Profughi, l’assedio ai sindaci «Minacciate le donne del Pd». Sala: non si arretra di un passo

Da Sesto a Cesano, insulti e lettere anonime a chi accoglie i migranti. Solidarietà dall’Anci. Sabato l’ipotesi di una marcia nera in Centrale

La lettera anonima è arrivata venerdì. Di lunedì, la denuncia alla polizia. Dopo gli insulti alla sindaca di Cinisello Balsamo, Siria Trezzi, tocca ad altre due prime cittadine ricevere minacce e insulti. Quelle più gravi, sono destinate al sindaco di Sesto San Giovanni, Monica Chittò. Una lettera con minacce di morte: sappiamo dove abiti e ti veniamo a bruciare. Accompagnata dai soliti epiteti sessisti. Insulti anche a Mara Rubichi, vicesindaca di Cesano Boscone.Sindaci_Milano_Profughi

Dopo la firma del protocollo sull’accoglienza dei migranti e la grande manifestazione per l’accoglienza si sono scatenati gli sciacalli. Chittò è stata presa di mira, non tanto per aver firmato il protocollo, ma per la decisione di realizzare una moschea «legale» a Sesto. «Dobbiamo dirlo a piena voce: questi sono, inequivocabilmente, atti di inaudita e intollerabile violenza verso le donne, prima ancora che verso il ruolo istituzionale» dice Chittò. «La mia vicinanza alle sindache che hanno ricevuto minacce — dice il sindaco Beppe Sala —. Non arretreremo di un passo». Solidarietà anche dall’Anci. Il Pd con il segretario Bussolati sta organizzando un presidio sabato a Sesto, a difesa dei sindaci attaccati: «Non è un caso che siano state prese di mira soprattutto le donne. È inaccettabile». Solidarietà anche dal segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi. Con una postilla: «A differenza del Pd, che tace quando i nostri militanti subiscono attacchi e violenze, noi condanniamo questi comportamenti e i loro autori».

Protocollo e marcia. Il sabato di Milano ha una lunga coda. Spesso polemica. Il centrodestra va all’attacco: «Rispettiamo le associazioni che hanno partecipato al corteo — dice il capogruppo di FI, Fabio Comazzi — ma a fronte di qualche migliaio di milanesi ce n’era più di 1 milione che non ha aderito». La replica ironica di Sala è a stretto giro di posta: «Sabato in piazza ci saranno state 100 mila persone. Sarebbe una buona notizia per l’estrema sinistra se avesse 100 mila adepti a Milano. Ma non è così: questa mi sembra una provocazione». Attacca Stefano Parisi: «La manifestazione è stata lontana dal sentimento dei cittadini. Ha diviso Milano tra buoni e cattivi».

Tanti i fronti aperti. Anche all’interno della stessa maggioranza. Le parole del sindaco Sala sulla Bossi-Fini («È chiaro che bisogna cambiarla, ne sono convinto. È un giusto passaggio da fare e anche rapidamente») sembrano riecheggiare le parole pronunciate domenica da Massimo D’Alema in funzione anti governo. C’è anche il capitolo Minniti che ha difeso il blitz della polizia in Centrale: «Ho sentito Minniti — continua Sala —. È ovvio che Minniti difenda il blitz in Centrale. Allo stesso modo io ho ritenuto giusto dire quello che ho detto. Per me il capitolo è chiuso e bisogna andare avanti». Ma quanto sia complicato l’equilibrio tra accoglienza e sicurezza lo si capisce dalla decisione del sindaco di aumentare i presidi nei piccoli parchi: «Il nostro problema — conclude Sala — è quello di non lasciare in giro troppa gente senza avere un luogo di accoglienza. Andiamo verso una stagione in cui c’è il rischio che nei parchi ci siano più persone e bisogna rafforzare il presidio, in particolare nei piccoli parchi frequentati dalle famiglie».

Infine la «contromarcia». Come riporta Affaritaliani, il comitato Milano Sicura ha indetto per sabato 27 maggio un «corteo di protesta contro il degrado e l’invasione dei finti profughi» a cui per adesso non avrebbe aderito nessuno dei gruppi di ultradestra più consistenti ad eccezione della Fiamma Tricolore. La manifestazione, non ancora autorizzata, si dovrebbe tenere in piazza della Repubblica, davanti alla Centrale.

Tratto da: http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_maggio_23/profughi-l-assedio-sindaci-minacciate-donne-pd-sala-marcia-b9e771a6-3f78-11e7-8bca-f274f08efe54.shtml