Milano, 20 ottobre 2017 – «Con stupore mi rendo conto che ci state proponendo un alloggio con una stanza in meno rispetto a quello in cui viviamo. Già ora mezza casa è destinata alle esigenze del papà (flebo, sacche per alimentazione, la pompa per alimentazione forzata tramite sondino, i pannoloni) e la vostra proposta è indecente». Lo scrive Marika Corelli, 28 anni, figlia di Amedeo, 55enne disabile che può spostarsi solo su sedia a rotelle ed è in attesa di un cambio alloggio, a MM che gestisce la casa del Comune in via Val Cismon a Niguarda, in cui la famiglia vive da sempre. MM replica al Giorno che quello proposto «è il primo appartamento disponibile nell’immediato» e che «la famiglia non lo ha nemmeno visto, l’appuntamento è fissato per la prossima settimana».

È l’ultima puntata di una vicenda che si trascina da mesi. Il caso era scoppiato a settembre, quando il quartiere si era mobilitato organizzando una merenda in giardino, «Un tiramisù per Amedeo», per sollecitare la posa di un montascale che consentisse a quest’uomo, che vive al secondo piano con la moglie anche lei invalida e la figlia Marika, di potersi muovere liberamente senza aver bisogno di continuo supporto per salire e scendere le scale attraverso un “cingolato” avuto in dotazione dall’Ats. Quanto alla posa del montascale, già a marzo «si faceva presente che la sede territoriale – aveva sottolineato MM – non poteva eseguire l’opera non avendone le competenze (in quanto manutenzione straordinaria, quindi deve essere autorizzata e finanziata) ma che si sarebbe fatta carico di segnalare tale necessità al tavolo tecnico». Allora «abbiamo chiesto un cambio alloggio», sottolinea Marika. La proposta arrivata adesso, però, non è ritenuta idonea dalla famiglia. Anzi, «è indecente».

«Sono qui – scrive Marika Corelli – a dovervi giustificare il perché non possiamo accettare un alloggio di 45 metri quadrati, dovendovi dire che non ci stiamo in tre. Ci costringete a vivere in una condizione assurda, inumana. Ci umilia, dopo 30 anni di regolari pagamenti del canone, dovervi dire che i pannoloni di mio padre portano via molto spazio». MM evidenzia che «l’alloggio proposto è il primo immediatamente disponibile, per tre persone. Al piano rialzato, con montascale, nella stessa via e senza necessità di ristrutturazione. Da subito ci siamo impegnati per trovare la migliore soluzione».

Tratto da: http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/casa-disabile-1.3475877