giugno
Pd, Franceschini: numeri chiari, si è rotto qualcosa con il paese
Posted by Ileana Argentin at 10:14 AM. Placed in Rassegna stampa category
(askanews) – “Quando perdi vuol dire che si è rotto qualcosa con il tuo elettorato, con il Paese, e devi capire cosa. Devi ricucire”. Lo dice Dario Franceschini, ministro della Cultura, in una intervista a Repubblica. “I numeri di questa tornata amministrativa purtroppo – prosegue – parlano chiaro. Qui non ci troviamo solo di fronte a una sconfitta politica del centrosinistra, ma a un bivio. Che riguarda non solo noi, il Pd, il nostro campo, ma i destini del Paese nei prossimi anni. E su questo punto nel Partito democratico si deve aprire un confronto franco, senza ambiguità. La via da intraprendere non può essere che quella della ricomposizione del centrosinistra”. Matteo Renzi, spiega Franceschini, “prima di tutto dovrebbe analizzare insieme con tutto il partito questa sconfitta, in direzione e nei gruppi parlamentari, cosa che mi sembra non stia avvenendo. Nel fine settimana poi ci attende un momento importante, l’assemblea del partito a Milano. Mi sembra un’ottima occasione. Ricordate il ‘destino cinico e baro’ invocato da Giuseppe Saragat quando doveva giustificare le sconfitte dei socialdemocratici? Ecco, in politica non esiste il ‘destino cinico e baro’. Quando perdi vuol dire che si è rotto qualcosa col tuo elettorato, con il Paese, e devi capire cosa. Devi ricucire”. Renzi sembra aver imboccato un’altra strada. Quella dell’autosufficienza ma “ha ancora tempo per rifletterci, senza soffermarsi su lotte interne e rancori”. “Una legge elettorale – conclude il ministro della Cultura – dobbiamo ancora scriverla, al di là delle sentenze della Consulta. Bene, siccome non è realistico pensare che il Pd ottenga da solo il 51 per cento dei seggi, allora ci sono le condizioni per mettere mano a una riforma che consenta di dichiarare la coalizione che governerà il Paese prima del voto o che consenta di farla dopo. In un sistema tripolare, con tre aree che si aggirano attorno al 30 per cento, comunque una scelta di coalizione dopo le elezioni bisognerà farla. Allora forse è il caso di farla prima, quella scelta, anche per chiarezza verso gli elettori. E il nostro campo non può che essere quello con cui abbiamo governato in questi anni”.