Nelle carte su Muraro l’ombra di Mafia Capitale

muraro3L’asse con Fiscon, ex dg di Ama. I due indagati per abuso d’ufficio

Fu il direttore generale di Ama Giovanni Fiscon, uno dei principali imputati nel processo di «Mafia Capitale», a siglare i contratti di Paola Muraro con la municipalizzata. E la scelse anche come consulente giudiziario nei suoi processi. Per questo è adesso indagato con lei per il reato di abuso d’ufficio, sospettato di aver aggirato le norme pur di favorirla. Si aggrava dunque la posizione dell’assessore all’Ambiente del Comune di Roma. È stato l’ascolto delle nuove telefonate inserite nel fascicolo d’indagine sull’organizzazione guidata da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati a dare la svolta. Il resto lo hanno fatto le verifiche degli atti sequestrati presso l’azienda di gestione dei rifiuti: delineano un quadro che mette l’assessore al centro di interessi ritenuti illeciti dai pubblici ministeri. Una situazione compromessa tanto che l’avvocato di Fiscon, Salvatore Sciullo, che aveva accettato di difendere anche Muraro, è stato costretto a rimettere il mandato chiedendo all’assessore di farsi assistere da un altro legale.
Il ruolo dirigenziale
La contestazione più grave riguarda l’incarico ottenuto da Muraro all’interno di Ama. Non una semplice consulente, come previsto dagli accordi siglati, ma una vera e propria manager che aveva la delega alla gestione degli impianti Tmb e dei tritovagliatori. Secondo gli accertamenti svolti dai carabinieri del Noe, Muraro avrebbe favorito la contraffazione dei risultati sia per quanto riguarda la quantità, sia per la qualità del materiale trattato. E avrebbe favorito le aziende del ras dei rifiuti Manlio Cerroni accettando che gli impianti di Ama lavorassero a regime più basso di quanto era invece possibile e consentendo così alle ditte private di poter smaltire il resto della spazzatura. Non solo. Analizzando le delibere si è scoperto che Muraro fu scelta nonostante all’interno della municipalizzata c’era chi poteva svolgere le sue stesse mansioni e — come dice la legge — doveva dunque essere favorito rispetto a un consulente “esterno”.
Il patto sugli onorari
La delega del pubblico ministero Alberto Galanti — titolare del fascicolo con l’aggiunto Paolo Ielo — si concentra anche su un accordo siglato da Fiscon per farsi assistere nei processi proprio da Muraro. I dirigenti possono ottenere che le spese vengano pagate dall’azienda solo se il reato contestato è nell’esercizio delle funzioni, e dunque escludendo il dolo. Fiscon aveva invece fatto in modo che gli onorari della Muraro fossero pagati in tutti i casi, compresi quelli di dolo e colpa grave, così abusando della propria funzione e traendone un indubbio vantaggio economico. E adesso anche di questo “patto” entrambi dovranno fornire spiegazioni.
Le trenta telefonate
Sono una trentina le nuove conversazioni trascritte dai carabinieri del Ros e allegate agli atti del nuovo fascicolo. Muraro parla spesso con Fiscon e con l’ex amministratore delegato di Ama Franco Panzironi. Ma ci sono anche alcuni di colloqui di funzionari che parlano del suo ruolo. I magistrati stanno decidendo le prossime mosse. È possibile che l’assessore venga convocata al termine di queste verifiche e che anche Fiscon sia chiamato per l’interrogatorio. Ma non è escluso che si decida invece di sollecitare direttamente il giudizio, ritenendo che il quadro sia sufficiente a svolgere un processo con rito immediato. E in questo caso si dovrà vedere quali decisioni prenderà la sindaca Virginia Raggi. Finora, pur sapendo sin dallo scorso luglio che era stata iscritta nel registro degli indagati per illeciti ambientali, ha sempre difeso l’assessore sostenendo di voler attendere la lettura delle carte processuali. A breve gli atti saranno probabilmente pubblici e la giunta del Campidoglio dovrà affrontare l’ennesima prova. Forse quella decisiva.

Tratto da: http://www.corriere.it/politica/16_settembre_30/nelle-carte-muraro-c2e566ec-867c-11e6-9ddf-2c9d29242dcc.shtml