Grasso e la carcerazione di Riina «Sveli i mandanti delle stragi»

Intervistato da Radio24 l’ex magistrato antimafia ha posto questa condizione perché l’attenuazione del 41bis sia presa in considerazione. Ma la procura di caltanissetta dubita che le stragi abbiano avuto suggeritori esterni a Cosa Nostra

«Riina vuole uscire dal carcere? Prima faccia i nomi dei mandanti delle stragi. Lui è ancora il capo della mafia..»: parole pronunciate ieri da Pietro Grasso, presidente del Senato e già magistrato antimafia a Palermo e che sono destinate a riaccendere le polemiche attorno al regime carcerario a cui è sottoposto attualmente il capo dei capi di Cosa Nostra. «Non dobbiamo dimenticare che Riina è ancora il capo di Cosa Nostra e che la legge può dare la possibilità di interrompere il regime del 41bis collaborando. Riina potrebbe ottenere la cessazione delle misure facendoci sapere chi erano queste persone importanti che lo hanno contattato prima di fare delle stragi» ha detto Grasso intervistato da Gianluca Nicoletti a Melog su Radio 24.

I dubbi sul terzo livello

Le parole del presidente del Senato sono sorprendenti per più ragioni. Pochi giorni , in una intervista al Corriere, Amedeo Bertone, procuratore di Caltanissetta, la sede giudiziaria che ha indagato sulle stragi di Capaci e via D’Amelio ha dichiarato che dopo anni di indagine non è stata raggiunta alcuna prova sull’esistenza di mandanti esterni per le morti di Falcone e Borsellino. E’ attualmente inc orso a Palermo il processo sulla cosiddetta trattativa Stato – mafia in cui è imputato lo stesso Riina ma i cui elementi di prova sono andati nel corso delle udienze indebolendosi.

Il boss in ospedale da nove mesi

Grasso ha fatto capire di ritenere l’attuale regime carcerario a cui è sottoposto Totò Riina conforme alla Costituzione italiana: «Secondo le nostre leggi e secondo la Costituzione la carcerazione deve essere dignitosa. E io ritengo che siano adottate tutte le misure idonee per poter rendere dignitosa la carcerazione di Riina, naturalmente questo deve essere dimostrato ai giudici che dovranno decidere, in modo tale che si possa garantire ancora il 41 bis». Il tribunale del Riesame di Bologna gtornerà a occuparsi della possibile attenuazione del carcere per il boss di Corleone il prossimo 7 luglio, dopo che la cassazione ha chiesto di motivare meglio le ragioni per le quali Riina viene mantenuto in un regime di carcere duro nonostante sia affetto da tumore e malattie cardiovascolari. Riina, da nove mesi, non è più inc arcere ma è detenuto preso un reparto dell’ospedale di Parma sotto stretta sorveglianza; nonostante ciò assiste in videoconferenza a tutte le udienze dei processi che lo riguardano, stando sdraiato su una barella.

Tratto da: http://www.corriere.it/cronache/17_giugno_08/grasso-carcerazione-riina-sveli-mandanti-stragi-aa10dcb8-4c4d-11e7-a0c3-52aebd58a53d.shtml20150923_grasso