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Palermo ricorda Rocco Chinnici, Mattarella: “Gli dobbiamo molto, la sua azione trovi eredi”
Posted by Ileana Argentin at 10:39 AM. Placed in Rassegna stampa category
Ricordati stamane, a Palermo, il giudice istruttore Rocco Chinnici, i carabinieri della scorta Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta ed il portiere dello stabile dove abitava il magistrato, Stefano Li Sacchi, nel 33esimo anniversario della strage di via Pipitone Federico avvenuta il 29 luglio del 1983. Una corona di fiori è stata deposta sul luogo della strage. Presenti, tra gli altri, la figlia del giudice Caterina Chinnici, il questore di Palermo, Guido Longo, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone.
Palermo: la commemorazione di Rocco Chinnici in via Pipitone Federico
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Giovanni Chinnici, Presidente della Fondazione Rocco Chinnici, il seguente messaggio: “Nell’anniversario della strage mafiosa nella quale perse la vita il Giudice Rocco Chinnici, e insieme a lui Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi, desidero esprimere la mia vicinanza a tutti i familiari delle vittime e la piena partecipazione delle istituzioni della Repubblica a questo tributo di memoria a protagonisti della lotta per l’affermazione della legalità nel nostro paese. Da Magistrato e da Capo dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, Rocco Chinnici ha combattuto il cancro mafioso con intelligenza, con tenacia e con grande integrità. E’ stato uomo del diritto e delle istituzioni, mentre la criminalità organizzata cercava di scardinare i valori fondativi del vivere civile per affermare i propri interessi e allargare l’area delle connivenze. Chinnici ha progettato e avviato una struttura innovativa, che ha reso possibile una maggiore collaborazione tra i magistrati, un più efficace scambio di informazioni tra gli investigatori e, di conseguenza, una visione migliore e più ampia – anche in sede processuale – delle responsabilità e delle ramificazioni mafiose”.
Il presidente della repubblica Sergio Mattarella spiega che “del prezioso lavoro” di Rocco Chinnici “si sono avvalsi altri valorosi magistrati come Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Salvatore Borsellino, che hanno proseguito sulla medesima strada fino a istruire e a condurre a termine il maxi-processo di Palermo, che riuscì a squarciare il velo sulla realtà criminale e la linea di comando della mafia”. “La democrazia italiana – aggiunge il Capo dello Stato – deve molto a Rocco Chinnici. Il suo sacrificio non sarà mai dimenticato, così come il sacrificio dei cittadini onesti e dei servitori dello stato che la mafia ha strappato all’affetto dei propri cari e al lavoro per il bene comune. Chinnici, tra i primi a indagare la complessità e le complicità del fenomeno mafioso, fu anche un appassionato testimone della riscossa civile tra i giovani e nelle scuole. Per onorare il suo sacrificio è necessario che questa azione trovi eredi e il mio augurio è che la giornata di oggi accresca la consapevolezza e la responsabilità, ancor più tra le giovani generazioni, l’impegno delle quali è essenziale per la sconfitta della mafia”.
“Lo conobbi nel 1972, quando ottenni il trasferimento da Barrafranca alla Procura di Palermo. Avevo 27 anni: per me, come per tante altre ‘matricole’, Rocco Chinnici era un modello, un punto di riferimento tanto sotto il profilo professionale quanto su quello umano”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato Pietro Grasso. “Il 29 luglio del 1983 la mafia fece esplodere un’autobomba mentre usciva di casa – continua -: insieme a lui, quel giorno, rimasero uccisi il carabinieri Mario Trapassi, il brigadiere Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi. Poche settimane prima, a fine maggio, io e Chinnici andammo insieme a Rebibbia per svolgere diversi interrogatori nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Fu l’ultima volta in cui ebbi modo di parlarci
a lungo: ci confrontammo su quella difficile indagine e sulla pericolosita’ della mafia per la Sicilia e per il Paese. A Rocco Chinnici dobbiamo moltissimo: fu lui, ad esempio, a creare i presupposti del pool antimafia. Credeva nel lavoro di squadra – conclude -, aveva capito che condividere le informazioni e assicurare un buon coordinamento alle indagini avrebbe rappresentato un enorme vantaggio nella lotta alla mafia. Oggi lo ricordo con un pensiero pieno di gratitudine e affetto”
Tratto da: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/07/29/news/palermo_ricorda_rocco_chinnici_mattarella_gli_dobbiamo_molto_la_sua_azione_trovi_eredi_-145024303/