«Io, eroinomane a 15 anni: così la droga ti mangia l’anima»

La droga uccide trentamila adolescenti italiani. Sono 60 mila quelli che usano cocaina. Le parole di chi prova a salvarsi – di Jacopo Storni /Corriere TV

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Giovani, e per questo fragili. È una trappola per loro, dove sono caduti e dalla quale non riescono a uscire. Distrugge le loro vite, altera i loro pensieri, droga le loro emozioni. Minorenni, e già eroinomani, cocainomani. Totalmente dipendenti. «Mi sveglio e non penso ad altro». Pensano a trovare una dose, a comprarla, a trovare un contatto per recuperare la roba. Così la chiamano, le loro voci ancora adolescenti, i loro volti ancora innocenti. Una dose, e poi subito un’altra. Tutti i giorni, più volte al giorno. Ubriachi di sostanze che spaccano i loro corpi, eccitano le loro menti. «Non dormo la notte, dolori di intestino, problemi gastrici, dolori fortissimi». Non basta però, quando sei dentro è durissima, è durissima uscirne. «Bucavo la scuola per andare a bucarmi». Non è un gioco di parole, sono i nostri adolescenti devastasti. Quasi tutti la fumano sulla stagnola, è la nuova tendenza. Pensano sia meno pericoloso, ma non è così. Una minoranza la inala, oppure se la inietta in vena. Trentamila adolescenti italiani usano eroina, 60 mila cocaina. Emergenza vera, e il trend è in crescita

Spendono soldi, rubano per comprare l’eroina. Una morsa d’ebbrezza e follia. «Ho speso almeno 50mila euro». Raccontano questo, i giovani eroinomani incontrati a Villa Lorenzi, comunità d’accoglienza di Firenze, dove è attivo un progetto col Servizio Dipendenze Sert Ufm B di Firenze. Non puoi incontrarli facilmente. Le loro vite sono appese a un filo, gli operatori che si prendono cura di loro non vogliono interferenze, gli educatori temono per il destino di questi ragazzini. Bisogna prima conoscersi reciprocamente, guadagnarsi la fiducia. Ragazzini fragili come il cristallo. Si curano tutti i giorni, terapie farmacologiche e sedute psicologiche, attività ricreative, amicizie sul filo del baratro. A volte guariscono, poi ricadono, anima e corpo. Rubano soldi perfino ai loro genitori per comprarsi dosi, siringhe, insuline. Ricorrono ai pusher. «A Prato arrivano camion pieni di dosi, quasi tutte le settimane, è facile trovare la roba».

Ragazzi sinceri, si mettono a nudo per raccontarsi, volti oscurati e voci alterate. Ma l’anima è quella autentica, raccontano senza filtri. «Ho rubato l’oro a mia madre per comprarmi eroina e cocaina». Collane, orecchini, bracciali. «In casa sparivano i gioielli, i miei genitori pensavano fossero i ladri». Non volevano curarsi, non volevano confessare ai genitori, volevano continuare a inseguire l’inebriante follia: «Andavamo in taxi, di notte, fino a Prato, soltanto per acquistare le dosi». Firenze-Prato, taxi all’andata e taxi al ritorno. Cento euro di taxi, quasi tutti i giorni. «Quando ne hai bisogno, diventi pazzo pur di prenderla, pensi soltanto a quello e non ti fermi davanti a niente». Nemmeno al nonno che sta per morire. «Stavo andando a trovarlo all’ospedale, ho deviato per andare a bucarmi, quella notte mio nonno è morto e non l’ho più rivisto».

Ragazzi di oggi, che riconoscono i loro errori. C’è chi comincia il percorso terapeutico adesso, dopo mille ripensamenti. C’è chi è in fase di guarigione. «Uscirne è possibile, il primo passo è parlarne ai genitori» racconta uno di loro. A volte però, il problema nasce proprio da lì, da quei contesti familiari frantumati. «Mio padre è stato arrestato, in quel periodo ho iniziato a drogarmi pesantemente». Difficile trovare cause comuni: c’è lo smarrimento di ragazzi che si sentono sempre più soli, insicuri con le ragazze, trascurati dalle famiglie.

Qui, nel contesto idilliaco del centro d’accoglienza per giovani Villa Lorenzi, si mangia tutti assieme. «La nostra comunità – dice il responsabile Stefano Superbi – è nata per offrire risposte al disagio giovanile e minorile, siamo impegnati al fianco della Asl per dare ascolto al malessere delle famiglie dei minori e non solo». I ragazzi sono seguiti dalla psicologa Caterina Borrello, responsabile del gruppo dedicato ai percorsi per giovani del Sert Ufm B: «Abbiamo verificato che c’è un trend in aumento di minori eroinomani e questo ci preoccupa, i ragazzi arrivano all’eroina perché il nuovo modo di consumarla fa sì che possano sottovalutare i pericoli. Dobbiamo essere in grado di ripensare i nostri servizi, come stiamo cominciando a fare, per offrire risposte ancora migliori dove servizio pubblico e privato sociale siano in grado di collaborare». E la Regione Toscana si attrezza per contrastare il fenomeno: «I numeri ci allarmano, abbiamo creato 40 Sert in tutta la regione – ha detto l’assessore alla salute Stefania Saccardi – Sul versante della prevenzione, abbiamo attivato protocolli di collaborazione e accordi con l’Ufficio scolastico regionale per attività di prevenzione e per favorire stili di vita sani».

Eccoli i giovani eroinomani che si stanno curando. Camminano lungo il parco, respirano la natura. Un lago e i fiori, gli alberi e le ninfee. «Ma quando hai la botta, non te ne frega un cazzo della natura, la droga ti mangia l’anima, perdi il senso della realtà». Percorsi terapeutici lunghi anni, avanti e indietro tra Sert e attività educative. Nel mezzo c’è la scuola, che spesso diventa un dettaglio in queste vite randagie. «Non vedevo l’ora di scappare da scuola per andare a bucarmi». Ma uscirne si può, ripetono questi ragazzini: «Il primo passo è dirlo ai genitori, non dimenticherò mai l’espressione di mia madre quando le dissi che avrei voluto curarmi». E poi le cure nei centri: «Si conoscono tante persone che ti aiutano a cambiare radicalmente vita, capisci che la vera vita è quella senza eroina».

TRATTO DA: http://video.corriere.it/eroina-tornata-distrugge-vite-ragazzini/d938fae0-477e-11e6-af4e-15bff4e09cf7