«Non sembro abbastanza disabile: l’aeroporto si è rifiutato di darmi assistenza»

Aeroporto

La denuncia di una 23enne inglese, affetta da sindromi che causano dolore cronico e svenimenti. Nonostante, quando aveva acquistato il biglietto, avesse segnalato le sue esigenze, è stata ignorata e maltrattata dallo staff

«Evidentemente non sembro abbastanza disabile». Nathalie Allport-Grantham è una ragazza di 23 anni che ha bisogno di assistenza speciale, perché ha la sindrome di Ehlers-Danlos, che limita i movimenti e causa dolore cronico, la sindrome di Marfan e la sindrome da tachicardia ortostatica posturale, che aumenta la frequenza cardiaca e può causare svenimenti e capogiri. Per questo, per imbarcarsi su un volo Ryanair per Nizza, il 31 dicembre, dall’aeroporto londinese di Stansted, aveva chiesto una sedia a rotelle per raggiungere il gate e l’aiuto del personale per trasportare sull’aereo il suo bagaglio a mano.

Ma, anche se la sedia a rotelle le è stata assegnata al momento del check-in, poi le è stata portata via dallo staff dell’aeroporto che l’ha accusata di far «sprecare tempo» con la sua richiesta di assistenza. Nathalie aveva chiesto la sedia a rotelle al momento dell’acquisto del biglietto aereo, il 5 novembre: non aveva portato la sua perché sapeva che l’aeroporto poteva fornirgliene una. Le compagnie aeree come Ryanair registrano le esigenze di assistenza dei loro passeggeri, ma sono poi gli aeroporti in questione a soddisfare le richieste. A gestire il servizio PRM (per passeggeri a ridotta mobilità) di Stansted ci pensa un fornitore esterno, Omniserv.

La ragazza – che viaggiava con il fidanzato – è arrivata a Stansted in tempo utile per il suo volo delle 7.55, con la carta d’imbarco su cui era specificata la necessità di assistenza speciale. Come ha spiegato a The Independent, all’arrivo, il personale le ha dato una sedia a rotelle e ha chiesto al suo fidanzato di spingerla fino al gate: una pratica comune a Stansted, per i passeggeri in sedia a rotelle che viaggiano con i compagni.

Il personale l’ha avvertita che non c’erano ascensori disponibili, ma le ha assicurato che un membro dello staff l’avrebbe aiutata a salire le scale dell’aereo e avrebbe portato il suo bagaglio a mano.

La coppia è arrivata in area lounge, mentre si dirigeva verso il gate, e Nathalie si è spostata dalla sedia a rotelle a una normale. In quel momento, la sedia a rotelle è stata presa rapidamente da un dipendente dell’aeroporto, che ha promesso di riportarla subito indietro. Invece non è mai tornato, e la ragazza è stata costretta a raggiungere il gate, che si trovava a cinque minuti di distanza, a piedi. «Ho spiegato all’addetta al servizio che avevo prenotato l’’assistenza speciale e avevo bisogno di aiuto per i bagagli e per salire sull’aereo. Ma lei mi ha guardata e ha detto: “Se vuoi che qualcuno porti i tuoi bagagli, devi pagare 50 sterline”. Le ho risposto che avevo prenotato l’assistenza per disabili che avevo bisogno di aiuto per salire sull’aereo». Ma la replica è stata: «Sto aspettando un passeggero che non può camminare: se vuoi salire sull’aereo ti suggerisco di fare la coda come tutti gli altri. Se non vuoi portare la borsa, il costo è di 50 sterline per metterla nella stiva».

Quel passeggero, in realtà, era proprio Nathalie, «ma lei si aspettava qualcuno che sembrasse “più disabile” di me. Poi ha detto ad alta voce, in modo che tutti sentissero: “Devo aiutare delle persone disabili e mi sta facendo perdere tempo”. Tutti mi fissavano. È stato umiliante».

Quando la ragazza ha spiegato all’addetta che non le era permesso sollevare pesi per ragioni mediche (il sollevamento può dislocare le articolazioni e i muscoli e procurare la rottura degli organi interni), la risposta è stata: «Allora la prossima volta non porterai un bagaglio così pesante».

Nathalie è scoppiata in lacrime, e un altro dipendente dell’aeroporto è venuto a chiedere cosa stesse succedendo. La donna dello staff ha replicato: «Questa mi sta facendo perdere tempo». È allora che il dipendente ha controllato l’elenco sul terminale, e ha verificato che il passeggero che stavano aspettando era proprio Nathalie. «È stato davvero gentile e ha trovato una sedia a rotelle di ricambio, ma la signora non si è nemmeno scusata».

Non era però ancora finita: con la sedia a rotelle, la ragazza è stata accompagnata sotto l’aereo, ma ha dovuto attendere di salire per dieci minuti, sotto la pioggia. Nathalie spiega che le sue malattie sono «invisibili», e spesso le persone dubitano che lei sia realmente disabile. «Il problema è che la gente – dice – crede che i disabili debbano avere un certo aspetto».

Tratto da: https://www.vanityfair.it/news/diritti/2018/01/04/non-sembro-abbastanza-disabile-laeroporto-si-e-rifiutato-di-darmi-assistenza