La denuncia di una mamma: «Mia figlia disabile senza insegnante di sostegno»

Savona. «Savona non è una città a misura di disabile». La denuncia arriva dalla mamma di Alessia (il nome è di fantasia, per garantire, come richiesto dalla famiglia, riservatezza e anonimato), una bimba savonese, dodici anni, che ha avuto alla nascita una paralisi cerebrale. «Per mia figlia, che convive con una disabilità grave, la battaglia quotidiana, con le difficoltà pratiche che si incontrano, è dura». Le problematiche, secondo la donna, che opera nel settore sanitario, toccano tutti i settori: dalla scuola, all’assistenza sanitaria domiciliare, alle barriere architettoniche.

«Alessia – dice la mamma – dovrebbe avere un docente di sostegno, assegnato dal Ministero, per 25 ore, ossia la totalità delle lezioni, in un rapporto docente-alunno uno a uno. Non è così, nonostante il caso sia grave. Ci è stata assegnata circa la metà dell’orario: l’abbiamo accettato, poiché la bambina si stanca e non riuscirebbe a stare di più in aula». Ad oggi, però, Alessia non ha ancora l’insegnante di sostegno, ma è seguita, come gli altri bambini, dal docente di classe. «Come ogni anno, il sostegno entra in servizio con venti, trenta giorni di ritardo rispetto all’inizio delle scuole. Così, accanto a mia figlia, in questa fase, c’è l’assistente che pago io. In caso contrario, Alessia non potrebbe stare in aula e avrebbe dovuto rimandare l’avvio dell’anno scolastico a data da destinarsi: quando l’Ufficio scolastico nominerà gli insegnanti di sostegno».

Impossibile affiancare gli educatori pagati dal Comune. Il caso è troppo grave e il personale non è in grado di rispondere alle esigenze di Alessia. C’è, poi, il tema dell’assistenza domiciliare. «Le soluzioni, in caso si accetti di mandare la bambina negli istituti, sono svariate. Io, però, voglio che Alessia stia nella sua casa, dove è più serena e dove qualsiasi problematica risulta più facilmente gestibile. In questo caso, però, il quadro si complica. Soltanto una cooperativa gestisce per l’Asl tale servizio: in caso subentrino difficoltà di rapporto, non esiste un piano B. Sono riuscita, grazie all’ufficio Servizi sociali del Comune di Savona, ad attingere ad un fondo alternativo, che mi permette di integrare le spese per pagare un operatore da me scelto, per l’assistenza domiciliare. Il resto, però, è a carico mio. La sensazione che ho è dolorosa: o abbassi la testa e accetti quello che il sistema ti impone, o sei emarginato».

Infine, il problema quotidiano con le barriere architettoniche: scalini, marciapiedi senza scivolo o, peggio, rotti. «Per una famiglia, che lotti con la disabilità, questa città non è d’aiuto». Un tema che l’assessore ai Servizi sociali, Ileana Romagnoli, vuole affrontare al più presto. «Il nuovo piano sociale, che è stato presentato in Regione dall’assessore Viale, rivisita il rapporto tra cittadino, Asl e servizio sul territorio – dice la Romagnoli-. In quest’ottica rientra la tutela e il sostegno domiciliare dei disabili, ma anche degli anziani. Al più presto presenteremo nei dettagli la nuova strategia, che verrà incontro alle esigenze delle fasce più fragili».

Tratto da: http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2017/09/25/ASwGTJcJ-insegnante_denuncia_disabile.shtml

I bambini con lo zaino all'apertura dell'anno scolastico all'Istituto Comprensivo Uruguay "Maria Stern Nuovo" in Via di Settebagni a Roma oggi 12 settembre 2011. ANSA Mario De Renzis