novembre
Io donna disabile: ho diritto al sesso Ma punite chi abusa del nostro handicap
Posted by Ileana Argentin at 4:31 PM. Placed in Rassegna stampa category
Due anni fa, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza delle donne, ho scritto un post sulla 27Ora, riguardante la violenza subita dalle donne disabili. Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi più all’avanguardia per il rispetto dei diritti delle persone disabili, sanciti dalla legge 104/1992, c’è ancora molta strada da fare. Occorre, innanzitutto, intervenire sulle «politiche di genere», dal momento che le donne disabili vengono, per lo più, considerate «asessuate», non vere donne e, paradossalmente, il 40% di loro è vittima di violenza sessuale. Violenza che non ha nulla a che fare con la libido, ma scaturisce da pregiudizi di genere, consistenti nella mancanza di parità tra uomo e donna, aggravati dal fatto che la vittima in questione è una donna disabile, considerata «anormale», «asessuata» e «malata».
C’è mancanza di rispetto per i diritti dei disabili, compreso quello più importante, la salute. Nonostante la Convenzione Onu garantisca a tutte le persone il diritto alla salute e alla scelta delle terapie a cui sottoporsi, per le disabili non è così: non solo non vengono sottoposte a visite di prevenzione e di cura, ma spesso vengono costrette a trattamenti definiti inumani, come l’elettroshock o la sterilizzazione forzata. Oltre a queste problematiche di tipo deontologico, bisogna considerare anche quelle di tipo pratico, quali l’inaccessibilità degli studi medici e delle apparecchiature; infatti, per una donna in sedia a rotelle risulta molto difficile sottoporsi ad una mammografia o salire sulla poltrona per la visita ginecologica. Inoltre, troppo spesso, quando queste pazienti si recano a fare una visita medica si trovano di fronte ad un’equipe medica impreparata a gestire la loro condizione. È dunque necessario un cambiamento radicale, sia da un punto di vista culturale, sia da un punto concreto, affinché vengano eliminate le barriere architettoniche, con ambulatori ad hoc per le problematiche specifiche delle donne disabili, in cui operino staff medici in grado di gestirle.
Con immenso piacere vi comunico che questo mio desiderio di «fare qualcosa» per migliorare questa situazione è diventata, grazie alla deputata Michela Vittoria Brambilla, una proposta di legge, che agisce in una duplice valenza. Da un lato prevede che i consultori si prendano a carico la salute delle donne disabili e garantiscano per loro le stesse cure di tutte quelle considerate «normodotate». Dall’altro si prevede un aumento della pena di un terzo o addirittura della metà della stessa se la violenza è commessa nei confronti di una donna disabile.
Di questa problematica e in particolare della proposta di legge parleremo con la deputata Michela Vittoria Brambilla su Corriere.it venerdì 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne alle ore 11.30.
TRATTO DA: http://27esimaora.corriere.it/16_novembre_22/io-donna-disabile-ho-diritto-sesso-ma-punite-chi-abusa-nostro-handicap-76e74f20-b0bc-11e6-bb05-10f8714d3e91.shtml?refresh_ce-cp