali. A Roma il rito viene compiuto nelle basiliche di San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura dai cardinali Agostino Vallini, Santos Abril y Castellò e James M. Harvey.

L’Anno Santo dell’universalità Francesco lo inaugurò non a caso a Bangui, nel cuore dell’Africa serbatoio di fede e vocazioni, ben lontano dall’Urbe abituata dal 1300 a misurare la devozione anche in termini di quattrini. E quest’anno ce ne sono stati ben meno rispetto alle attese.

«Le aspettative non si sono tramutate in realtà nell’anno del Giubileo. Roma in 15 anni è sempre cresciuta nel turismo del 5% annuo, che nel 2016 non è stato raggiunto» spiega Stefano Fiori, presidente della sezione turismo e tempo libero di Unindustria, facendo un bilancio finale. «Noi movimentiamo 14 milioni di arrivi e siamo in grado di accogliere un turismo sostenibile e di qualità, il che porta risorse alla città e ai cittadini», afferma Fiori, con un’analisi che mostra gli aspetti di una maggiore attenzione al problema di come costruire eventi.

A ricordare lo spirito originario, il pontefice ha dedicato la sua riflessione ai temi della povertà e dell’ingiustizia sociale. Con toni quasi apocalittici, come quando ricorda la promessa biblica ai poveri: «per voi sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia».

E spiega, il Santo Padre: «La persona umana, posta da Dio al culmine del creato, viene spesso scartata, perchè si preferiscono le cose che passano. E questo è inaccettabile, perchè la uomo è il bene più prezioso agli occhi di Dio». Più prezioso di molto oro fino, o del crocifisso del ’400 che, splendido, ricorderà a San Pietro quest’anno di preghiera e pellegrinaggio. Pellegrinaggio ovunque: a Bangui come nelle diocesi di tutto il mondo.

A Roma meno di quanto non ci si attendesse, però, e questo ha scontentato gli operatori del settore e chi puntava sull’effetto volano per l’economia capitolina. «Le aspettative non si sono tramutate in realtà nell’anno del Giubileo. Roma in 15 anni è sempre cresciuta nel turismo del 5% annuo, che nel 2016 non è stato raggiunto» sottolinea amaro all’Agi Stefano Fiori, presidente della sezione turismo di Unindustria. Gli fa eco Edoardo Bianchi, presidente dell’Associazione dei costruttori edili romani. Anzi, il suo è un giudizio ancora più drastico: «è stato un fallimento, ma noi lo avevamo anticipato. I tempi stretti e i ritardi che si sono accumulati lasciavano prevedere questo finale».

Comunque anche sabato, 12 novembre, a Piazza San Pietro i fedeli erano presenti in 50.000. E il Papa domenica è stato chiaro: «quanto più aumentano il progresso e le possibilità, il che è un bene, tanto più vi sono coloro che non possono accedervi».

Intanto, si apprende che una nuova svolta è in corso nei rapporti con Pechino,

ed ha un nome il futuro leader della chiesa cinese. È stato nominato per la diocesi di Hong Kong un vescovo coadiutore (cioè con pieni poteri e diritto di successione) nella persona di monsignor Michael Yeung Ming-cheung. La Chiesa guarda sempre più alle periferie, e pazienza per il Pil.papa