Pd, la sinistra si sente fuori «al 95%» L’appello di Bersani: fermate Renzi

I democratici e la scissione, la nuova forza forse già domani. Graziano Delrio prova a mediare. I renziani: l’ex segretario ha deciso

«Al 95% siamo già fuori». Nella minoranza gira un numero choc, due cifre che dicono come solo un miracolo possa scongiurare la scissione. La lettera di Pier Luigi Bersani ai vertici del Pd, pubblicata dall’Huffington, si incunea nel restante 5%. Una minuscola quota fatta di incontri riservati, telefonate concitate e ultimi tentativi di mediazione. Ci prova Delrio, ritenuto dal patto scissionista Speranza-Emiliano-Rossi la personalità più affidabile per condurre la mission impossibile. Non demorde Lorenzo Guerini, che alla Camera ha parlato a lungo con Pier Luigi e poi lo ha salutato, deluso. «Lorenzo ci ha provato in tutti i modi — assicurano i renziani —. Ma invano, Bersani ha già deciso».

Dentro il Nazareno

Un timore condiviso al Nazareno, dove Matteo Renzi si è chiuso con Rosato, Fassino, Richetti, Guerini e ha maturato l’idea di un ultimo, forte richiamo alla responsabilità, per lasciare alla sinistra il peso della rottura. Per Michele Emiliano «la scissione è nei fatti e Franceschini ha la chiave per bloccarla». Come? Chiedendo a Renzi «di rallentare per tenere il gruppo unito». Appelli e moniti che, a leggere la lettera di Bersani, hanno il sapore del passato. Il nuovo movimento, con tanto di nome, potrebbe nascere già domani al Teatro Vittoria, dove dal palco Rossi, Emiliano e Speranza presenteranno il loro documento per andare oltre il renzismo. In platea Massimo D’Alema e molti nomi della sinistra già fuori dal Pd. Domenica la minoranza è attesa all’assemblea nazionale con Renzi, eppure non è escluso che — se tutto precipita — vada solo un rappresentante della nascente «cosa» rossa.

Le ragioni della rottura

Bersani smentisce che a innescare la miccia della scissione siano stati «bizantinismi o questioni di lana caprina», come il calendario del congresso. No, la rottura viene da lontano e riguarda «questioni serie e vitali per il Paese e per il Pd». Scuola, lavoro, politiche economiche e fiscali, disuguaglianze sociali e le sconfitte degli ultimi due anni, su cui «è stata zittita ogni richiesta di discussione vera». Nei piani di Bersani il congresso per la leadership potrà partire solo dopo una «riflessione fondativa», così che le assise non siano soltanto una conta sanguinosa. «Renzi faccia attenzione — avverte Speranza in tv dalla Gruber a La7 —. Se il Pd è di Renzi, non ci sarà spazio per noi. Ma sarebbe drammatico immaginare che lunedì la mia storia nel Pd potrebbe essere finita. Bersani vorrebbe un processo «ordinato» e non affrettato, che inizi e giugno e si concluda in autunno, traghettando la legislatura alla scadenza naturale senza una «spada di Damocle sul nostro stesso governo». E per cosa? Per non farsi logorare? No, accusa Bersani, se si stravolge il percorso è «per le velleità di una persona sola», mentre l’agenda del Pd dovrebbe mettere prima il Paese, poi il partito, poi le esigenze di ciascuno: «Se non teniamo ferma questa sequenza non siamo più il Pd». Un appello, ma anche l’ennesimo attacco alla corsa solitaria di Renzi verso il voto, obiettivo che la minoranza non considera affatto sparito dai radar del Nazareno. «Mi rivolgo a tutti quelli che hanno buon senso e hanno sostenuto il segretario e dico: non date seguito alle infauste conclusioni dell’ultima direzione. Fermatevi». Un invito che il senatore Andrea Marcucci giudica paradossale: «Chiede a Renzi di fermarsi, mentre è lui che evidentemente ha deciso di abbandonare il Pd».

Le pressioni

I fondatori sono angosciati. Per Walter Veltroni la scissione «è un incubo». Andrea Orlando ne vede le «conseguenze disastrose» e implora la minoranza di lanciare segnali di apertura. Anna Finocchiaro ricorda come nessuna delle scissioni a cui ha assistito abbia rafforzato la sinistra, anzi «spesso ha bruciato personalità di primo livello». Piero Fassino vede a rischio non solo il Pd, ma il Paese. Roberto Morassut guarda oltre la rottura: «Sciogliamoci, per rinascere sotto forma di movimento».

Tratto da: http://www.corriere.it/politica/17_febbraio_16/pd-scissione-sinistra-si-sente-fuori-bersani-renzi-7b44b99c-f485-11e6-9cca-0c3deaabbf55.shtml

Pierluigi Bersani durante l'incontro alla facolt?? di Giurisprudenza a Palermo, 7 novembre 2016. ANSA/IGOR PETYX