L’Assemblea generale Onu boccia Gerusalemme capitale di Israele. Nikki Haley: “Usa ricorderanno questo voto”

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Contro 128 Paesi tra cui l’Italia. In 9 si sono espressi a favore e 35 si sono astenuti. Minaccioso intervento dell’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, prima del voto sulla risoluzione contro la decisone di Trump. Netanyahu: “Qualunque sia l’esito quella è la nostra capitale”
NEW YORK – L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha bocciato la decisione di Donald Trump di spostare l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, con l’implicito riconoscimento della Città Santa quale capita di Israele. Contro la risoluzione Usa – che avevano esplicitamente minacciato di rappresaglia i Paesi che si sarebbero espressi contro di loro – hanno votato in 128, tra cui l’Italia, mentre in 9 hanno votato a favore e 35 si sono astenuti.

Sul tabellone di conteggio dei voti si legge che hanno votato contro la risoluzione sono: Guatemala, Honduras, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Palau, Togo e ovviamente Israele e Stati Uniti. Contro tutti i principali Paesi Ue, a partire da Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. Tra i 35 astenuti: Australia, Canada, Argentina, Polonia, Romania, Filippine e Colombia.

Tra gli astenuti ci sono Argentina, Australia, Benin, Butan, Bosnia-Erzegovina, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Messico, Paraguay, Polonia, Romania, Sud Sudan. Il voto dell’Assemblea Generale, a differenza di quelli del Consiglio di Sicurezza non è in alcun modo vincolante ma ha una forte impatto politico.

La convocazione dell’Assemblea generale è stata richiesta dai rappresentanti di Turchia e Yemen, a seguito del veto posto il 19 dicembre dagli Stati Uniti a una bozza di risoluzione simile proposta dall’Egitto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Nell’Assemblea generale, nessuno dei 193 stati rappresentati possiede il potere di veto, a differenza del Consiglio di Sicurezza dove i membri permanenti Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti possono bloccare con un solo voto qualsiasi risoluzione.

L’ambasciatore dello Yemen, Khaled Hussein Mohamed Alyemany, presentando il testo della risoluzione ha definito l’azione di Trump “una palese violazione dei diritti del popolo palestinese e delle nazioni arabe, e di tutti i musulmani e cristiani nel mondo”.

Duro e persino minaccioso intervento dell’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley: “L’America sposterà la sua ambasciata a Gerusalemme, ed è questa la cosa giusta da fare. Nessun voto alle Nazioni Unite farà la differenza. Ma questo è un voto che gli Stati Uniti ricorderanno, ricorderanno il giorno in cui sono stati attaccati per aver esercitato il loro diritto come nazione sovrana.azione sovrana. Questo voto farà la differenza su come gli americani guarderanno l’Onu e i Paesi che ci mancheranno di rispetto. Ricorderemo questo voto”.

A seguire, il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu: “Prima di questo incontro, uno Stato membro delle Nazioni unite ha minacciato tutti gli altri membri, è stato chiesto a tutti di votare ‘no’ per non affrontare conseguenze. Questo è bullismo. Non ci lasceremo intimidire, il mondo è più grande di cinque nazioni (i membri permanenti al Consiglio di sicurezza Onu). Potete essere forti, ma ciò non vuol dire che abbiate ragione”.

L’ambasciatore israeliano Danny Danon: “Questo voto finirà nel secchio della spazzatura della storia. Nessuna risoluzione dell’Assemblea Generale ci farà uscire da Gerusalemme”.

Il ministro degli Esteri palestinese, Riyad al Maliki, ha aperto il suo discorso sottolineando come “la decisione degli Stati Uniti non influenzerà lo status di Gerusalemme, ma colpisce la condizione degli Stati Uniti come mediatore di pace”. “Gerusalemme è la chiave per la pace e per la guerra – ha ricordato il diplomatico palestinese -. Gli Stati Uniti hanno perso un’opportunità per rivedere la decisione e unirsi alla comunità internazionale ponendo fine al suo isolamento nel mondo”. La decisione di Washington invece serve il governo israeliano e incoraggia l’estremismo e il terrorismo nella regione”.

Prevedendo la probabile approvazione della risoluzione da parte dell’Assemblea generale, il voto il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito le Nazioni Unite “la casa delle bugie”. “Israele respinge il voto ancor prima del suo esito – le parole del premier -. La dichiarazione di Trump del 6 dicembre (l’annuncio dello
spostamento dell’ambasciata Usa in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, ndr) si distacca da decenni di politica Usa basata sulla convinzione, e con il consenso internazionale, che la sorte di Gerusalemme può essere decisa da un negoziato. Gerusalemme è la capitale di Israele, qualunque sia il risultato del voto” all’Onu.

TRATTO DA: http://www.repubblica.it/esteri/2017/12/21/news/israele_gerusalemme_capitale_assemblea_onu_vota_risoluzione-184820122/