Referendum sul trasporto pubblico, inizia il conto alla rovescia per la data

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La sindaca Virginia Raggi lo deve fissare entro il 31 gennaio ma cerca di prendere tempo. I Radicali, promotori della campagna per la liberalizzazione del Tpl, chiedono che il voto sia accorpato alle regionali e alle politiche

Raccolte le firme, 33 mila le adesioni alla campagna «Mobilitiamo Roma», e costituito il comitato per il sì (in via Angelo Bargoni, sede cittadina dei Radicali) ora la palla del referendum sulla messa a gara del Tpl passa alla sindaca. Entro il 31 gennaio Virginia Raggi dovrà fissare la data, tra marzo e giugno del prossimo anno. I promotori del voto popolare per la liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico locale hanno già chiesto di accorparlo alle politiche e alle regionali. Ma in Campidoglio non si è ancora iniziato a ragionare su quando indire la consultazione.

La linea potrebbe essere quella di tenersi defilati, presidiando dall’interno senza esporsi a duelli con gli avversari. «Tanto il “no” è la sindaca», osserva Alessandro Capriccioli, segretario dei Radicali Roma. I prossimi step prevedono che la commissione per il referendum comunichi le regole per il rispetto della par condicio nell’informazione, la presenza sui media e gli spazi pubblicitari. La deadline è vicina a un’altra scadenza cruciale per Atac: la presentazione in tribunale del piano economico-finanziario, come previsto dalla procedura di concordato. Fino ad allora i fautori dell’election day, che spingono per questa soluzione per scongiurare l’astensionismo, continueranno a sensibilizzare la prima cittadina «con azioni non violente». Obiettivo: controbilanciare la strategia di Palazzo Senatorio che cercherà di tenere basso il referendum. Due i quesiti ai quali saranno chiamati a rispondere i romani. Primo: se sono favorevoli all’affidamento di tutti i servizi relativi al trasporto pubblico tramite gare pubbliche anche a una pluralità di gestori. Secondo: se vogliono che siano esternalizzati anche i servizi non di linea come app e smart technology per il trasporto condiviso e on demand. La giunta Cinque stelle non ha mai fatto mistero di voler mantenere la gestione in house prorogando al 2024 il contratto di servizio che scade nel 2019. Sia la sindaca sia l’assessora alla Mobilità, Linda Meleo, hanno sempre ribadito il «no alla privatizzazione». E però, la difesa a oltranza del monopolio non sarà facile, non solo per le molte insidie del concordato.

Nella delibera per il prolungamento dell’in house il Comune dovrà dimostrare i maggiori vantaggi rispetto alla messa a gara, presentando una relazione tecnica firmata da un dirigente capitolino. Il documento dovrà superare il doppio parere, consultivo ma non vincolante, dell’Anticorruzione e dell’Authority dei trasporti. Non solo. Per blindare il monopolio l’amministrazione dovrà garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti dal contratto: 101 milioni di chilometri il livello adeguato di servizio, se non fosse che negli ultimi anni l’offerta si è ridotta in media del 3o% (con picchi del 50% nei quartieri periferici).

Tratto da: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_dicembre_20/referendum-trasporto-pubblico-inizia-conto-rovescia-la-data-db3095d2-e4fe-11e7-99b2-e4b972c90c1d.shtml