L’imbarazzo dei 5 Stelle su De Falco Di Maio: lui nega, chiamerò la moglie

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Il candidato: un alterco ma nessuna violenza. Sui rimborsi tre mesi di penale a Lezzi

ROMA «La prima cosa che ho fatto è stato chiamare De Falco. Lui ha smentito a me e pubblicamente. Ma la violenza sulle donne è inaccettabile: quindi chiedo alla signora di inoltrare la denuncia in modo che possiamo accertare i fatti e capire se c’è stata un’aggressione». Luigi Di Maio risponde così, con estrema cautela, sul caso del capitano di fregata Gregorio De Falco, candidato nei 5 Stelle, di cui ieri il Corriere ha raccontato la vicenda, riportando le parole della moglie che lo hanno accusato (ma senza denunciarlo) di avere aggredito lei e la figlia.

Di Maio era ospite di Barbara d’Urso: ironia della storia, nella stessa Domenica Live che fu la causa dell’espulsione, per la presenza allora proibita, del primo senatore Marino Mastrangeli. In questa sede ha spiegato: «So che quando ci sono casi di violenza, si ha difficoltà a denunciare». Poi, su sollecitazione della D’Urso, ha aggiunto: «Chiamerò anche la moglie. E mi auguro che smentisca».

Nel frattempo a smentire è De Falco, che però conferma quello che definisce un «alterco»: «Mi sto separando da mia moglie da un anno e mezzo e le difficoltà di trovare un accordo economico tra le parti e la tensione che ne deriva sono il motivo scatenante di un recente alterco. Che comunque non mi ha visto attore di violenze, ingiustamente attribuite alla mia persona». De Falco si dice «amareggiato» per la fuoriuscita di notizie sulla stampa.

Ma a essere amareggiato è di certo anche Di Maio che, tra massoni, rimborsi e scontrini, si trova costretto a dover affrontare ogni giorno nuovi casi delicati. E infatti il Pd non tace ed è il segretario Matteo Renzi a intervenire in prima persona: «Se c’è qualche candidato che mette le mani addosso alla moglie o alla figlia, tutti insieme si dica no. Sulla violenza non si scherza. Non possiamo rischiare di avere i nostri rappresentanti a quel livello lì».

E a proposito di guai, Di Maio annuncia che chi si rifiuterà di firmare la rinuncia alla proclamazione sarà denunciato o chiamato a risarcire i danni. Minacce per provare a sventare un gruppo misto di neo (e già ex) 5 Stelle che rischia di essere nutrito. Tra gli altri potrebbe esserci David Zanforlini, in odore di massoneria, che ieri dopo l’intervista al Corriere ha spiegato: «Sono stato sospeso per ora solo via WhatsApp». In bilico anche Barbara Lezzi, che per ora dovrà pagare tre mesi di penale: ma si aspetta ancora un chiarimento con la banca. Intanto Di Maio annuncia «controlli ancora più importanti» sui rimborsi, spiegando che «i casi eclatanti sono solo otto».

Tratto da: http://www.corriere.it/elezioni-2018/notizie/imbarazzo-5-stelle-de-falco-maio-lui-nega-chiamero-moglie-8e8fbf50-1505-11e8-81fe-8b94b4e31ffd.shtml