Pd: se voto idea “armistizio” e Gentiloni candidato premier

PDcerchio_ø10.eps

ZCZC5877/SXA XPP12845_SXA_QBXB R POL S0A QBXB Pd: se voto idea “armistizio” e Gentiloni candidato premier Vertice Dem,ipotesi assemblea 26/5.Idea “triumvirato”,nodo liste (ANSA) – ROMA, 7 MAG – Dare un sostegno totale a Sergio Mattarella, nel tentativo di un governo di tregua o del presidente. E’ la scelta che viene assunta dai “big” Dem in un vertice mattutino di due ore al Nazareno. Che diventa anche l’occasione per discutere, per la prima volta, della possibilita’ – assai temuta dal Pd – di precipitare per le elezioni anticipate. Se si dovesse votare a luglio, affermano fonti delle diverse aree del partito, la scelta piu’ naturale e meno divisiva sarebbe chiedere a Paolo Gentiloni di candidarsi a premier. Magari, ipotizzano i “governisti”, alla guida di una coalizione che includa anche LeU. Quanto al partito, si renderebbe necessario un “armistizio” per arrivare a un’intesa sulle liste. Al “caminetto” al Nazareno partecipano rappresentanti di tutte le aree del partito: assente Matteo Renzi, ci sono Maurizio Martina, i capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci, Matteo Orfini, Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, Marco Minniti, Carlo Calenda, Dario Franceschini, Andrea Orlando, Gianni Cuperlo, Piero Fassino e Giuseppe Antoci a rappresentare Michele Emiliano. La riunione, iniziata poco dopo le nove, dura due ore: la discussione viene interrotta dalle notizie in arrivo dal vertice del centrodestra al Nazareno e dalle dichiarazioni al Colle di Luigi Di Maio, che vengono ascoltate in diretta dal cellulare di uno dei partecipanti. Si discute animatamente se la delegazione Dem debba auspicare, al termine dell’incontro con Mattarella, un governo per cambiare la legge elettorale in senso maggioritario, ma alla fine si decide di no. “Sostegno totale al capo dello Stato: punto”, e’ la linea. C’era chi ipotizzava di vincolare il via libera Dem al fatto che ci stessero “tutti” i partiti, nel timore dei non-renziani di un’apertura dei renziani a un governo di centrodestra. Ma alla fine viene trovata un’intesa su una formula ampia. Sia per dare una sponda al difficile incarico di Mattarella, sia per “stanare” i partiti che si assumeranno la responsabilita’ di portare il Paese di nuovo alle elezioni. Le urne spaventano non poco i Dem, dopo la debacle del 4 marzo. Anche perche’ cadrebbero nel bel mezzo della resa dei conti avviata nel partito. Se si vota a luglio chi fa le liste?, e’ la domanda ricorrente. Una soluzione, si ipotizza, potrebbe essere affidare la guida del partito a un “triumvirato” che rappresenti le diverse aree. Un’altra potrebbe essere eleggere Gentiloni segretario e, in quanto tale, candidato premier. A monte, pero’, servira’ un accordo politico: confermare a grandi linee le liste elettorali del 4 marzo, con una quota limitata di modifiche, e’ l’idea ipotizzata dai renziani. (ANSA). MAT 07-MAG-18 17:05 NNNN