Parata 2 giugno. Orgoglio, non disagio: parlano i ragazzi del servizio civile

6666Da giovani di un Istituto che nasce dall’obiezione di coscienza e si fonda sulla “difesa non armata e nonviolenta della Patria”, avvertono fino ad un certo punto la contraddizione di stare in un contesto così militarizzato. Ecco le impressioni raccolte nel corso delle prove generali della parata, lungo i Fori imperiali.
ROMA – Porta un nastrino tricolore tra i capelli Valeria, una delle 47 tra volontarie e volontari del Servizio Civile Universale, che domani – domenica 2 giugno – sfileranno nella tradizionale parata lungo i Fori imperiali per la Festa della Repubblica. Insieme ai suoi colleghi di servizio, provenienti dalle sedi romane e laziali di vari enti, hanno passato gli ultimi 20 giorni ad esercitarsi per marciare davanti al Presidente della Repubblica e alle più alte cariche istituzionali. Saranno una macchia bianca nel settimo ed ultimo settore della parata, quello riservato ai corpi armati e non dello Stato, preceduti dal rosso dei volontari dalla Croce Rossa e seguiti dal blu dalla Polizia municipale di Roma Capitale.
A suo modo la “compagnia” del Servizio Civile Universale – così la chiama il programma ufficiale della Difesa, anche se i giovani preferiscono definirsi un “gruppo” – , riproduce in piccolo quello che è oggi questo istituto: ci sono ragazzi avviati nell’ultimo bando ordinario, italiani e stranieri, quelli che hanno usufruito delle quote riservate dai fondi FAMI ai titolari di protezione internazionale, e quelli partiti con gli ultimi bandi di Garanzia Giovani, destinati a giovani che non studiano e non lavoro. L’età varia dai 18 ai 29 anni, la presenza femminile predominante ed è donna anche la portabandiera, Ilaria Labate.

Da giovani di un Istituto che nasce dall’obiezione di coscienza e si fonda sulla “difesa non armata e nonviolenta della Patria”, avvertono fino ad un certo punto la contraddizione di stare in un contesto così militarizzato. Anzi: “orgogliosi” ed “onorati” sono i termini che ricorrono di più nei loro racconti, quando li incontriamo nella notte tra il 29 e il 30 maggio alle prove generali lungo i Fori imperiali. “Abbiamo ricevuto quasi il doppio delle richieste rispetto ai posti disponibili – ci dice il funzionario del Dipartimento delle Politiche giovani e del Servizio Civile Universale che li supervisiona -. In questi anni abbiamo sempre trovato ragazzi interessati alla sfilata e in maniera sempre crescente, perché capiscono il senso della loro partecipazione a questo evento e alla fine gli piace”.
Il gruppo del SCU sulla strada verso il Colosseo guidato dal capogruppo Francesco Cicero e con la portabandiera Ilaria Labate. Foto: Francesco Spagnolo/Rs
Servizio civile 6 – Sulla strada verso il Colosseo
“Per me essere alla parata – ci conferma Valerio, 20 anni -, è uno dei modi di ‘difendere la Patria’, perché al di là del mio impegno nel servizio quotidiano ai disabili, qui sento con gli altri di rappresentare l’intero corpo del servizio civile. Questo è uno di quegli appuntamenti in cui occorre acquisire una certa serietà, e credo che riporteremo tutti nel nostro servizio questo aspetto dell’esperienza, insieme alla responsabilità di aver rappresentato il servizio civile davanti a tutta l’Italia”.
Anche Chiara, 28 anni, ci sottolinea come per lei questa esperienza sia un modo, insieme al suo servizio quotidiano in un progetto dell’Università Roma Tre, di dare un contributo alla crescita di una identità a livello di senso civico. “Certo – aggiunge – le prime sensazioni, per noi che conosciamo la storia dell’obiezione di coscienza, sono state di essere un po’ come pesci fuori dell’acqua in questo contesto così militarista. Però passare il 2 giugno davanti al Capo dello Stato sarà una di quelle emozioni fortissime che ricorderò per sempre, proprio perché lontana dalla vita di tutti i giorni. E mi ha meravigliato che nonostante siamo tutti di età ed esperienze di vita diverse, con i miei colleghi ci siamo tutti ritrovati in un’idea comune di servizio civile, che vuole affermare determinati valori”.

“Mi piace il significato di questa cerimonia – ci ribadisce anche Francesca, 26 anni -, ed io sento di rappresentare oggi il servizio civile. Con gli altri ragazzi con cui ho condiviso questa esperienza ci sentiamo importanti e siamo contenti ed onorati di far parte di un momento che bene o male rimarrà, e dove potrò dire di esserci stata anche io”.
Francesco, 20 anni, sarà “capo blocco” e dovrà guidare a tempo i suoi colleghi di servizio nelle varie fasi della sfilata. “Spero di fare del mio meglio – ci dice – . Per me il 2 di giugno è la Festa dello Stato, ossia di tutti, e anche in questo contesto così militare e formale, ho scoperto che ci può essere un clima familiare. Sento l’emozione di questo impegno, ma con i miei compagni condividiamo gli stessi valori del servizio civile e ci sentiamo onorati di rappresentarlo”.
Titti Postiglione, capo dell’Ufficio per il Servizio civile universale, 10 anni fa da Responsabile della Sala Situazione Italia della Protezione Civile fu portabandiera italiana alla sfilata del 2 giungo 2009. Al momento di salutare i 47 volontari, ricorda: “Ve lo dico per esperienza, nel momento in cui si passa davanti alle autorità è emozionantissimo, lo vedrete. Ma vi assicuro che è ancora più emozionante quando sfilerete in mezzo alla gente. C’è chi vi saluta, che vi applaude, che vi guarda in faccia, ma tutti sentono che in quel momento voi stata facendo qualcosa di importante”. “Quindi mi raccomando – li esorta da ultimo – , è importante il momento del passaggio davanti al Presidente Mattarella, che rappresenta la Repubblica, però siate fieri di quello che state facendo in ogni momento dei due chilometri in cui sfilerete. Noi siamo con voi, soprattutto ci rappresentate tutti, le Istituzioni, gli enti. Avete una bella responsabilità, come del resto quella che avete ogni giorno quando fate il vostro servizio”. (FSp)

Tratto da: http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/640545/Parata-2-giugno-Orgoglio-non-disagio-parlano-i-ragazzi-del-servizio-civile